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Quel fine settimana Jimin era a casa di Taehyung che ancora malato a letto gli chiedeva di svolgere le faccende domestiche. Se non fosse stato il suo migliore amico, pensò, se ne sarebbe già scappato via, tuttavia gli dispiaceva lasciarlo solo dopo che lo implorò infinite volte di passare del tempo con lui a giocare ai videogiochi.
Con grande sorpresa il citofono suonò, Jimin guardò Taehyung con confusione mentre lui fece finta di nulla.
"Taehyung, hanno suonato"
"E quindi? Vai ad aprire no?"
gli fece una linguaccia amichevole e si alzò dal divano, lasciando indietro Taehyung che continuava a soffiarsi il naso rumorosamente.

"Chi è?"
"Taehyung sono io"
Jimin si portò la cornetta al petto e spalancò gli occhi, si voltò verso Taehyung che si alzò dal divano per dirigersi a letto.
"Che cazzo hai fatto Taehyung" sussurrò per non farsi sentire dall'altra parte della cornetta, Taehyung con molte probabilità non riuscì a sentire, aveva la testa avvolta dalle coperte e il raffreddore che gli aveva tappato le orecchie.
Jimin schioccò la lingua e aprì il portone.
"Ti uccido" alzò la voce una volta abbassata la cornetta del citofono.
"Che vuoi, avevo fame" Taehyung si chiuse la porta dietro, lasciando Jimin da solo, pronto ad accogliere nuovamente Jungkook per qualche secondo prima di vederlo per l'ennesima volta andarsene senza aver ricevuto il suo numero. "Però questa volta" pensò "Questa volta ce la farò"

Il campanello suonò, le gambe di Jimin si fecero sempre più deboli e la sua mente per qualche assurdo motivo si soffermò sul consiglio ironico di Taehyung, lo stesso che aveva poi sognato, lo stesso che avrebbe voluto concretizzare perché al solo pensiero si sentì un senso di calore crescere fra le gambe.
Il campanello suonò nuovamente quando Jimin si trovò già eccitato per metà e con indosso dei pantaloni attillati che lasciavano intravedere troppo, afferrò una coperta dal divano e se l'avvolse in vita, inspirò e aprì la porta, Jungkook aveva due buste.

"Taehyung ti ho portato-" Jimin alzò lo sguardo per incontrare quello di Jungkook, confuso.
"Jimin?"
"Hey..." salutò timidamente con la mano, con l'altra teneva la coperta. Avrebbe giurato di sentire la sua erezione crescere ancora di più.
Jungkook guardò il ragazzo davanti a lui per qualche secondo soffermandosi sulla strana coperta intorno alla sua vita, faceva troppo caldo per indossare una coperta di pile.
"Quanto ti devo?" interruppe Jimin, con già delle banconote in mano che Jungkook gli restituì.
"È un regalo, per pronta guarigione" Jungkook posò di nuovo lo sguardo sulla coperta, Jimin sentì il sangue gelarsi nelle vene fino a quando il più piccolo non si decise a porgli la domanda fatale.
"Perché hai una coperta intorno alla vita?"

Ancora una volta il silenzio regnò fra i due che continuavano però a scambiarsi sguardi confusi, Jimin distoglieva spesso gli occhi dall'altro che pareva voler ricevere a tutti i costi una risposta.
"Sono in boxer" fu la prima cosa che gli venne in mente, purtroppo si accorse dell'errore madornale di aver pensato troppo in fretta quando Jungkook indicò i pantaloni neri ben visibili sui suoi polpacci scoperti.
Jungkook posò le buste per terra e si chiuse la porta dietro, si avvicinò lentamente a Jimin che per istinto indietreggiò chiedendo a se stesso perché si stesse spaventando così tanto. Il più piccolo lo guardò negli occhi per l'ultima volta prima di inginocchiarsi davanti la coperta e afferrarla, Jimin però la teneva stretta.
"Cosa..fai?"
Jimin era quasi sicuro che Jungkook avesse capito, così per evitare che la situazione degenerasse si arrese a malincuore alla sua stretta e lasciò con imbarazzo che il ragazzo sotto di lui gli togliesse la coperta, rivelando quello che stava nascondendo. Jimin si mise le mani sugli occhi, turbato e insicuro, si sentiva un totale pervertito.

La prima cosa che si aspettò da parte di Jungkook fu un commento di ribrezzo, disgusto, voltastomaco, un pugno sul viso o semplicemente che se ne andasse scappando a gambe levate.
La prima cosa che NON si aspettò fu sentire le sue mani slacciargli la cinta.
Jimin guardò con occhi increduli il più piccolo tutto intento a far scivolare via la cinta e sbottonare i pantaloni, non riusciva a vedere la sua espressione perché i ricciolini neri gli coprivano gli occhi, però poteva vedere come si stesse mordendo le labbra. Afferrò i pantaloni e i boxer di lato e prima di poterli abbassare all'unisono alzò lo sguardo verso Jimin che aveva già preso colorito sulle guance.
"Quello che avresti voluto fare tu"
Jimin espirò ansiosamente quando Jungkook si decise ad abbassare il tutto, lasciandogli respirare la pelle che implorava sempre più di essere toccata.
"Come...fai a saperlo..." ansimò sentendo il suo dito toccare leggermente la punta. Riusciva gradualmente a sentire sempre di più il respiro di Jungkook sulla sua intimità.
"Primo..." senza preavviso prese in mano il suo membro, lasciando uscire un gemito strozzato dalla bocca di Jimin.
"...Taehyung non sa mantenere i segreti"
"E secondo.." sentì le labbra soffici sfiorarlo lateralmente.
"...sei fin troppo ovvio". Con la mano iniziò a strofinare la punta di Jimin con il pollice mentre lo sentiva sempre più teso, le gambe gli tremavano e le mani non riuscendo a trovare dove appoggiarsi si muovevano energicamente in aria fino ad afferrare i capelli di Jungkook che intanto iniziò a leccare tutta la lunghezza, cercando dal basso lo sguardo di Jimin.
Sentì le labbra appoggiate sulla sua punta schiudersi dolcemente sino ad aprirsi e, a poco a poco, Jungkook si ritrovò la bocca piena di Jimin che sopra di lui tremava e stringeva con forza i suoi capelli. A Jimin non pareva vero riuscire a vivere finalmente uno dei suoi sogni erotici dopo aver passato settimane fantasticando su quel ragazzo così bello, con la sola differenza che a lavorare su di lui era Jungkook, ma la cosa non gli dispiaceva per nulla. Continuò a muoversi ritmicamente,facendo incontrare la sua ugola con il membro di Jimin che sempre più dolorante e caldo si faceva prossimo a venire, ma a Jungkook piaceva mettere alla prova, gli piaceva tanto giocare.
Prima che Jimin potesse avvertire il ragazzo del suo arrivo Jungkook si fermò e incrociò per l'ennesima volta lo sguardo con quello implorante di Jimin.

"P-perché ti fermi..."
"Devo tornare a lavoro..." disse con un velo di sfida, ridendo sotto i baffi.
"Ti prego..." straziante era il suo sguardo che da Jungkook passò rapidamente alla porta della stanza dove si trovava Taehyung, sperando non si aprisse all'improvviso e interrompesse quel momento.
"Non posso proprio"
"Prima che Taehyung si insospettisca..."
"No" Jungkook sorrise così subdolamente da far innervosire Jimin che gli afferrò il viso con la mano, stringendolo con forza.
"Ti conviene finire quello che hai iniziato"
"Altrimenti?"
"Altrimenti domani avrai il cazzo così dolorante da non poter camminare"
"Quindi sei passivo?" Jungkook sembrava quasi euforico, gli occhi gli brillarono.

Jimin annuí, frustrato da come Jungkook stesse cercando di cambiare discorso.
Il più piccolo sorrise arricciando il naso, afferrò di nuovo Jimin che prima di poter rispondere si sentì nuovamente all'interno della bocca di Jungkook, ancora più calda e scivolosa: si era ben abituata alla forma di Jimin che si muoveva senza problemi al suo interno, pensava addirittura fosse stata modellata appositamente per lui.
Jungkook rallentò volutamente la
velocità per controllare la reazione di Jimin che ancora inappagato e irritato dall'interruzione di poco prima posò le mani appena dietro la nuca di Jungkook, spingendo senza preavviso il più possibile all'interno della sua gola, per fargli capire che non avrebbe voluto un'altra interruzione e lasciando il ragazzo senza fiato.
Jungkook lasciò la presa dai fianchi di Jimin lasciando che facesse lui tutto il lavoro, aumentando di velocità e profondità man mano che si sentì prossimo a venire. Alcune lacrime iniziarono a bagnare gli occhi grandi di Jungkook che però teneva socchiusi e fissi nel vuoto, godendosi il più possibile quegli attimi di puro piacere. A Jimin ci volle relativamente poco a venire da quando prese lui il controllo di quell'occasione più unica che rara, l'idea di avere il controllo lo eccitava più di quanto pensasse, soprattutto venire dentro la bocca di Jungkook che non esitò ad ingoiare, con le dita giocò con i resti agli angoli della bocca.
"Non eri costretto a farlo"
"Mi piace" rispose dopo aver tossito un paio di volte, con voce rauca. Jimin si mise apposto boxer e pantaloni per chinarsi di fronte Jungkook che continuava a leccarsi le dita, soddisfatto.
"Se sei attivo perché lo hai fatto?"
"Che c'è, non posso essere attivo e provare piacere nel sesso orale?" Jungkook si alzò per sgranchirsi le gambe, Jimin ancora inginocchiato e nuovamente stimolato appoggiò la mano sulla cinta di Jungkook.
"Però lascialo fare a me ora"

Jungkook vide ancora una volta quello
sfavillio di desiderio nei piccoli occhi a serratura di Jimin che sapeva non avrebbe potuto soddisfare, quasi gli dispiaceva lasciarlo così sofferente ma non avrebbe potuto fare altrimenti.
"Mi dispiace, stavolta devo andare davvero". Lasciò un bacio sulla sua nuca, sorride e se ne andò, lasciando Jimin nuovamente solo e incredulo.
Preciso come un orologio svizzero Taehyung sbucò fuori dalla sua tana esattamente nel momento in cui Jungkook chiuse la porta dietro di sé, facendo dubitare Jimin dell'udito invalidato del suo migliore amico che probabilmente aveva origliato per bene.

"Ops" Taehyung prese le buste col
cibo e si diresse in cucina, ridendo sotto i baffi.

𝒅𝒆𝒍𝒊𝒗𝒆𝒓𝒚! ー jikook.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora