𝒑𝒓𝒐𝒍𝒐𝒈𝒐

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"Megumi, mi raccomando. Vedi di studiare e non fare impazzire la madre di Tamaki."

"Si, sta tranquilla! Quando tornerò però giocheremo a calcio vero? Promettimelo!"

"Sai che non so nulla di calcio. Io vado a lezione di violino da quando avevo sette anni, se non fosse stato per te non avrei neanche acceso la televisione sui canali che trasmettono le partite lo sai. Sei davvero una bambina testarda e so bene che se ora ti dicessi di no andresti avanti l'intero pomeriggio. Quindi questa sera ti prometto che giocherò con te a calcio, passo a prenderti io e andiamo insieme al parco okay? Ora fa la brava e va però."

"Ti voglio tanto bene Yumi!"

Ricordo ancora il suo dolce sorriso mentre cercava di trattenersi dall'abbracciarmi per evitare di fare tardi, riesco ancora a vedere il modo in cui le brillavano gli occhi dopo la promessa che le avevo fatto, quella promessa che a causa di un terribile incidente non ho potuto mantenere.

"Mayumi. Ci sei? Stavamo parlando della cena di sabato prossimo ma sembra che tu abbia la testa tra le nuvole. Sei sicura di stare bene? Qualcosa ti preoccupa?" mi chiede guardandomi con preoccupazione ma io rispondo con un sorriso, intenta a tenere ancora il frappé alla fragola iniziato dieci minuti fa tra le mani.

"Non preoccuparti, sto bene. Stavo solo pensando a Megumi, devo andare a trovarla in ospedale altrimenti si offende e mi mette il broncio una settimana. Adesso mi conviene andare altrimenti si fa ora di cena e sono costretta a rimandare, ti spiace se continuiamo l'argomento cena tra famiglie questa sera? Dormirò qui per i prossimi due giorni, dopotutto domani riprendono le lezioni e sarai di nuovo obbligato a sopportarmi ogni giorno. Sei contento?" gli chiedo iniziando ad avviarmi verso la porta, ma vengo fermata dalle sue parole.

"Quando non vuoi far capire cosa pensi inizi a parlare senza fermarti un attimo, sai che conosco anche questo lato di te. Lo sai vero che se ti preoccupa qualcosa puoi parlarmene liberamente?" sorrido, poggiando la testa sulla porta.

"Si, lo so."

"Bene. Comunque Mayumi, se non ricordo male Megumi non ti aveva chiesto di rimandare a domani la tua visita?" mi chiede e in risposta colpisco la mia testa con un leggero pugno, facendo poi anche una linguaccia.

"Mi hai scoperta. Megumi voleva passare del tempo da sola almeno per oggi, però so cosa prova. Nonostante non voglia ammetterlo si sente sola e vorrebbe che io andassi a trovarla sempre."

"Allora non farla aspettare." sorrido di nuovo e dopo averlo salutato mi avvio, cercando di finire in fretta il frappé.
D'un tratto finisco con l'osservare il solito negozio che vende dolci a sinistra della strada, di solito non è aperto a quest ora quindi non ho pensato di controllare.

"Forse potrei approfittarne per prendere quei biscotti che gli piacciono tanto." dico tra me e me tenendo poggiato un dito sul mento, con lo sguardo rivolto al cielo.

"Si, farò così." sorrido e aumento il passo per evitare che la fila si accumuli, non vorrei arrivare in ritardo una seconda volta e fare attendere a lungo Megumi.

"Mi dispiace molto signora Kimura ma al momento sua figlia non può più usare le gambe, e temo che per un po' dovrà abbandonare il suo sogno di giocare a calcio. Spero con tutto il mio cuore di poterla aiutare a riprendersi, da adesso sua figlia sarà sotto la mia responsabilità e le mie cure.
Per qualsiasi cosa non esiti a chiamarmi."

Una volta uscita dal negozio mi reco verso l'ospedale con un paio di sacchetti in mano, sono entrata con l'intenzione di prendere alcuni biscotti solo per lui ma sono arrivata alla conclusione che se mi fossi presentata da quella piccola peste senza nulla non avrebbe esitato a offendersi, credo che dei pasticcini con cioccolato e fragole possano bastare.

𝑰𝒏𝒂𝒛𝒖𝒎𝒂 𝑬𝒍𝒆𝒗𝒆𝒏 𝑮𝑶 - 𝕗𝕠𝕣𝕓𝕚𝕕𝕕𝕖𝕟 𝕝𝕠𝕧𝕖Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora