RUSSELL

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Sono un comune mortale, e da tale, senza sveglia, col cazzo che riuscirei ad alzarmi dal mio letto, un letto che non vede l'ora di liberarsi di me e non essere più schiacciato dalla mia stazza per niente leggera. Con una manata per niente delicata, spengo quell'aggeggio maledetto e sedendomi, appoggio i piedi sul pavimento freddo, proprio come sono io ormai da un po' di tempo, anzi da tantissimo e la colpa è sua, è tutta sua. Faccio un gesto di stizza con la testa per non pensarci, d'altronde sono appena le sei del mattino e non posso rovinarmi questa lunga giornata già da subito.

Dopo aver fatto una bella doccia calda, mi vesto con un dolcevita, jeans neri e anfibi, mi dirigo in cucina dove mi aspetta una tazza di caffè bollente preparato dalla caffettiera automatica, lo correggo con un po' di sambuca, lo assaporo e me lo gusto con calma. Infine, prendo le chiavi e mi dirigo a lavoro, il più grande centro commerciale di Boston. Ad aspettarmi c'è la mia divisa da guardia giurata, stirata e profumata, indosso la fondina, controllo se è tutto a posto e vado.

«A noi due giornata di merda!»

La giornata va avanti come sempre, gente che va e viene, bambini che fanno disperare le loro mamme che mi indicano nella speranza che i loro figli smettano di fare i capricci.

«Smettila di fare i capricci, altrimenti quel signore con la pistola ti porta via!» sento dire ad una mamma, facendomi timidi sorrisi. Ignorando invece i miei pensieri che sono rivolti a te mamma, che tu sia una fidanzata, una moglie o un'amante, ormai riesco a capire a che categoria appartieni con una sola occhiata. Con il mio sguardo profondo come il buio, grazie al colore nero dei miei occhi, riesco a catturarvi come prede. Vi studio da anni, perché in fondo questo volete essere... guardate, ammirate e scopate, anche solo con lo sguardo. Vedo come vi sistemate il trucco per nascondere le occhiaie, la crema alle mani per via delle screpolature e i profumi di varie fragranze che va dall'esotico all'erotico.

Ecco la mia preda e, con tanta disinvoltura e altrettanta sicurezza, mi avvicino e con voce profonda faccio la mia entrata.

«Buongiorno, ci sono problemi?»

I miei occhi incatenano i suoi, i nostri sguardi si uniscono e continuiamo a fissarci, mi passo la lingua sulle labbra senza perdermi niente del suo sguardo imbarazzato. La vedo come ingoia un rivolo di saliva perché in difficoltà, forse quel "palle mosci" di suo marito non la soddisfa come vorrebbe. Decido di rivolgermi al piccolo, che occhio e croce avrà cinque anni, prima che lei svenga.

«Allora giovanotto, la smettiamo di creare problemi alla tua dolce mamma?» e riporto i miei occhi nei suoi «O vuoi che ti ammanetti e ti arresta?»

Impaurito, si attacca alla sua gamba e le sussurra...

«Scusa mamma»

Lei, con tanta timidezza, riesce a malapena a sussurrarmi un grazie balbettato. Sapevo di averla messa al tappeto, ma ancora le devo dare il colpo di grazia...

«Di niente... mammina. Quando vuoi, io sono qui con la mia pistola sempre carica!»

La lascio con tanto di occhiolino e continuo il mio giro per la galleria dei negozi.

Davanti all'entrata del supermercato, incontro il mio amico Alvis

«Ci vediamo più tardi in palestra?»

«Certo Rus!»

Oltre a questo lavoro, sono proprietario di una palestra, in città e ogni tanto ci passo, per vedere come vanno le cose.

Finalmente finisce anche questa giornata di lavoro. È più stressante stare attento a non farsi scappare nessuna donzella che fare la guardia, e su questo pensiero mi scappa una risata.

Sì, lo so, sono unico, ma se volete il meglio, sono qui donne, sempre col colpo in canna.


Ciao donne sono Rus!

RIUSCIRÒ A TENERTI PER MANODove le storie prendono vita. Scoprilo ora