· Guardami negli occhi, cosa vedi? Un perfetto paradiso che sta cadendo a pezzi. ·
Gli chiese scusa. "Non sono bravo con i rapporti umani". Un sorriso tirato, ingenuo; non era pronto, non sapeva come fare, tutto era nuovo. Tutto gli faceva paura. Lui gli faceva paura.
· Le paure non vanno a caccia di anime innocenti. ·
Si sentiva stupido. Anzi, lo era. Ma quando quel ragazzino gli girava intorno lo diventava più del solito. Quell'odioso ragazzino. "L'amore rende stupidi", gli ripeteva, si ripeteva, beffardo. Che gran cazzata, l'amore. Eppure, il suo cuore perdeva sempre un battito alla vista del suo sorriso. Quel suo fottutissimo sorriso.
· Vorrei solo riuscire a sfuggirgli. ·
Odorava di canne, quelle più buone, quelle migliori. Odorava di talco per bimbi e cioccolato. Odorava di muschio bianco. Quello però era il proprio, di profumo, addosso a lui, a quel fottuto ragazzino, mischiato al resto.
Un altro abbraccio, non riusciva a dirgli di no, a sfuggire a quel battito inconsueto. Sapeva di muschio e cioccolato, quel battito.
· Intraprendo una guerra all'interno del mio mondo, puntando la pistola al mio nemico interiore. ·
Era lui il suo mondo, tutto gli girava attorno. Ma non poteva, non poteva permetterselo. Gli chiese scusa, ancora, la pistola alla testa, incapace di reggere, incapace di reggerlo. "Ti amo..." Un sussurro, un rumore sordo, metallico, una pistola per terra. Lacrime su pelle sporca di peccati.
· Non vorrei fingere. ·
Lo cacciò; gli urlò contro. "Non provo lo stesso". Il cuore colmo di battiti mozzati, ripieno di paure, intriso di bugie. Mentì. A lui. A sé stesso. A quel sentimento mai nato.
· Ma sono un pessimo bugiardo. ·
Un colpo di pistola. Un odore acre, un colore scarlatto.
