Erano oramai cinque anni che Wendy e i suoi fratelli non avevano notizie di Peter, e dal giorno in cui il ragazzo le promise che non l'avrebbe mai dimenticata, di rado tornò davanti alla finestra della camera di Wendy, ad ascoltare come di abitudine le storie che lei era solita a raccontare ai suoi fratelli minori. Non osò mai farsi notare da loro; appena lo sguardo di qualcuno si posava alla finestra, lui scattava sul tetto con una velocità tale da fare invidia al battito delle ali di un colibrì.
La sua fidata fatina Tinker Bell -una ragazza non più grande di una mano, elegantemente vestita con una foglia secca riquadrata, che tendeva a una leggera pinguedine e conosciuta anche con il soprannome di Tink- non l'aveva mai abbandonato, sebbene ogni tanto litigassero. Alcune volte avreste potuto sentire Peter dire "«Non gioco più con te!»", o ancora meglio "«Non sono più tuo amico!»", ma infondo lui era solamente un ragazzino permaloso e indisciplinato, e Tink troppo cotta di lui per arrabbiarsi così tanto da non volerlo più vedere.
Una tarda sera di ottobre non tanto diversa dalle altre, a Peter passò per la testa l'idea di volare fino a Londra, così seguendo la luce abbagliante della piccola Tink, prese il volo per la grande città, abbandonando momentaneamente l'Isola Che Non C'è. Non ci mise molto ad arrivare, e quel giorno c'era nebbia, tanta nebbia. Quella nebbia che ti appanna la vista e che è capace di confonderti come poco; si potevano sentire dei fruscii di vento sulle foglie, soprattutto dalla finestra dei ragazzi Darling, tre adolescenti di cui la maggiore, nonché l'unica sveglia, era attenta al ripetere per il test di letteratura che avrebbe avuto il giorno successivo. La ragazza stava seduta a gambe incrociate sul suo letto mentre del venticello fresco iniziava ad inoltrarsi nella sua stanza. Una persona normale si sarebbe alzata ed avrebbe socchiuso la finestra per evitare l'arrivo di un'influenza tipica di quella stagione, ma Wendy a malapena notò la differenza di temperatura nella stanza. Era da ormai qualche anno che la storia continuava così, e lei si era ormai abituata. Il perché di questo suo comportamento alquanto insolito è semplice e, anche se per alcuni potrebbe sembrare piuttosto stupido ed infantile, non lo era affatto. Mi riferisco all'aspettare un ragazzo, quel ragazzo di cui le sue storie parlano: Peter Pan. Stesso vale per i suoi fratelli minori, sì, ma per lei era diverso. Sì che era diverso.
Mentre il vento fresco continuava a raffreddarle piano piano le cosce, la sua reazione nonché l'unica che ebbe fu il semplicemente riscaldarsi con la mano mentre, la sua mente, era ancora attenta al sottolineare e al memorizzare ciò che il suo libro presentava.
Improvvisamente alzò lo sguardo dal libro spostandolo sulla finestra e sperando in un arrivo di un ombra libera e di un ragazzo intento a rincorrerla, oppure persino in una fatina gelosa che, strattonandola e tirandole i capelli, prova ad allontanarla dal suo amico, Peter. Ma niente, non c'è traccia del ragazzo. Si lasciò scappare un leggero sbuffo per poi spostarsi una ciocca dei suoi capelli castani dietro alle orecchie; riguardò la finestra per un'ultima volta piena di speranza ma, ahimè, senza risultati, finì col ritornare a dare tutta la sua attenzione allo studio che l'aspettava.
La ragazza continuò a non sentire alcun rumore oltre a qualche piccolo sbuffetto che abbandonava la bocca di John mentre dormiva, come sempre.
Proprio quando decise di accantonare i libri e provare a dormire, qualcosa ruppe quel silenzio tombale presente nel quartiere dei Darling. Quel rumore proveniva esattamente dalla loro finestra, e indovinate un po' chi lo aveva causato? Proprio Peter, che indietreggiando andò distrattamente a sbattere contro il comignolo della casa.
Wendy quasi saltò sul posto, sperando fin da subito fosse il ragazzo che tanto aspettava ma, non essendone sicura al cento percento, decise di alzarsi lentamente dal letto -sperando, inutilmente, che le molle di quest'ultimo non provocassero alcun rumore- e, con il libro scolastico stretto in mano pronto ad essere usato come una presunta arma, si diresse a piccoli passi verso la finestra. Arrivata affermò, quasi urlando «chi va là?», e così dicendo si sporse leggermente affacciandosi ed aspettandosi di notare qualcosa muoversi.
Peter spalancò gli occhi, pensando di aver rovinato tutto. Tutto ciò non faceva parte dei suoi piani, e sarebbe bello poter dire che lui se n'era stato immobile aspettando che lei rientrasse nella camera, ma se ciò fosse successo, probabilmente non avrebbero più avuto occasione di vedersi ancora.
Il ragazzo si sporse dal tetto sulla quale stava inginocchiato, tenendo stretta la presa al bordo; vide così lei affacciarsi alla finestra e sussultò, facendo un salto indietro che provocò nuovamente rumore. Povero Peter! Povera la sua schiena, due colpi in così poco tempo!
La ragazza udì uno strepito simile a quello di poco prima e senza lasciare la presa dal libro, si alzò leggermente sulle punte per riuscire a vedere meglio. Improvvisamente, sentì, dei sibili provenire dalle sue spalle: fortunatamente era soltanto Michael che, nel sonno, si stava rigirando nel suo letto. Alla ragazza sfuggì un leggero sospiro di sollievo, tenendo la mano destra appoggiata sul proprio petto: questa, ahimè, fu un'occasione di distrazione per la ragazza dalla situazione ancora a lei ignara.
Peter riuscì a starsene fermo alcuni istanti -probabilmente in uno stato di confusione, probabilmente non aveva ancora realizzato il tutto- così lei si tranquillizzò voltandosi nella direzione del suo letto, decisa ad andare definitivamente a dormire.
Il ragazzo boccheggiò non sapendo come reagire, qual era la cosa migliore da fare? Non voleva concludere la serata così, non poteva farlo.
«Oh, mia Wendy»
Un sussurro mozzato sfuggì dalla bocca del castano, che provvide a coprire con una mano appena si rese conto di non aver soltanto pensato il suo nome. Potete immaginare la faccia di Tinker Bell quando lo sentì pronunciare il nome della ragazza che più odiava al mondo.
La giovane strabuzzò gli occhi sentendo la voce inconfondibile del suo segretamente amato ragazzo.
Si voltò di scatto in direzione della finestra, affacciandosi nuovamente ed iniziando a girare la testa da ogni lato, scrutando attentamente il cielo. Eppure non riuscì a vederlo. Ancora una volta si era nascosto, e questa volta riuscì a non sbattere da nessuna parte.
«Peter?»
Mormorò delusa abbassando tristemente lo sguardo alla strada. Allungò poi una mano sul proprio viso, probabilmente asciugandosi un paio di lacrime, e a ciò Peter non riuscì più a resistere. Come poteva starsene in silenzio a guardarla dall'alto mentre lei piangeva a causa sua? Non poteva, ovvio che no!
Con un balzò -contro il volere di Tink che nel frattempo gli aveva messo un broncio da quanto era gelosa- si spostò davanti a Wendy, sospeso a mezz'aria e con le mani appoggiate sul marmo freddo del davanzale. La vide alzare lentamente lo sguardo ed accennare piano piano un sorriso che poi divenne un sorriso vero e proprio quando gli gettò le braccia al collo, iniziando a piangere e singhiozzare lievemente.
«Peter caro, non sai quanto mi sei mancato»
Sussurrò contro la pelle del ragazzo, tenendo il viso nascosto tra il collo e la sua spalla. Quella frase fece sorridere ancora più di quanto stesse già facendo il ragazzo, che non esitò a stringerla a sé, chiudendo gli occhi ed abbandonandosi a quel momento assieme dopo tanto tempo.
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Peter Pan, l'avventura continua.
FantasyTutti bene o male siete a conoscenza della storia di Peter Pan, che sia romanzata dalla Disney o quella originale, scritta direttamente dal nostro carissimo James Matthew Barrie. Non credo voi tutti sappiate cosa sia successo dopo, ma ve lo siete ma...