Lo snervante ticchettio del grande orologio a pendolo del salotto rompeva il silenzio del modesto appartamento a due piani della famiglia Swarts. Emily Swarts, unica figlia della famiglia, odiava quel rumore costante e fastidioso: la innervosiva sempre, finendo così per disconcentrarla dal suo lavoro.
E anche stavolta non faceva eccezione.
Esasperata dall'odioso ticchettio, chiuse di scatto il piccolo diario dalla copertina rossa rilegata, nel quale scriveva durante il suo tempo libero.
Lasciò le sue cose sul tavolo in mogano e si diresse verso il lungo corridoio tetro della sua casa, che quel giorno appariva maggiormente spoglia e fredda.
Trascinando con sé la sua perenne malinconia, Emily entrò in camera sua e si sdraiò sul letto.
Chiuse gli occhi, intenta ad immaginare cose che la fecero sorridere.
Restò così a lungo, e sentì pian piano che si stava addormentando.
Un colpo improvviso le fece spalancare gli occhi di scatto.
"Sembra provenire dal piano di sopra ", pensò Emily "sarà sicuramente un topo ", si volle rassicurare, ma non riusciva a scacciare il senso di gelo che provava. In effetti, come scusa poteva essere plausibile, dato che i genitori di Emily avevano deciso di trasformare il piano di sopra in un'enorme soffitta.
Non sentendo più alcun rumore, Emily si tranquillizzò e richiuse gli occhi, ma un altro rumore, stavolta più forte, la fece scattare in piedi.
Passarono alcuni secondi, ed Emily restò in attesa, col fiato sospeso.
Il silenzio era rotto soltanto dall'orologio a pendolo del salotto, a intervalli regolari.
Per quanto Emily lo detestasse, e per quanto quel suono potesse apparire macabro, la ragazza gliene fu grata, poiché impediva al silenzio di dominare.
Uno scalpiccio di passi direttamente sopra la sua testa la fece sobbalzare, e per poco non urlò dallo spavento.
Non poteva essere un topo, sicuramente.
"Sii coraggiosa ", pensò iniziando a salire piano le scale, sperando che non schricchiolassero come in uno di quei film che le faceva vedere l'amica.
Arrivata in cima alle scale, trasse un respiro profondo ed aprì piano la porta della soffitta.
Scrutò la stanza, apparentemente buia e vuota.
Provò ad accendere la luce, ma si ricordò che il padre aveva tolto la lampadina perché si era fulminata, quella Domenica.
"Non c'è nessuno ", pensò chiudendo la porta.
Scese le scale, ma si paralizzò sul posto quando sentì un urlo agghiacciante e macabro e soprannaturale.
Si chiese dove fossero i suoi genitori, con i quali litigava spesso, ultimamente. Soprattutto con la madre.
《Andiamo a fare la spesa》 aveva detto il padre, e lei li aveva annuito, salutandoli con la mano dalla porta d'ingresso.
Si scostò i lunghi capelli corvini da davanti gli occhi con un gesto meccanico.
Adesso i rumori erano diventati più forti, ed Emily si ritrovò a piagnucolare.
Non voleva andare di sopra.
Aveva paura. Una paura stupida, sì.
Da piccola il padre la prendeva sempre in giro scherzosamente perché aveva paura dei fantasmi.
Ed ora questa paura era tornata violentemente a farle visita.
《Coraggio》si disse 《i fantasmi non esistono.》
Aprì la porta di scatto e questa cigolò in modo terrificante.
Emily entrò nella grande stanza come in trance, attratta da qualcosa.
La sera stessa venne data dai genitori la notizia della morte della propria figlia, ed essa si sparse rapidamente in tutto il vicinato.
Dopo una settimana i signori Swarts cambiarono casa, non sopportando l'idea di vivere nello stesso luogo in cui la propria figlia fu ritrovata con la gola tagliata in una pozza di sangue, sul pavimento della soffitta.
La casa ebbe numerosi proprietari, ma nessuno di loro ci rimase a lungo:
ognuno accusava di sentire uno scalpiccio di passi provenienti dalla soffitta chiusa a chiave, ed il macabro ticchettio dell'orologio a pendolo, cje era stato portato via al momento del trasloco dai signori Swarts.
#Spazio scrittrice
Ciao a tutti, questa è una piccola storia horror che ho deciso di pubblicare. Spero vi sia piaciuta :)
~Runner_38♡
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Casa Swarts
HorrorUna casa. Un susseguirsi di tragedie che si ripetono nel corso della storia. La chiamano "Casa Swarts." Perché tutto è iniziato da lì. O no?