Mi chiudo la porta alle spalle. Mi guardo intorno, indeciso su cosa fare: resto o vado via? Vorrei tanto ascoltare il mio cervello e fuggire via di qui. Me lo sta urlando, mi sta supplicando di andare via. Non riesce più a controllare il flusso di ricordi e di immagini che riafforano tutte insieme senza sosta alcuna. Dovrei prendermi una pausa, staccare dal mondo, ma soprattutto allontanarmi da qui per respirare e ricominciare. Ma non riesco, non posso.
Do ascolto al mio cuore come sempre, per l'ennesima volta. E so che mi farà male tutto questo, ma sono diventato masochista nell'ultimo periodo e, a quanto pare, provo piacere nel provare dolore.
Mi sdraio sul letto, inspiro ed espiro. Eccolo, lo sapevo. Mi inebria immediatamente, mi fa del male lentamente: il suo profumo. Ed è come se fosse ancora qui. E' come se la vedessi lì, in piedi, mentre, vestita per andare al lavoro, si spruzza le sue solite tre gocce di La vie est belle sotto il collo e sul polso, quel profumo che tanto amava. E' come se questa scena si stesse ripetendo davanti ai miei occhi in questo momento, ma invece no. Lei non c'è, ma la boccetta di profumo è lì, poggiata ordinatamente tra lo specchio e la trousse dei trucchi.
Non ci sono riuscito! Non sono riuscito ancora a togliere le sue cose dalla casa per riporle in uno scatolone. Non sono ancora riuscito a toccare niente di suo. E' tutto come lo è sempre stato, in ordine. Nulla fuori posto. Nel nostro armadio ci sono ancora i suoi mille vestiti e, sono sicuro che se solo lo aprissi, li troverei tutti perfettamente piegati, disposti a seconda delle varie tonalità di colore.
Un battito di mani e la luce si spegne. Voglio restare qui, solo e al buio, cercando di immaginarla accanto a me come è sempre stato. E quanto vorrei stare accanto a lei ora, nessuno può immaginarlo.
Ed ecco che poco alla volta delle lacrime iniziano a scendere sulle mie guance, copiose, lacrime amare, lacrime di rabbia e di delusione.
Ripercorro mentalmente questi flash di ricordi che il mio cervello mi propone: sono soltanto frammenti veloci dei momenti più importanti. E piango, piango, mi dispero perchè un dolore del genere non l'avevo mai provato in vita mia. E vorrei tanto che lei fosse qui, accanto a me, a dirmi che finirà tutto e subito, mostrandomi e facendomi percepire tutto il suo amore.
Un altro battito di mani e la luce si riaccende. Mi poggio sui gomiti, con la schiena dritta e fisso un punto fisso nella parete di fronte a me. Non esattamente un punto, una cornice con una nostra foto. Lei così bella, spontanea sorride all'obiettivo della polaroid, e io, invece ho una delle solite smorfie che facevo quando lei mi costringeva a fare una foto. Eravamo così spontanei, felici, sdraiati proprio su questo letto, dove ora, invece, sono solo e malinconico. E desidererei tanto che fosse sdraiata anche lei al mio fianco, come nella foto, come tutte le mattine.
Cambio prospettiva, cambio inquadratura, ma qualsiasi cosa mi ricorda lei. Anche il minimo oggetto poggiato sul comodino, tutto sembra appartenerle. E mi manca, mi manca immensamente. E non riesco a non pensarci, non riesco a nascondere ciò che penso, ciò che sento. Non voglio neanche provarci.
Penso che il destino, il fato o con qualsiasi altro nome egli voglia farsi chiamare, si sia scagliato bruscamente contro di me. Tutto questo è stato pensato per me, credendo che io fossi abbastanza forte da superarlo e andare avanti. Ma non ne sono sicuro. Mi sento mancare la terra sotto i piedi. Sento di aver perso lo stimolo principale che mi spronava e mi spingeva ad andare avanti.
E sento il mio cuore battere all'impazzata, forse per la rabbia che sento sempre più crescere dentro di me oppure, forse, per il solo pensiero che mi rimanda a te.
Penso a troppe cose, penso che vorrei tornare indietro per fermare il tempo a quando c'eri, per fermarti dal fare quello che hai fatto, per fermarti dall'avermi fatto così tanto male. Ma, forse, hai fatto più male a te stessa, anche se non potrò mai saperlo.
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If we could only turn back time
Short StoryE riesco quasi a sentire l'odore di fumo che impregnava i tuoi vestiti, e che si confondeva sulla tua pelle con l'odore del tuo bagnoschiuma. Ed è questo la cosa che più mi ricorda te. Ma ora non posso più osservarti. Sono debole, solo e incompleto...