6«Non c'era posto migliore della nostra zattera» (Jax)

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«When the tears come streaming
down your face
'Cause you lose something you can't replace
When you love someone but it goes to waste
What could it be worse?»
-Coldplay - Fix You

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Cinque mesi prima - 5 Maggio

La dependance del giardino della lussuosa villa dei Robinson che è stata la mia casa negli ultimi anni, è davvero come l'ho lasciata.

Il cucinotto all'entrata è sicuramente più in ordine e pulito di come ero solito tenerlo io, segno che Consuelo era passata più volte lì, lasciando la sua indelebile firma.
Il divano che praticamente non usavo mai a patto di avere qualche ospite inatteso era incellofanato assieme alla poltrona che quando ti siedi, ti fa i massaggi alle gambe e alla schiena.
Il bagno che Phil aveva deciso di ristrutturare qualche mese prima che io me ne andassi, era adesso provvisto di una deliziosa vasca idromassaggio che avrei utilizzato presto e volentieri.

Quando apro l'armadietto sopra il lavandino, trovo un sacco di creme, profumi e deodoranti che Henny è solita comprare per me e suo figlio.

Quella donna è davvero ossessionata dai cosmetici, roba che io dopo che mi sono spruzzato un paio di profumi sul collo, ho già l'orticaria.

La mia stanza è la cosa che mi è mancata di più, e nonostante l'odore di chiuso, quando metto piede lì dentro mi sento davvero a casa.
C'è ancora tutto, proprio come mi aveva detto Tommy quando ci siamo incontrati alla sala da tè delle due vecchie bisbetiche.

I poster dei miei cantanti rock preferiti degli anni '90, le scritte da writer con la quale avevo imbrattato il muro intossicandomi con le bombolette, la mia collezione di cappelli, lo skate sul quale avevo passato la mia adolescenza, la mia scrivania stracolma di taccuini e agendine che utilizzavo per scrivere, e i classici della letteratura che amavo leggere, perfettamente sistemati nella libreria di legno al lato sinistro del letto a due piazze.

Scorro con il dito sopra il dorso di ogni copertina impolverata, ricordandomi tutte le emozioni che ognuno di loro mi ha trasmesso.

Vista la mia condotta di vita e scolastica, nessuno direbbe che sono un fast reader compulsivo, e che la lettura è l'unica attività che riesce non solo a svuotarmi il cervello, ma anche a rilassarmi.

Mi getto sul letto con "Le avventure di Huckleberry Finn" uno dei miei preferiti.

Sin da piccolo mi sono sempre rispecchiato  molto in Huck, forse perché ero selvaggio, ribelle e vagabondo proprio come lui. Ho sempre desiderato di salpare il fiume con una zattera, e allontanarmi dal posto in cui sono nato alla ricerca di avventure lontane e tesori nascosti.
Nella mia mente da tredicenne, non sarei rimasto per sempre in quello schifo di posto e  non mi sarei lasciato trascinare giù dalla merda che mi circondava.

Non mi ero mai sbagliato così tanto.

"Le avventure di Huck", l'aveva preso mio padre ad una bancarella di libri usati. O meglio, l'aveva rubato.

Era vecchio, le pagine erano già ingiallite all'epoca ma era illustrato, e io adoravo i libri illustrati.
Credo che quello sia l'unico vero regalo che mi abbia mai fatto il mio vecchio, e non a caso è uno di quelli a cui sono più affezionato.

Sfoglio le pagine che conosco a memoria sdraiato sul materasso dove ho passato milioni di notti insonni, e il pensiero della casetta sull'albero che avevamo provato a costruire io e Tommy nell'immenso giardino di casa sua, mi strappa un sorriso.

CI VOLEVAMO NOIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora