PROLOGO

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Una bambina, un lungo prato verde.

Un uomo che ride in lontananza, una palla di tela che viene lanciata.

Risate, di un giorno felice.

Il villaggio di Predaria, una brezza leggera.

Tess, si chiamava.

Correva e correva, senza fermarsi mai. A perdifiato. Gli abeti si muovevano leggermente.

Un rumore improvviso. Corni da guerra.

La collina dietro alla magione. Il cielo si fece verde cupo. L'uomo davanti a lei si volto' atterrito.

Una figura nera come la pece, buia come il buio della notte. Due occhi rosso sangue. Fuoco verde dalla mano.

Una fiammata tra le nuvole.

Un urlo terrificante, l'anello s'illumina...

Tess si sveglio' improvvisamente, ansimante.

"Ancora..." penso'. Si portò le mani davanti al viso, per asciugarsi il sudore.

Quell'incubo era l'unica cosa che ancora la spaventava.

Guardò la sua mano destra,l'anello sull'indice era luminoso.

"Come di consueto".

Si alzò molto lentamente, tastandosi il corpo per controllare se stesse bene.

Uscì dalla tenda, le luci dell'alba l'accolsero con un caldo abbraccio. Il sole aveva appena buttato la sua luce rosso sangue sulla foresta di betulle intorno a Pasea.

Diede un occhio dietro di lei per controllare se la carcassa della salamandra fosse ancora appesa all'albero accanto al falò.

Era ancora lì.

"L'urina di Orso Scarlatto funziona. Dovrei usarla più spesso per tenere lontane le iene".

Andò al fiume che si trovava poco sotto la collinetta sulla quale la ragazza risiedeva. Si inginocchiò e vi si specchiò.

«La solita vecchia Tess..» disse, fissando il suo riflesso nella limpida acqua.

Era una sedicente diciottenne, con i suoi medio lunghi capelli castoni ed i suoi sfavillanti occhi.

Ne aveva uno verde smeraldo, un raro colore che solo in pochi in quel mondo possedevano.

Mentre l'altro era arancione. Quello non era naturale.

Ma a lei non piaceva ricordare quello che aveva creato quell'occhio. Non le piaceva ricordare nulla del suo passato.

I tratti del viso della ragazza erano estremamente delicati, nulla a che vedere con i cacciatori di mostri. Naso delicato, labbra semplici ma a loro modo perfette.

Mosse la testa a destra, portando una frazione dei capelli dietro l'orecchio , per controllare la sua vecchia cicatrice.

Le attraversava la tempia per poi finire sulla guancia, non si vedeva troppo ma a lei piaceva. Le dava un'aria dura.

Prese un po' d'acqua con le mani e le portò al viso, bagnandosi la faccia.

Non appena finito, tornò all'accampamento.

Spense il fuoco con della terra. Si diresse verso la tenda, entrandovi. Afferrò la sua sacca e l' aprì: All'interno c'era la sua tenuta da cacciatrice. Pelle nera con uno spallaccio di metallo. Aveva un corpetto nero e bianco molto elegante.

Era estate,la stagione preferita da Tess per svariati fattori: dall'andare a dormire unicamente con le sottovesti, alla possibilità di trovare le bestie più rare ed esotiche.

Indossò velocemente la cappa ed alzo' il cappuccio nero.

Estrasse la sua polsiera.

Per quanto comoda e regale potesse sembrare, quello strumento era una letale ed efficiente macchina di morte: vi aveva attaccata una balestra da polso speciale, in grado anche di sparare rampini utili per le scalate veloci.

Legò alla cinta il pugnale di acciaio nero e le varie pozioni curative o velenose. Le aveva pagate un occhio della testa e non voleva che si rompessero nella sacca.

Andò all'albero, dove vi era appesa la salamandra, e tagliò il nodo superiore della corda.

La lucertola cadde con un tonfo. Tess la caricò in spalla assieme alla sacca e si mise in viaggio.

Ci avrebbe messo poco, la città di Pasea non era troppo lontana.

Avrebbe potuto passare la notte in una locanda, ma lei preferiva stare dove si trovava meglio: la foresta.

Arrivò davanti alle porte della città quando il sole era sopra di lei.

«Chi siete?» urlò una delle guardie.

Tess sbuffò «Sono qui per conto di un mercante, gli servivano pelle e carne di questa bestia che ho sulle spalle...basta come spiegazione?».

La guardia si girò e fece un cenno con le mani, poi scomparve per un attimo. Le porte si aprirono con un grande rumore metallico.

In un secondo Tess si trovò dal silenzio della foresta alla caotica realtà cittadina. Pasea era una delle città più grandi conosciute nel regno.

Lunghe strade di pietra vi si dilungavano a perdita d'occhio. Le case si accalcavano tra di loro, quasi sembravano volersi liberare dalle loro fondamenta in maniera confusionaria.

Ma oltre all'urbana e mondana città, la prima cosa che si notava era l'enorme castello che lo sovrastava.

Decorato ed elegante, aveva delle enormi guglie che si dilungavano quasi verso il cielo. La struttura era costruita in mattoni bianchi mentre le guglie brillavano di rosso porpora.

Non era la prima volta che Tess metteva i piedi in quel posto, vi era già stata per un paio di contratti. Una volta addirittura le toccò uccidere una gigantesca viverna di montagna.

Odiava quelle creature.

Tra le bancarelle della via principale trovò quella del mercante che le aveva affidato l'incarico.

Buttò la salamandra di fronte al mercante, stava sonnecchiando e l'impatto lo fece sobbalzare.

«Ma che modi sono questi?!» sbraitò il mercante.

Tess appoggiò il gomito alla bancarella, si tolse il guanto destro e prese a guardarsi la mano.

«I miei. Ora dammi quanto pattuito e ti lascerò in pace.» strofinò il pugno sul petto.

Il vecchio uomo mugugnò e da sotto il banco tirò fuori un piccolo sacchetto di monete d'oro.

«200 monete d'oro. Quanto pattuito, ed ora sparisci!» Grugnì.

«E' un piacere fare affari con te!» Tess girò i tacchi e se ne andò.

Tuttavia, mentre stava uscendo dalla città, venne fermata da due guardie ed un ciambellano reale.

Quest'ultimo indossava una casacca oro e viola con un drago appoggiato ad una lancia, erano i colori ,ed il simbolo ,simbolici del regno.

Sembravano abbastanza di fretta ed affannati, parevano aver inseguito proprio lei.

"Ed ora questi cosa vogliono?".

Il ciambellano alzò lo sguardo dopo aver ripreso fiato.

«Tu sei Tess BlackFang?la cacciatrice di mostri?».

Lei alzò il sopracciglio e rispose «Si...cosa volete?».

«Il re richiede la vostra presenza!» rispose. Pareva abbastanza allarmato.

"Il re?" pensò Tess, poi tese il braccio ed esclamò «fate strada.»

Si avviò con i tre verso il castello che fino a qualche momento fa pensava irraggiungibile.

Camminando, la ragazza notò una grande mobilitazione di soldati per tutte le strade. A giudicare dalla faccia dei passanti, non succedeva spesso. C'era qualcosa che non andava.

Tess Zannanera: le originiWhere stories live. Discover now