Capitolo 3: Vita polverosa

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Le sedie del giardino necessitavano di una profonda pulizia. Impolverate, rimandavano ancor più a quel senso di antico già evidente a causa delle scheggiature nel legno. Stavo abbozzando il sentiero pietroso cosparso di nanetti colorati. Niente di particolarmente difficoltoso o di grande significato. Era uno sfogo. Lo sfogo a tutti i dubbi che pian piano stavano sorgendo nella mia mente incasinata. La proposta di mio fratello mi rimbombava ancora nelle orecchie a distanza di due giorni. Quel che più mi costernava, però, era la risposta dei miei genitori.

Kyros dichiarò che dopo cena avrebbe dovuto fare un annuncio. Tutti rimanemmo sbigottiti e mia madre, forse, un po' spaventata. Comunque sia, tutto procedette velocemente e finalmente a cena conclusa, cane rabbioso si alzò con fare solenne. Socchiuse lentamente gli occhi e tossi lievemente, facendomi ridere per l'aria fintamente seria che voleva ostentare.

- Ho deciso che Dim verrà con me in vacanza. Me ne prenderò cura, lo prometto. -

Quel suo vizio di chiamarmi con il mio secondo nome, per altro abbreviato faceva nascere in me una nota di disapprovazione pungente. La mia concentrazione fu, però, presto rubata dalle facce perplesse dei miei. Scoppiai a ridere, riempendo quell'imbarazzante silenzio che si era venuto a creare. L'occhiataccia di mia madre mi sortì un effetto contrario a quello pensato e risi ancora più forte. Mi godevo la scena spensierata, sicura che quel soldatino improvvisato avrebbe fallito nella sua ridicola missione. Mai avrei creduto a quel che sarebbe successo pochi istanti dopo.

- Per me va bene. -

Mio padre non era mai stato un tipo esageratamente severo o inflessibile, ma quello andava ben oltre la mia concezione di normalità. Normalità che comprendeva uscite limitate al weekend, tranne eccezioni, e rientri non oltre certi orari: niente di eccessivo, insomma. Fatto sta che l'accesa discussione con mia madre si concluse con una sua vittoria o per meglio dire, una vittoria del cane rabbioso. Come se tutto ciò non fosse abbastanza surreale, quest'ultimo mi avvolse in un abbraccio stritolante che mi lasciò senza fiato.

Così mi ritrovavo su quella sedia sgangherata e polverosa, a rimuginare sull'imminente partenza. "Lo facciamo per il tuo bene", "Hai bisogno di rifarti una vita". Ma se questa famosa "nuova vita" io non la volessi? Se non fossi ancora pronta per ricominciare da capo?
Con un gesto spazientito scaraventai via la matita, che dopo aver sbattuto rovinosamente contro il cancello in ferro battuto, rotolò divisa in due parti nell'erba. Avevo appena sprecato una delle mie matite preferite. Con ancor più nervosismo accumulato, presi il mio blocco, la matita rotta e la gomma ed entrai in casa dalla porta sul retro.

Angolino autrice inesperta:
per fortuna questo capitolino non si è fatto attendere troppo. Alla fine Phoebe partirà su esortazione della famiglia preoccupata. Ma sarà la scelta giusta? Riuscirà a superare le sue insicurezze? Nel frattempo, una piccola curiosità.

Curiosità piccina:
Phoebe è nata il 15 marzo. Kyros è nato il 22 novembre ed è più grande della sorella di 4 anni.

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