Di grandi segreti e sorprese inaspettate

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Era da qualche giorno che Adrien vedeva la moglie strana, e nemmeno Tikki – a cui lui si era subito rivolto, desideroso di risposte – sembrava essere a conoscenza di cosa turbasse la sua portatrice. Non sapeva propriamente cosa ci fosse di insolito in lei, ma sentiva e notava che ultimamente aveva iniziato ad atteggiarsi in modo differente. Giusto per fare un esempio, in quell'ultimo periodo aveva notato che tendeva ad essere molto più maldestra del solito. Per carità, lei lo era sempre stata, fin dai tempi della scuola, e questa era una delle sue tante qualità che lui trovava tremendamente adorabili, ma in quel momento era diverso, nettamente diverso, tanto che anche un cieco come lui se ne sarebbe potuto facilmente accorgere. Spesso Marinette si ritrovava a inciampare sulla propria ombra, perché aveva sempre la testa tra le nuvole, e le cose le cadevano dalle mani come niente fosse, come se al posto delle dita avesse gelatina – era, insomma, ritornata a quello che era tempo prima, anche prima che si conoscessero, quello che un inglese avrebbe definito come: a girl all fingers and thumbs. Inoltre, gli occhi smeraldini dell'uomo, non sempre attenti ma comunque vigili, avevano notato che la moglie era spesso sfuggente: quando tornava dal lavoro, quasi non la sentiva, tanto era silenziosa e furtiva nello spostarsi dalla porta d'entrata al piano superiore della casa, dove si chiudeva spesso in bagno o in camera da letto. E quando capitava che fosse lui, quello a rientrare più tardi, spesso la trovava a scribacchiare chissà cosa sul suo album da disegno, che ultimamente usava custodire gelosamente, assicurandosi che stesse ben lontano dai suoi occhi sempre troppo curiosi.

     Tuttavia, non era stato solo questo a preoccuparlo.

     Dopo l'ennesimo non ho nulla, va tutto benissimo, pronunciato con tono fievole e gli occhi bassi e seguìto da un bacio casto posato sulle sue labbra, l'uomo, preoccupato per la salute dell'amata, aveva deciso, dopo aver aspettato che tornasse a casa dal lavoro, di seguirla fino alla camera da letto e senza farsi vedere, l'aveva osservata per cercare di carpire nei suoi movimenti qualche segno. Quando poi aveva visto che aveva lasciato il cappotto sul materasso e aveva aperto due ante dell'armadio, aveva corrucciato le sopracciglia bionde, decidendo di rimanere e vedere cosa aveva in mente.

     «Ragazzo, ma che fai? Non ti sembra irrispettoso nei suoi confronti, spiarla così?» Il vocino di Plagg, che gli svolazzava di fianco, gli era arrivato alle orecchie, e girandosi, lo aveva visto impegnato a sbocconcellare un po' del suo amato formaggio.

     «Sssh, vuoi che ci senta?» lo aveva ripreso allora, facendo per mandarlo via con una mano.

     «Beh, a dire il vero sì: non è corretto quello che stai facendo. Parlale, invece di fare così, senza dialogo non si risolve nulla», aveva rimbeccato il kwami, infastidito – che, checché dimostrasse solitamente, vantava una saggezza tutt'altro che comune.

    Nonostante Adrien sapesse che non fosse del tutto giusto comportarsi in quel modo, aveva continuato imperterrito a osservare la moglie e poi, inaspettatamente, lei aveva sollevato un po' il lungo maglione beige, tanto per scoprire il ventre, e si era messa di profilo, osservando il proprio riflesso nei due specchi interni alle ante. Il primo pensiero dell'uomo era stato che Marinette si sentisse insicura riguardo la propria forma fisica, proprio come Nino gli aveva detto che faceva ogni donna dopo il matrimonio – nonostante, il più delle volte, come in quel caso, non ci fosse proprio nulla di cui preoccuparsi. Forse era per quello che da qualche giorno la vedeva distante soprattutto fisicamente, rifiutandosi anche solo di farsi accarezzare da lui? Beh, lei avrebbe dovuto sapere che per lui sarebbe stata bellissima in qualsiasi modo, e poi non gli sembrava affatto che la sua amata, benché insicura da sempre, avesse mai mostrato di non apprezzare il proprio fisico.

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