Un altro incubo. Volete sapere qual è la parte peggiore? Questo incubo rappresenta la mia vita. Non trovo un modo per svegliarmi, sento l'aria mancarmi e il suono di un altra bottiglia che si schianta al suolo mi fa sussultare. Non ho il coraggio di chiedergli di smetterla,non ho la forza di alzarmi e scappare anche se ogni parte di me mi implora di farlo.
<<Smettila,Evelyn. Non hai più 10 anni adesso. Non lo capisci,vero? È tutta colpa tua.>> È tutta colpa mia. È quello che mi ripete da 7 anni a questa parte ormai e lo ha ripetuto così tante volte che penso che abbia davvero ragione. Un altro pugno arriva dritto alla bocca dello stomaco e inizio a tossire forte iniziando a sentire il sapore metallico del sangue nella mia bocca . <<E pulisci quella merda,hai capito?>> mi urla contro. Non gli rispondo,sento quasi di star per svenire. Non mi tocca mai il viso. Ovvio,altrimenti qualcuno potrebbe iniziare a dubitare. Invece no,colpisce qualsiasi altra parte del mio corpo fino a non lasciarmi più nemmeno un minimo di forza necessario a rialzarmi. E pensare che questa non è nemmeno la parte peggiore. La parte che mi fa più schifo è quella in cui viene a chiedermi scusa mentre si avvicina pericolosamente alle mie gambe e da lì non capisco più niente. Ogni volta è come la prima in cui ero ancora una bambina che pensava a giocare con le sue bambole. Io non riuscivo a capire cosa volesse e sentire le sue mani tra le mie gambe prendere spazio mi faceva sentire così sbagliata. <<Pulisci tutto. Se trovo anche solo una goccia del tuo merda di sangue sai cosa succede. Poi fila a letto,domani è il tuo primo giorno nella tua nuova scuola.>> mi dice mentre io provo a trovare il coraggio di guardarlo fallendo. <<Non voglio che nessuno venga qui a lamentarsi di questo. Non devi parlarne con nessuno perché se provi a farlo,Evelyn,ti giuro che io ti faccio fuori. Sono stato chiaro?>> domanda. <<Evelyn,cazzo,sono stato chiaro?>> ripete alzando ancora di più la voce. Non so esattamente dove trovo l'ultimo filo di voce rimasto ma riesco a sussurrare a malapena un "si" per poi pulire tutto e salire le scale per andare a letto. Domani è un altro giorno. Domani è solo il ripetersi di un incubo che si ripeterà all'infinito.
