Capitolo I

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Sto correndo come una matta. Le persone con cui mi scontro, mi guardano di sbiego. Vorrei chiedergli scusa, ma devo arrivare in tempo. Mai avrei pensato una cosa del genere: tu che scappi da me, per rendermi felice stando con Arthur. Io non voglio stare con Arthur, sei tu, Claudio la mia felicità.

***

"Claudio! Claudio aspetta!"
Sento una voce famigliare. Non è molto lontana, si sta avvicinando a me. Eccoti. Con i capelli scomposti dalla corsa ed il fiatone. Non avrei mai pensato che saresti venuta qui. Eppure, in cuor mio, l'ho sperato. Mi guardi con quei tuoi occhi color caramello, che mi fanno innamorare ogni volta.
"Claudio...ti prego non partire!"
Vengo rapito dall'istinto. Butto via il biglietto e faccio uscire quelle due paroline che, dalla mia bocca, non uscivano da tempo.
"ti amo".
Mi guardi stupita, quasi impaurita dalle mie parole. Mi avvento sulle tue candide e morbide labbra. Sembra un bacio nuovo, che sa di noi. Completamente. Tremendamente.

***

Ti ho fermato. Ce l'ho fatta! Sono la donna più felice del mondo. Tutti ci guardano, straniti. Ma a me non importa. Sento una voce.
X: "Attacco mafioso al Pubblico Ministero Sergio Einardi. È in gravi condizioni".
Mi fermo. Guardo te, spaventata. È come se il mondo si fosse fermato. Perché Sergio? Spiegami il perché. Sento che mi tiri per la mano ed iniziamo a correre.

***

Siamo in taxi. Sei seduta affianco a me. Non parli. Guardi davanti a se, è come se fossi in tranche. Mi fa male vederti così. Ti tengo la mano, ogni tanto sento la tua stretta che si fa più forte. Ti sposto una ciocca dietro l'orecchio.  Ti giri e sorridi  leggermente.
"Claudio..." dici insicura.
"Dimmi." dico dolcemente.
"Ho paura." mi guardi con gli occhi pieni di lacrime.
"Anche io, amore mio." ti accoccoli sul mio petto, ed io, per darti sicurezza, lascio un bacio nei tuoi capelli morbidi e lucenti. Sento i tuoi singhiozzi, e le tue lacrime bagnare la mia camicia bianca. Vorrei dirti che andrà tutto bene, che Sergio ce la farà.

Lo vorrei così tanto Alice.

Siamo appena arrivati davanti l'ospedale. Pago l'autista e nel mentre ti fiondi fuori l'automobile. Ti fermi davanti all'entrata, tremi. Tolgo la giacca e la poso sulle tue spalle. Mi prendi la mano, ed insieme entriamo in quel posto tanto amato, ma tanto odiato allo stesso tempo.

Arriviamo davanti alla sala operatoria. Martina e Daniela stanno piangendo. Entrambe si gettano tra le nostre braccia. Tu abbracci Martina, la consoli...saresti una mamma perfetta. Mentre io, abbraccio Daniela. Distrutta dal dolore.

***

"Alice, ho così tanta paura. Non voglio perdere mio padre."
"Martina, tuo padre è un uomo fortissimo. Non vi lascerà, ne sono certa."
La piccoletta mi abbraccia, e tu mi guardi dolcemente. Ti sorrido, tu fai lo stesso.

Ci sediamo su quelle sedie scomode. Sei distrutto, lo vedo. Sono passate due ore, Sergio è ancora dentro la sala operatoria. Le sue donne hanno finalmente preso sonno.

Amore mio, se ti succedesse una roba del genere...Non riuscirei ad avere la stessa forza di quelle due Donne.

Sono accoccolata al tuo petto. Sento che con due dita, ridai forma a quelli che sono i miei boccoli. Alzo lo sguardo. Mi sorridi stanco. Decido allora di alzarmi e prenderti un caffè. La macchinetta è posizionata alla fine del corridoio, per cui mi alzo e mi allontano. Mi guardi confuso.

Sto aspettando pazientemente la fuoriuscita di quel liquido scuro tanto amato da me in questo momento, quando sento una voce femminile provenire dalle mie spalle.
"Dottoressa Allevi?..." mi volto.
"Professoressa Boschi...mi dica."
"Le devo parlare..." si ferma "possiamo appartati un minuto?"
"Certo...prima mi lasci portare il caffè al Dottor Conforti, è veramente stanco"
"Va benissimo...l'aspetto qui"

Cosa vorrà ora? Non mi è sembrata alterata...ma se deve parlarmi di un compito o di un progetto in particolare in queste circostanze...è davvero fuori luogo.

Cinque minuti dopo...

"Eccomi professoressa, mi dica" faccio un sorriso di circostanza.
"Bene Alice..."

Alice? Ma è impazzita?!

"Ecco Alice...volevo innanzi tutto darti questi" dalla sua borsetta fa uscire la scatoletta e la lettera.

Cazzo! Me ne ero completamente dimenticata!

"...e poi volevo raccontarti una cosa. Ti va se ci sediamo su quelle sedie?" la guardo straniera.
"Va bene professoressa...come vuole lei"
Ci sediamo e inizia il suo racconto.
"Avevo la tua età quando entrai nell'Istituto. Ero esattamente come te: curiosa, sbadata, impicciona...e sicuramente meno bella di te. Cercavo di dare sempre il massimo, di far vedere a tutti che ero realmente capace di fare questo lavoro. Mi innamorai del mio relatore. Era un uomo affascinante, ma era sposato con due figli piccoli. Io credevo di non fare per lui...che non mi avrebbe mai guardata con gli stessi occhi con cui lo guardavo io. Mi invitò ad un congresso, la moglie era in Inghilterra...avevo tra le mani la possibilità di conquistarlo. Facemmo l'amore...tutta la notte. Credevo di avercela fatta. Era così premuroso con me, mi trattava come una bambina. Ebbi una relazione extraconiugale con lui. Mi regalava gioielli, mi prometteva amore eterno. Fin quando..." la guardo curiosa.
"...Non rimasi incinta. Glielo dissi. Io ero contentissima: avevo sempre sognato di essere madre. Lui iniziò ad urlare, dicendomi che il bambino non era sinceramente suo, che ero una poco di buono e che lui non mi aveva mai amato. Mi aveva solo usata. Io non abortì. Decisi di tenere il bambino. Ero smarrita, ma quel bambino era la mia unica certezza." abbassa lo sguardo e  guarda le sue mani.
"Questo bambino ora dov'è?"
"Quel bambino è Claudio."

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Eccomi qua! Il primo capitolo di una lunga serie! Notizia bomba già dall'inizio! Come mai la perfida e maligna Wally ha deciso di raccontare tutto ad Alice? Lo scopriremo nel prossimo capitolo!

Baci, Incoronata.❤

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 09, 2019 ⏰

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"Baciami ancora"- L'allieva 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora