Shin Ryu il Custode dei Dodici Regni: Una giornata al mare

Una giornata al mare

-Sveglialo tu...  -

-  No, sai che non gli piace essere svegliato presto...- - Ma non è presto c'è il sole... più o meno...- -Shhh parla a voce bassa sennò lo svegli!...-

Già da qualche minuto quelle familiari voci avevano invaso la sua mente annebbiata dal sonno con sussurri e risate a stento trattenute.

Il sole era sorto da poco eppure le due voci continuavano a sussurrare tra di loro così, ormai arresosi all'impossibilità di continuare a dormire, afferrando i proprietari di quelle voci che lo avevano disturbato per la vita e tirandoseli contro il petto Damian esordì con tono irritato - E allora voi due... si può sapere che avete da confabulare a quest'ora del mattino?!...- cogliendoli di sorpresa.

-Ah... papà sei sveglio!...- esordì Haru dando un bacetto al padre mentre Nobu sussurrava piano -Scusa Dami... non volevamo svegliarti... è solo che è già mattina e...- con tono preoccupato, facendo sorridere il giovane mentre Haru aggiungeva anch'egli mortificato - ... E abbiamo aspettato tanto per... per vederci con tutti quanti e... è già mattina e... - finendo con l'abbassare lo sguardo e sussurrare piano -...Scusa papi...-.

Quella giornata era stata un'idea del vecchio En che notando come la guerra, e la loro situazione di costante precarietà, stesse iniziando a pesare sull'umore dei bambini aveva consigliato al giovane di orchestrare un'occasione per riunire tutti gli amici conosciuti durante i loro viaggi nei vari regni per trascorrere la giornata in allegria e spensieratezza ottenendo immediatamente una risposta positiva dal giovane.

Ovviamente tale proposta aveva raccolto l'immediato consenso anche delle due pesti, che avevano immediatamente iniziato a discutere su tutte le persone che avrebbero dovuto invitare e, che in quel momento lo stavano guardando con aria contrita e preoccupata.

L'allegria dei due non mancò di contaggiare anche gli altri partecipanti che non poterono che accettare l'invito dei super eccitati amici che in quei giorni di preparazione all'evento sembravano aver dimenticato gli affanni e le preoccupazione che la guerra aveva poggiato sulle loro troppo giovani spalle.

Per questo motivo Damian non avrebbe permesso a niente e a nessuno di rovinare quella giornata, men che meno a qualcosa come qualche ora di sonno perso in più.

Nessuno dei due aveva più proferito parola in attesa dell'ineluttabile ramanzina che pensavano sarebbe giunta da lui ma sorridendo dolcemente e rafforzando il proprio abbraccio Damian commentò piano - Ehi che sono quelle facce preoccupate?!...- e posando un bacetto sulla fronte di entrambi proseguì -... Rilassatevi piccolini non sono arrabbiato...- ma poggiando le manine sul suo petto e sollevandosi così da guardarlo meglio in volto Nobu esclamò - Ma prima sembrava ci volessi sgridare... ti abbiamo svegliato e... - facendo ridere piano il giovane che posandogli una mano sul capo esclamò - Dai su! Stavo scherzando!... Davvero pensavate mi fossi arrabbiato per qualcosa del genere?... - e sollevandosi a sedere così da potersi alzare aggiunse - ... Cavolo non mi sono arrabbiato quando mi hai preso a ginocchiate là sotto e dovrei arrabbiarmi ora? "...- voltandosi verso di loro.

Accortisi di essere stati presi in giro ne Haru ne Nobu sapevano come controbattere alle parole del padre/amico finché scambiandosi uno sguardo complice i due non si lanciarono sul ragazzo tirandolo nuovamente sul letto e iniziando a solleticarlo senza sosta in cerca di vendetta tra le risate di Damian.

Dopo una decina di minuti di intenso e feroce scontro la battaglia si era conclusa e i due bambini, usciti vincitori riposavano sorridenti poggiati al petto di Damian che sorridendo soddisfatto commentò allegro - Così va meglio! ... - facendo ridere piano Haru mentre Nobu commentava fingendosi stizzito - Quella volta della ginocchiata non me la farai mai dimenticare eh?!"- ottenendo una sonora risata in risposta dal giovane che scuotendo il capo rispose - Nope! ... Ne io ne quella povera e innocente finestra! ... - posando un bacetto sul naso del bambino che perdendo la battaglia contro le risa rispose spingendogli via il volto con la mano -Scemo Dami... come se l l'avessi fatta apposta...-.