Prologo
Sono sempre stata "la strana ragazza", quella che tutti guardano a bocca aperta oppure straniti, o pieni di giudizi. Perché? Perché semplicemente sono me stessa.
Mi chiamo Amalia, ho 17 anni e vivo da sola con mia madre, ho un fratello che fortunatamente è fuori paese per college.
I miei capelli naturali sono neri, ma li tingo spesso e uso le lentine colorate. Mi piacciono i colori, anche se nel vestire non risulta. Sono alta... No. Non sono alta, sono bassa 1,57 e peso sui 43/45 chili. Adoro comprarmi vestiti, trucchi.. Mi piace viziarmi ecco, nessuno l'ha mai fatto con me e quindi ho imparato a farlo da sola.
Per questo lavoro, ho lasciato scuola da circa un anno e mezzo, praticamente al secondo anno delle superiori. Mi è bastato per capire che quel posto non fa per me. Allora iniziai a lavorare finché mia mamma ebbe la bellissima idea di cambiare città, e li cambio totalmente la mia vita.6:15AM
Sono esattamente più di 24 ore nella mia nuova casa, e no col cazzo al detto "ambientarsi con calma è meglio" mia madre vuole già mandarmi a scuola.
«Lia non fare capricci, con il mio nuovo lavoro non ho bisogno che lavori anche tu e voglio che continui gli studi, lo sai» «Mamma ma io voglio lavorare per me, capisci?» «Lia, qui non c'è il bibliotecario che ti conosce da quando eri un fagiolino, nessuno ti darà un lavoro senza un licenza, ora niente storie e sbrigati, farai tardi» sbuffai e andai a farmi una doccia. È dalle 5:30 che discutevo con mia madre per ciò.. Un lavoro si trova ovunque, anche lavare i piatti andrebbe bene.. Ma la scuola.. La scuola no cazzo. Uscii dalla doccia e pettinai i capelli. La tinta pian piano stava svanendo e da un rosso acceso, ad un rosa è diventato un pesca. Era il momento di cambiare, appena si schiarisce ancora un po' per fare decolorazione li tingo di un blu acceso.
Misi l'intimo e una felpa della the nord face nera e dei leggins neri. Tornai in camera per truccarmi. Misi le lentine celesti, tipo azzurro cielo. Feci una riga di eyeliner e misi le ciglia finte e un gloss trasparente.
Finalmente ero pronta, erano le 6:55 e la scuola iniziava alle 7:20. Fortunatamente non era distante da casa. Presi lo zaino, il telefono e le cuffie, salutai mia madre e presi le chiavi e uscii di casa. Ottobre si sentiva, ma ovviamente io esco solo in felpa, è giusto. Mi maledico da sola per il freddo di questa città, camminai a passo svelto finché ho intravisto la scuola e siccome erano le 7:00 decisi di entrare in un bar a prendere un caffè. Appena misi piede tutti si girarono a guardarmi, ormai ci avevo fatto l'abitudine. A testa alta andai ad ordinare il mio caffè e il ragazzo dietro al bancone si girò..
Non potevo credere alla bellezza di quel ragazzo. Era alto, muscoloso, occhi color grigio cristallo e i capelli neri e lisci. Aveva il viso definito sembrava un dio.
«Cosa le posso servire?» mi chiese il ragazzo. Scesi con i piedi a terra e smisi di sognare.. «Uhm.. Un caffè grazie.» lui mi guardò e sorrise e io arrossì leggermente, «arriva subito.» Mi disse girandosi e preparandolo. «Anthony, quante volte ti ho detto che a quest'ora devi andare?!»
«Scusa ma', non potevo mica lasciare una bella ragazza senza il suo caffè» disse il ragazzo girandosi, sua madre mi fece un sorriso e si scuso per lui e lo mandò via. Uscii e mi avviai verso la scuola e più andai avanti e più capii che era una scuola per ricconi figli di papà. Tutti vestiti bene, firmati, eleganti manco fosse una festa importante. Proprio in questa scuola dovevo finire? Entrai e cercai la segreteria, che trovai molto facilmente. «Buongiorno» dissi, e la segretaria alzò lo sguardo.. «Buongiorno.. Tu devi essere.. Amalia Robert? Mi avevano detto che eri.. Un po' diversa» mi sorrise cordialmente. «Hai lasciato la scuola a 15/16 anni, in 2 quindi.. Inizierai quindi dal secondo anno, speriamo bene, no? Tra poco arriva un nostro studente che ti farà fare il tour della scuola e poi potrai iniziare le lezioni. Ben venuta alla West High School»
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Essential
RomanceUna gabbia stretta come il mondo la mia anima non l'aveva mai vista. Ricordo che vagavo tra i sistemi solari. Ricordo che mi mancava mio padre.. Sto riflettendo. Pensavo alla libertà, bella invenzione. Non esistono uomini liberi, non esistono donne...