capitolo 1

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New York, tutto si muove in modo accelerato. Come guardare un film premendo il tasto avanti veloce. Le persone, le macchine. Qui tutto sembra scorrere al doppio del ritmo normale.

Io e mio padre ci stiamo dirigendo alla villa della famiglia Broke, lui lavorerà lì come custode e il signor Erik Broke ha detto che mi pagherà i corsi alla Columbia, college di cui lui è il rettore e che viene frequentato anche dai suoi figli.

Non vedo l'ora di conoscere questa famiglia, ho sentito parlare molto bene di loro, poi papà dice che io sicuramente andrò molto d'accordo con Karol, la figlia.

- "Ella, a cosa pensi?"

-"niente"

-"ecco siamo arrivati, questa è la casa."

Scendo dalla macchina e davanti a me vedo una grande villa bianca, con una piccola scalinata, ci saranno dieci o quindici gradini, ai lati ci sono due grandi terrazze, il giardino e pieno di piante e tanti bei fiori.

-"wow"

- "ho avuto la tua stessa reazione la prima volta che l'ho vista, dai su andiamo che ci stanno aspettando."

Ci avviamo verso il portone, mio papà non fa in tempo a suonare che la porta d'ingresso si apre, all'entrata c'è un signore sui cinquant'anni, tutto vestito elegante, penso sia il maggiordomo.

-"buongiorno Hanry, come stai?"

-"bene, grazie, e tu come stai?"

-"potrebbe andar meglio, questa è tua figlia?"

-"si"

Luke, mi guarda da testa a piedi e mi porge la mano.

-"piacere, Luke, ti troverai molto bene qui, e per qualunque cosa puoi chiedere a me."

-"piacere, Ella"

-"Luke, ci vediamo dopo, noi andiamo dal signor Broke"

-"oh sì, vi aspettano in soggiorno"

Entriamo nella casa; all'entrata davanti a noi c'è una grande scala che porta al secondo piano, e a sinistra e a destra ci sono i corridoi.

-"vieni di qua"

Giriamo verso sinistra e percorriamo un corridoio, tutto pieno di quadri di famiglia.

-"ciao Hanry!"

Ci viene incontro un uomo sui quarant'anni con capelli castani con qualche sfumatura grigia, occhi celesti, magro, vestito molto elegante, penso siano gucci i vestiti che indossa, ma non me ne intendo di marche.

-"tu dovresti essere Ella"

-"si!"

-"piacere sono Erik Broke"

E mi porge la mano.

-"vieni che ti presento la mia famiglia"

Si avvicina a una donna molto bella, bionda, con occhi verdi, ha poco trucco in faccia e indossa un vestito fino a metà coscia, rosso.

-"lei è mia moglie Margaret"

Faccio un piccolo sorriso, un po' timido e sposto lo sguardo sull'altra donna, anzi ragazza, sembra avere la mia stessa età, che c'è nella stanza; è abbastanza magra, per i miei gusti anche troppo, ha i capelli biondi, come la madre, il colore degli occhi non riesco a vederlo, però sembrano chiari.

-"ciao, piacere, Karol"

-"piacere Ella"

Mi avvicino verso di lei e le porgo la mano.

-"Karol, vai e fai vedere a Ella dove si trova la sua camera e poi puoi fargli vedere la scuola."

Karol mi guarda e mi fa cenno di andare, percorriamo il corridoio e saliamo al secondo piano, in tutto questo, non ha detto una parola, sarà timida, oppure non vuole parlare con una sfigata, povera, come me.

-"ecco questa è la tua stanza, lascia la valigia che andiamo a scuola"

Entro nella stanza per lasciare la valigia e rimango veramente a bocca aperta, dentro la stanza c'è un grande letto matrimoniale, proprio sotto la finestra, alla mia sinistra c'è una che penso sia la porta del bagno, e vicino alla porta c'è una scrivania di colore nero con sopra un computer, vicino alla scrivania c'è una piccola biblioteca anche questa di colore nero, con messi già dei libri sugli scaffali.

-"tuo padre mi ha detto che ti piace leggere e quindi ho pensato di metterti i miei libri preferiti"

-"grazie, ma non dovevi"

Nel lato destro della stanza c'è un grande armadio, nero, che copre tutta la parete.

-"adoro questa stanza, è proprio la mia stanza dei sogni, pareti bianche e mobili neri"

-"sono contenta che ti piaccia"

Mi guarda e mi sorride.

-"dai lascia la valigia, che andiamo a scuola"

Lascio la valigia e usciamo dalla stanza.

-"questa casa è troppo grande, mi sa che mi perderò"

- "no, dai, non dire così, io penso, tempo due giorni e ti ricordi tutto"

Arrivate all'entrata c'è Luke, ma io mi chiedo, non si stanca di stare sempre all'entrata ad aprire e chiudere la porta, che poi non se la possono aprire da soli? Hanno bisogno di una mano?

-"Luke, ci puoi accompagnare a scuola?"

- "certo, aspettatemi fuori che vado a prendere la macchina"

Usciamo e aspettiamo nel vialetto.
Dopo due minuti arriva in una Maserati levante.

- "ti piace"

- "come?"

- "ti piace questo posto? Penso sia stato difficile per te cambiare tutto"

- "sì, mi piace questo posto e non è stato per niente difficile andarmene, perché, sinceramente me ne volevo andare, non mi sentivo a mio agio lì, ero circondata da troppe persone false, e poi Santa Barbara è troppo piccola per me, sono fatta per stare in posti più grandi, come New York, ho bisogno di qualcosa che mi faccia sentire piccola."

- "siamo completamente diverse, io odio New York, troppe persone, troppi grattacieli, tutto troppo grande, mi sento soffocata"

- "ognuno è diverso, è questo il bello"

- "siamo arrivati"

Ci comunica Luke.
Scendiamo dalla macchina e ci avviamo verso l'entrata della scuola.

- "sono innamorata"

- "addirittura?"

Lo dice facendo una piccola risata.

- "sì, sono seria, adoro tutto questo, quando papà mi aveva comunicato che mi sarei trasferita a New York con lui, contavo i secondi che mancavano alla part..."

Non riesco a finire la frase che un pallone mi colpisce in faccia.

- "stai più attenta, ragazzina."

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 07, 2019 ⏰

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