Trentaquattresimo Capitolo.

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'Pronte?'-disse Annabeth tenendo stretta fra le sue braccia la piccola Tessa.

Eileen annuì cercando di trattenere la valigia accanto alla sua gamba sinistra,poichè pesante e quasi straripante. Annabeth sorrise,poi lasciò che Tessa poggiasse i piedi al suolo correndo verso l'auto. La casa era ormai vuota,la scritta 'VENDESI' imponeva evidenziata di giallo sulla porta della casa. Eileen sospirò guardandosi attorno,sebbene avrebbe passato il resto dei suoi giorni in presenza di Harry,non riusciva a capacitarsi del fatto che ben presto quella casa non sarebbe stata più sua. Osservò le pareti spoglie dalle quali le scale erano meticolosamente rinchiuse,poi sorrise. Ricordò con nostalgia le prime cadute su quei maledetti scalini,la goffa camminata su di essi prima del ballo scolastico,ricordava tutto.

'Dovremmo andare,Eileen.'-sussurrò sua madre posando una mano sulla sua spalla,poi malinconicamente sorrise abbandonandola a quello che sarebbe stato l'ultimo momento in quella dimora. Eileen annuì convinta,poi con il capo chino varcò la porta d'ingresso chiudendola definitivamente. Il camion dei trasporti era di già pieno zeppo delle loro cianfrusaglie e mobili,Annabeth aveva impiegato ben tre giorni per svuotare del tutto l'abitazione.

'Dove finiranno tutti i mobili?'-chiese Eileen indicando il grosso mezzo di trasporto straripante mobili.

'Alcuni in garage,-affermò Annabeth scrollando le spalle.-altri verranno messi all'asta.'

'Fidati mamma,-la rassicurò ironicamente Eileen poggiando una mano sulla spalla della donna.-nessuno li acquisterà.'

Annabeth ridacchiò dopo aver dato un lieve e giocoso schiaffo sulla spalla di sua figlia,poi rimboccandosi le maniche trasportò le valigie nel cofano della loro auto. Eileen spostò lo sguardo verso Tessa,sua sorella. Nonostante fossero solo le dieci di un'afosa domenica mattina,Tessa dormiva beatamente stringendo fra le minute braccia il coniglietto di peluche. Eileen sorrise,poi chiuse la portella dell'auto.

'Si parte.'-disse Annabeth osservando un'ultima volta la casa,poi sospirò partendo.

...

'Siamo arrivate.'-sussurrò Annabeth tirando lentamente il freno a mano,poi scendendo dalla vettura s i guardò attorno. Non aveva mai visto la casa del suo moroso,ma ne rimase affascinata.

'Finalmente un posto decente.'-affermò portando le mani ai fianchi.

'Bella casa.'-annuì soddisfatta Eileen,poi sorrise tirando giù la valigia.

Tessa le si piazzò davanti,aspettava impaziente e in dormiveglia di essere presa in braccio. Eileen ridacchiò,poi la sollevò dal suolo goffamente. Nonostante quella bambina avesse solo tre anni,quasi quattro,era leggermente pesante per i gusti della mora.

'Mangia meno caramelle!'-disse Eileen solleticando giocosamente il pancino di sua sorella,la quale rise dimenandosi goffamente.

'Basta voi due! Dobbiamo entrare.'-disse la loro madre avanzando convinta verso la porta.

Sospirando battè le nocche su di essa,poi indietreggiò.

Cinque secondi passarono,poi Tom aprì la porta stampando un meraviglioso sorriso sul suo viso,e lasciando un bacio sulle labbra di Annabeth.

Eileen sorrise al reciproco sentimento dei due. Aspettava con ansia il matrimonio,sebbene non ne fosse pienamente convinta avrebbe fatto di tutto pur di vederla felice e finalmente in pace con se stessa.

'Ciao Eileen!-la salutò con una mano mostrandole la perfetta e regolare fila di denti.-Ciao anche a te piccola Tessa.'

'Ciao Tom,vorrei salire su in camera. Tolgo il disturbo e grazie per la magnifica accoglienza.'-sussurrò quasi come se fosse un copione.

Salì le scale osservando come i quadri familiari e talvolta astratti ornassero le mura che cingevano le scale.

Arrivò di fronte a quella che capì sarebbe dovuta essere la sua camera,poi sospirò. Il soffitto in legno le dava un senso di protezione alquanto elevato,almeno c'era qualcosa di cui Eileen andava fiera. Sfiorò con i polpastrelli il materasso,sul quale poco dopo poggiò il pesante bagaglio.

'Benvenuta a casa Styles.'-sentì sussurrare ad un orecchio,dopodiché due possenti mani le cinsero la vita. Eileen chiuse gli occhi sorridendo,poi deglutì.

Impotence. [h. s.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora