«Questo caffè fa schifo!» esclamò inorridito Liev, sputando il caffè tiepido nel lavandino. «È… freddo!» Si asciugò la bocca con la manica della maglietta bianca, su cui si poteva leggere una scritta enorme: S.A.M.E.
«Oh, andiamo, Bruce!» disse Stuart con un tono ironicamente esasperato, mentre sistemava le provviste sugli scaffali dell’immensa cucina tecnologica. «Siamo solo al Sol 1 e già ti lamenti? Non ricordi cosa ci avevano detto durante l’addestramento? Ragazzi, ricordatevi che sulla base la pressione dell’aria sarà solo il venti percento di quella della Terra e dell’Argo, e l’aria sarà composta di ossigeno puro, come sui vecchi moduli dell’Apollo; l’acqua a quella prensione bolle a soli 61 gradi Celsius. È normale che ti sembri freddo, ti ci abituerai in un paio di Sol!».
«Comunque non ho ancora capito perché diavolo lo chiami Bruce!» urlò Linda da dietro il portone rotondo della serra numero 3.
«Beh, l’abbreviazione di Liev sarebbe “Li”, ma suona male…» rispose a tono Stuart ridacchiando. «Quindi il primo “Li” che mi è venuto in mente è Bruce Lee”».
«Vallo a capire tu.» sussurrò Nadja a Linda, con un sorriso. «Quei due ragionano in modo incomprensibile!».
Linda rise spontaneamente.
Il professore di Storia dello spazio schioccò le dita per fermare la riproduzione olografica del filmato. I comandi vocali-sonori avevano reso obsoleti i telecomandi nel lontano 2038.
«Bene, ragazzi, chi sa dirmi cos’è un Sol?» Il professore scrutò attentamente la classe in attesa che uno dei suoi alunni alzasse la mano per rispondere. Nessuna mano si mosse. «“Sol” è il nome con cui s’indica un giorno marziano, che dura ventiquattro ore e quaranta minuti all’incirca.
«Quella che abbiamo appena visto è la prima registrazione ufficiale della missione Ares XIII, svoltasi nel lontano 2102. Chi sa dirmi la particolarità di questa missione spaziale?»
Questa volta furono due le mani ad alzarsi nella classe. «James, prego!» esclamò sorridente il professore.
«Era la prima missione con equipaggio che sbarcò su Marte?» rispose domandando il ragazzino.
«Ci hai provato, ragazzo! Gwen?» Il professore passò la parola alla proprietaria dell’altra mano alzata, una ragazzina timida con un paio di occhiali rossi decisamente troppo grandi per la sua faccia.
«La prima missione con equipaggio che sbarcò sul pianeta rosso è stata Ares III nel 2069!».
«Bravissima!» si complimentò il professore. «E sai dirmi qual è stata la novità di Ares XIII?».
«Ares XIII, nel 2102, fu la prima missione che portò una colonia stabile su Marte» rispose la ragazzina dopo averci pensato per qualche secondo.
«Ottimo, Gwen, ne terrò conto per la prossima interrogazione!» disse il professore, felice di avere un’alunna tanto appassionata alla sua materia. «Come Gwen ci ha ricordato, questa missione fu la prima che stabilì una colonia di uomini su Marte. I quattro membri dell’equipaggio erano Stuart Gordon, Linda Ferri, Liev Gagarin e Nadja Sokolov. Tutti loro facevano parte del corpo astronauti del S.A.M.E., l’agenzia spaziale che si occupava dell’esplorazione del suolo marziano e che ora regola i contatti e gli scambi tra la popolazione terrestre e le colonie marziane.
«Bene, in questa missione spaziale fu usata un’enorme astronave, dotata, peraltro, di una serie di apparecchiature in grado di simulare l’attrazione di gravità terrestre in alcune zone del veicolo, in modo da evitare un’eccessiva perdita di massa ossea negli astronauti. L’attrazione gravitazionale, durante gli otto mesi di viaggio tra Terra e Marte, andava man mano diminuendo per abituare gli astronauti alla gravità marziana, che è quasi un quarto di quella terrestre! La nave fu chiamata Argo, come quella dei miti greci, e aveva le fattezze della Stazione Spaziale Internazionale, la I.S.S., andata in disuso nel 2020, con enormi pannelli solari sporgenti da ogni lato della stiva e con gli innumerevoli schermi anti radiazioni. Ora porteremo il video avanti di qualche gior- Sol, di qualche Sol.».
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Tramonto Azzurro
Science FictionIn questo breve racconto ho dato sfogo alla mia fantasia per raccontare quello che, un giorno, potrebbe essere il nostro futuro. Quattro uomini, coraggiosi a mio avviso, che dedicano loro stessi all'esplorazione dello spazio fino al punto di accetta...