La tentazione del Conte Riario

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La pazienza di Girolamo era ben nota, ma aveva un limite e Leonardo lo stava mettendo a dura prova.

Da Vinci da quando si era trasferito a Roma era diventato un'ossessione per Riario che lo incrociava tutti i giorni e tutti i giorni era costretto a subirsi i suoi deliri. Ogni volta diventava peggio. Il giovane genio vedeva sempre più avanti, si spingeva così in la con la mente che spesso Riario faceva fatica a stargli dietro e per questo si perdeva ad osservarlo per minuti, ore. Quella volta che rimase tutta la sera con lui non aveva spiccicato parola, per il semplice fatto che non ne aveva bisogno, quelle di Leonardo saturavano l'aria, occupavano il tempo e gli spazi vuoti fra loro e Girolamo lì ad ascoltarlo con sguardo concentrato. Ogni tanto si concedeva anche un mezzo sorriso e una breve scossa della testa.  Santuarie domande erano d'obbligo, la curiosità di capire era un seme che non era mai morto nel Conte.

Questo succedeva da settimane, senza escludere il giorno corrente.

-Conte, è un piacere incontrarvi.- Ghignò Leonardo avvicinandosi per la strada affollata di Roma, quella principale che costeggiava San Pietro. Aveva in mano due cesti e una borsa a tracolla colmi di scritti e rotoli di pergamena.

Girolamo si fermò, mise le mani dietro la schiena, sempre ben eretta; petto in fuori e mento in alto.

-Non posso dire la stessa cosa, Artista.

-Sempre di buon umore eh?

-In real-

-In ogni caso non importa, sarei venuto a cercarvi dopo.- Girolamo assottigliò le labbra e prese un profondo respiro. Tutta quella agitazione che lo assaliva ogni volta che quel dannato artista che dava fin troppa aria alla bocca proprio non la capiva, per la precisione preferiva non capirla.

-Il cielo me ne scampi...e cosa vorreste da me?

-Vorrei esporvi i miei nuovi studi.- Sulla bocca di Leonardo si dipinse un'espressione di pura estasi; negli occhi era accesa quella folle luce di genio che portava sempre con sé.

Girolamo ne rimase incantato per alcuni secondi.

-Riario?

-Certo, ehm...non hai un dei tuoi scapestrati amici a cui dire tutto?

-Sono certo che il vero Papa Sisto dopo quello che abbiamo fatto per lui ti concederà del riposo. Zoroastro è in viaggio e Nico sta lavorando da apprendista presso un artigiano poco fuori Roma.

-Ma...-

-Perfetto.- Gli si illuminò il viso mentre si avvicinava.

Troppo. Troppo vicino. - Fu l'unica cosa che il cervello del Conte riuscì ad elaborare prima che Leonardo, invece, lo sorpassasse con estrema lentezza.

Stava succedendo qualcosa e nessuno dei due se n'era accorto?

-

La sera non tardò ad arrivare, anzi Girolamo era dell'opinione che non era mai arrivata così velocemente. Si specchiò cercando di darsi una sistemata, ma nulla sembrava essere come doveva, imprecò prendendo a camminare per la propria stanza. La sua esistenza era costellata di sguardi aggressivi e insoddisfazioni, pensò, soprattutto se si trattava di Da Vinci.

-Dannato artista! - Urlò battendo un pugno contro il muro sbucciandosi alcune nocche. Inspirò lentamente assaporando il dolore, come un unguento curativo che gli ricordava dov'era. Si fasciò la mano con uno stralciò di stoffa racattato in un cassetto ed uscì.

Quella sera si sarebbe dovuto controllare, ne andava della sua dignità, delle sua libertà e della sua testa. Sopratutto della sua testa.

-

La tentazione del Conte RiarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora