Capitolo 1

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Nel buio il silenzio vaneggiava indisturbato e ovattava perfino la luce dei lampioni, con quel velo di nube che impregnava le notti d'inverno. La luna si nascondeva enigmatica tra le nuvole grigiastre, le quali soffocavano inesorabilmente anche le stelle. Pochi spettatori erano degni di contemplare una natura così quieta e riservata.

Una coppia di occhi vermigli fungevano da fari a quella notte, come ogni notte; essi non contemplavano, altresì completavano quello scenario suggestivo. Anche il fumo della sigaretta che la donna stava consumando contribuiva ad annebbiare quell'atmosfera indisturbata.

Pensieri, tanti pensieri vagavano nella sua mente insoddisfatta e troppo orgogliosa era per realizzare che infondo la sua era solo infelicità, perché tutto quello che nella sua vita aveva costruito era servito  solo a distrarsi dalle sue frustrazioni e la sera, quando tornava a casa tardi e rimaneva sul terrazzo con il suo whisky Barbon e l'ultima manciata di sigarette rimaste nel pacchetto di Marlboro, contava le luci della notte pur di non trovarsi faccia a faccia con i propri scheletri.

"Settantadue, settantatré, settantaquattro..."
non rimirava nemmeno le insegne accecanti al
neon dei bar o le plafoniere attecchite sulle pareti delle case, infondo sapeva anche lei che quelli che contava erano i mattoni del muro indistruttibile che anno dopo anno aveva innalzato intorno a se.

Un paio di mani spaziarono nel buio e raggrinzirono la camicia scura della donna all'altezza delle spalle, prima che accanto a lei si infossasse il divano da esterni su cui beatamente si rilassava.

"A quant'ero? Ho perso il conto..."

«Laur, è tardi, perché non vieni a riposare?» chiese pacatamente la giovane biondina mentre infilava il mento nello scavo del collo dell'altra.

«Sono tornata poco fa, finisco il whisky e ti raggiungo a letto» la voce rauca di Lauren aveva sfiorato un timbro più basso del solito per il tempo passato in silenzio.

«Allora se sei tornata poco fa perché il posacenere è già pieno di mozziconi?» il tono della giovane non era ammonitore, ma leggero e borioso. Le sue labbra agguantarono un bacio sulla pelle chiara della corvina e con un gesto rapido avvolse una gamba attorno al suo bacino «se non sei stanca e volevi compagnia, perché non sei venuta a svegliarmi come solo tu sai fare?»

«Lucy, è tardi. Domattina ho una riunione importante» realizzò Lauren proprio in quel momento, ignorando che la verità era venuta a galla soltanto per caso, tra una telaio di scuse che il suo cervello stava tessendo da quando la sua fidanzata le si era seduta di fianco.

«Vorrà dire che perderai soltanto qualche altro minuto di sonno» le labbra di Lucy raggiunsero il lobo della maggiore mentre fece scivolare il bacino sul suo; subito inaugurò una danza impaziente dei fianchi sul cavallo dei pantaloni di Lauren, come se stesse aspettando quel contatto da tutto il giorno.

Lauren, d'altra parte, non aveva sciolto di un muscolo la sua posizione iniziale e teneva stretto ancora il suo bicchiere di whisky. Sospirò ed evidentemente quel respiro di frustrazione fece pensare all'altra che si trattasse di un altro tipo di sofferenza, così Lucy incalzò i suoi movimenti e cominciò già a sbottonare la camicia dell'altra.

La corvina ingoiò la poca saliva che le era rimasta e rimproverò mentalmente i propri ormoni, che forse non appurarono che chi stava mugugnando versi bisognosi sul proprio corpo era Lucy, la propria ragazza storica, quella che le era rimasta affianco negli anni difficili e quella che ancora era lì, nonostante venisse trascurata a causa dei mille impegni.

Lauren trangugiò d'un sorso tutto il liquido incandescente che era rimasto e si liberò del bicchiere prima di sollevare il corpo che aveva su di se per portarlo a letto.

Unstoppable [camren]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora