Fragile

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Ryan era un giovane ragazzo come tanti, alto poco più di un metro e settanta, capelli neri e occhi verdi, ma qualcosa lo distingueva dalla gran parte dei suoi coetanei. Una rara malattia inguaribile lo affliggeva dalla nascita, rendeva il suo cuore fragile, un'emozione forte lo avrebbe fermato e avrebbe posto fine alla sua vita. Ryan viveva in una piccola villa isolata nel verde, i suoi genitori volevano proteggerlo e poteva lasciare casa solo una volta a settimana. Per quella occasione speciale il ragazzo era solito recarsi un una piccola fumetteria, l'atmosfera era piacevole, l'odore della carta impregnava l'aria e della tranquilla musica jazz si diffondeva nella stanza. Anche quel sabato Ryan era in negozio come sempre e come sempre sfogliava i nuovi numeri, si perdeva nelle figure e nei colori e la sua mente viaggiava in mondi immaginari, in mondi dove poteva essere un supereroe, un guerriero medievale o un ragazzo dagli strani poteri che combatteva per difendere il Giappone dal male. Viaggiava in luoghi immaginari in cui la malattia non poteva seguirlo, c'erano solo lui e la sua fantasia, lì era felice per davvero. Quel giorno però qualcosa irruppe in quel mondo immaginario che aveva nuovamente creato intorno a sé. Una voce femminile dolce e rassicurante riportò il ragazzo alla realtà <<scusami, sai dirmi dove posso trovare gli ultimi numeri dell'attacco dei giganti?>> Ryan si girò e...rimase bloccato a fissare la ragazza che gli aveva appena parlato. Era bionda, la pelle candida e le labbra rosse , lo guardava sorridendo. La cosa che lo bloccò furono i suoi occhi, erano di una bellissima sfumatura di viola, messi in risalto dalle luci del negozio. Non sapeva quanti fosse raro quel colore dell'iride ma poco gli importava. Era la ragazza più bella che avesse mai visto. Non aveva mai avuto interesse per l'altro sesso, ma in quel momento provò sensazioni mai provate prima. Sentì il suo cuore sforzarsi e una fitta proruppe nel suo petto, facendolo piegare in due. La ragazza si avvicinò preoccupata <<Stai bene?>> Ryan tornò in sé e con un paio di respiri fece tornare il suo battito normale <<Sì sto bene. Credo che i manga siano nello scaffale in fondo a sinistra>> disse lui ricomponendosi. <<Grazie, sei gentile. Mi chiamo Elena comunque>> disse lei tendendogli la mano <<Ryan>> rispose lui balbettando. Quando la sua mano strinse la sua faticò a non ricadere nel dolore provato poco prima. Lei si allontanò per cercare il fumetto, lui prese un albo e cominciò a sfogliarlo, ma la sua mente lo portò in un mondo diverso stavolta. Era con Elena, si vedeva con lei mano nella mano, davanti a un tramonto o sdraiati l'uno affianco all'altra. Si rese conto di essersi innamorato. Era felice ma aveva anche paura, cose come l'amore avrebbero potuto ucciderlo e lui lo sapeva. Ma doveva rivedere Elena ad ogni costo o sarebbe stato ancora peggio. Arrivò l'ora di chiusura e Ryan tornò a casa con rammarico. Nei giorni seguenti pensò a lei con malinconia e ciò a volte gli provocava dolore, ma nulla sarebbe stato in confronto al non rivederla. Il tempo passò e lui tornò al negozio. La paura di non trovarla lì lo attanagliava e il dolore iniziava già a farsi strada nel suo petto, ma la visione della ragazza lo sollevò, come se qualcuno lo avesse preso di peso e tirato su, di colpo. La salutò con la mano e lei rispose al saluto e sorrise. Ryan notò che comprava sempre lo stesso fumetto, attacco dei giganti. Non si era mai interessanto alla saga ma aspetto che lei uscisse per darci un'occhiata, voleva avere un'argomento di cui parlare. Rimase colpito dalla trama e iniziò a comprare anche lui i numeri della saga. I due fecero sempre più conoscenza , seppero sempre di più l'uno dell'altra, nonostante lui le tenesse nascosta la malattia. Ryan si innamorò sempre di più di Elena, i suoi occhi viola restavano nella sua testa, impressi come a fuoco, quando chiudeva gli occhi li rivedeva, stessa cosa nei sogni. Sognava la sua voce e sognava di passare del tempo con lei, fuori dal negozio. Dopo mesi, decise che sarebbe stato il momento di chiederle di uscire. L'ansia era tanta in lui e il cuore stava per esplodergli in petto. Prima che lei arrivasse, mise una lettera da lui scritta nel nuovo numero del manga e uscì. La vide entrare dalla macchina, prese il fumetto che lui aveva messo in prima fila, vide la lettera e iniziò a leggerla, proprio allora l'auto partí e lui tornò verso casa, tornò al mondo che tanto detestava, al letto circondato da macchinari e alla solitudine e alla monotonia della sua casa di campagna. La lettera era tutto ciò che avrebbe voluto dirle, metterlo su carta era stato per lui facile. Diceva: <<Ciao, non sono bravo con queste cose, lo premetto. Vedi passare del tempo con te mi fa sentire felice, mi fai battere il cuore come mai prima mi era capitato, susciti in me emozioni che non avrei mai creduto di provare. Con te sono me stesso veramente. Volevo chiederti di vederci fuori magari, un giorno. Non importa dove, mi basta passare del tempo con te. Tu mi piaci Elena, davvero. Qui ho scritto il mio numero, chiamami se vuoi.>> In fondo al foglio vi era un numero di telefono. Durante la settimana Ryan passò le giornata attaccato al telefono fisso di casa, aspettando una chiamata, ogni giorno la speranza affievoliva. Ryan soffriva sempre di più. Il giorno prima di andare in negozio, il cuore batteva come non mai, il dolore lo immobilizzò, non vide più nulla. Rivide un'ultima volta i suoi occhi, il suo sorriso...poi abbracciò il cordless con le sue ultime forze e stramazzò a terra.
<<Buongiorno, parlo con Ryan?>> Una voce femminile adulta rispose con una nota triste <<Ryan si è spento ieri, soffriva di una malattia di cuore e ieri ha raggiunto il limite>> Elena cadde in ginocchio piangendo, scagliò il cellulare lontano nella fumetteria. Guardò il mazzo di fiori che aveva in mano, le lacrime cadevano sulle rose rosse e bianche che componevano il mazzo. Voleva dirgli ciò che provava lì, in fumetteria, dove si erano conosciuti. La sua mente continuava a incolparsi della morte di Ryan. Elena si tolse la vita poco dopo, un po' per tristezza un po' per sensi di colpa. Avrebbe fatto di tutto per raggiungere il ragazzo che amava, anche morire. Alcune persone sostengo ancora che, nella musica jazz della fumetteria, si possa sentire un pianto sommesso, femminile.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 24, 2019 ⏰

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