Era notte fonda, ma nella stanza dall'albergo, numero 145, un ragazzo non riusciva a dormire. Si ritirava e si rigirava nelle lenzuola. Il ragazzo in questione si chiama Harry Styles. Harry non riusciva a dormire per colpa dei pensieri poco casti nella sua testa, tra lui e il ragazzo nella stanza 143. Il ragazzo della stanza 143 aveva i capelli caramello, occhi blu in cui ci si perdeva facilmente, alto un metro e poco più, labbra rosee e sottili che ti facevano venire voglia di baciare ogni due per tre,un leggero accenno di barba ed un sorriso mozzafiato e la voce pure.
Per Styles questa era la terza notte insonne a pensare a Louis Tomlinson. Harry era gay e tutti lo sapevano. Peccato che Louis, almeno credeva, non lo fosse. Era sempre stato con donne mentre lui ha avuto anche ragazzi, le ragazze le ha sempre ripudiate. Stanco di stare in quella stanza vuota e silenziosa si alzò, e credendo che tutti dormissero, andò in questa specie di hall per loro, all'ultimo piano, uscì in boxer per prendersi un bicchiere d'acqua. Mentre versava l'acqua cominciò a canticchiare una canzone che aveva in mente da un po'.
"If I could fly... I'd be' coming right back home you..." cantava a bassa voce per paura di svegliare qualcuno. Dopo che ebbe bevuto si diresse un po' sul terrazzo a prendere aria. "For your eyes only, I show you my heart, for when you are lonely and forget who you are... I miss an half of me, for when we are apart" queste erano le parole che gli giravano da un po' in testa. Queste erano le parole che gli facevano pensare a ciò che sente per Louis. Mentre si perdeva nella grandezza di New York, con lo sguardo, sentì qualcosa alla sue spalle che lo fece girare di scatto spaventato. Ciò che vide fu una visione angelica. Un Louis Tomlinson in soli boxer che andava verso di lui mentre si trattava un'occhio come i bambini piccoli. "Che fai qui Hazza?" chiese con voce impastata dal sonno che lo rendeva ancora più dolce, "N-non riesco a dormire" ammise il più piccolo, "tu invece perché sei sveglio?" Chiese curioso. "Eleonor mi ha chiamato, mi ha lasciato" ammise con un velo di... felicità?
A sentire quel nome si spezzò qualcosa dentro ad Harry, che lo fece scappare sotto gli occhi confusi di Louis.
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Quarta notte insonne per Harry. Ma ciò che non sa è che è la quarta anche per Louis. Anche lui bramava Harry da tempo. Ha avuto tutte quelle finte relazioni solo per toglierselo dalla testa ma non ci riusciva.
Sentiva le lenzuola della stanza del ricciolo muoversi. Sapeva che era sveglio e così decise di andare da lui.
Harry pochi secondi dopo sentì bussare alla porta. Appena l'aprí si spaventò. Si trovò un mezzo nudo Louis tomlinson davanti a sé. Louis non aspettò altro tempo e si tuffò sulle labbra di Harry, bramare da tanto tempo. Harry sorpreso si spaventò all'inizio ma poi si lasciò andare e ricambiò il bacio mettendo le mani sui fianchi di Louis che subito dopo saltò in collo a lui. Harry sempre attaccato alle labbra soffici di Louis si diresse verso il letto. Si sdraiò con sotto Louis che gli chiese "Sei sicuro?". Harry titubante scosse la testa in segno affermativo e si fece togliere la maglia da Louis.
Louis ribaltò le posizioni. Lui sopra e il ricciolo sotto.
Harry,frettoloso, tolse la maglia a Louis e poco dopo i pantaloni dei due ragazzi si ritrovarono sparsi in qualche angolo della stanza. Le loro evidenti erezioni coperte da quel tessuto soffocante, che strusciavano tra di loro. "Louis" sussurrò il più piccolo. Il liscio capì subito cosa voleva il riccio e quindi abbassò i boxer del minore liberando la sua svettante erezione. Harry non fece in tempo a elaborare tutto ciò che si ritrovò le labbra del maggiore attorno al suo sesso. Louis, il ragazzo che ama da cinque anni, gli stava facendo un pompino.
Il riccio strinse le mani attorno ai capelli del maggiore, ed esso aumentò il ritmo aiutandosi con la mano dove non arrivava. "L- lou s-sto per v-ve-" non fece in tempo a finire la frase che Harry si riversò nella bocca di Louis ed esso ingoiò.
Con gli occhi scuri dal piacere, il liscio si avvicinò alle labbra di Harry, baciandole con passione. Harry portò le mani ai boxer di Louis e gli sfilò. "L-Louis voglio di... di più" mormorò in preda al piacere.
Poco dopo Harry sentì un dito sfiorare la sua apertura e poi penetrarla. Un po' dal dolore e un po' dal piacere, si aggrappò alla schiena di Louis che gemette a sua volta. Un secondo dito entrò nella sua apertura e gemette ancora.
"P-pronto?" Chiese Louis al ragazzo sotto di lui. Harry in tutta risposta scosse la testa in segno affermativo. Le due dita vennero sostituite dal pene di Louis che entrò lentamente, facendo sentire ogni centimetro al riccio che gemette oscenamente. Appena dentro del tutto aspettò cinque secondi per poi cominciare a muoversi dentro il riccio grazie al suo consenso. Quella stanza bianca d'hotel quella notte fu riempita dai gemiti dei due ragazzi. Louis e Harry si sentivano come a casa. Avevano trovato il loro posto. Le stoccate aumentavano ed i gemiti pure. Altre poche stoccate e Louis venne dentro Harry. Poco dopo uscì dal ragazzino e si affiancò a lui. "Ti amo" sussurrò Harry. "Ti amo" sussurrò Louis. E poi, abbracciati e nudi, caddero tra le braccia di morfeo.