Introduzione

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Avete presente quella sensazione di disagio che si prova quando qualcosa o qualcuno ci fa sentire delle nullità?

Quella strana sensazione di vuoto in tutto il corpo, che ci fa sentire trasparenti ed invisibili agli occhi di tutti, e quel manto che pare coprirci il viso mantenendolo bloccato con la stessa espressione passiva, priva di emozioni.

E poi i nostri occhi: fermi e fissi, che come degli spilli lanciano involontariamente occhiatacce a chiunque ed iniziano in qualche modo a conficcarsi sempre di piú in quello che stiamo guardando.

Non dimentichiamo in oltre la strana sensazione di essere sconnessi dal mondo, o anzi, di non appartenere affatto ad esso.
I nostri capelli sciolti sembrano non voler proprio levarsi dal nostro viso, sembrano intenti a nasconderlo o a proteggerlo dal mondo esterno.

Ci sentiamo fuori posto.
Vuoti.
Sbagliati.

Senza volerlo risultiamo tesi e sottomessi, come se fossimo dei futili manichini. E questo ci fa arrabbiare.

È una sensazione così strana che non puó essere capita senza provarla.

È un vuoto apparente o reale, che peró riesce a renderci neutri, come dei fogli di carta bianca.
Ci rende quasi finti agli occhi delle persone.
Sembriamo non provare emozioni, sembriamo pietre inermi, facili da afferrare e lanciare in un lago, semplici da calciare via.
Ma c'è differenza tra una persona ed una pietra: la pietra se la lanci, non prova niente;
Una persona, per quanto priva di emozioni sembri, viene danneggiata molto, proprio lí, prima nella mente e poi nel cuore.

Come un veleno, l'indifferenza delle persone verso il nostro animo si diffonde, dando alla mente pensieri sbagliati ed infettando così i nostri cuori;

E questo fa male, molto male.

Il motivo è semplice: proviamo cosí tante brutte emozioni contemporaneamente e nella nostra mente corrono cosí tante idee sbagliate, che perfino la nostra coscienza ci rimprovera.
Intanto peró, ció che vediamo con gli occhi ci fa paura.
Proviamo molte brutte cose, sentiamo l'insicurezza che si prende il controllo di tutto.
Ci scorre nelle vene, ci prende il corpo e ci paralizza.

Il risultato è che le persone vedono solo un'individuo neutro, che cammina senza diffondere alcuna essenza, che si muove in modo innaturale, simile ad una marionetta, che somiglia ad una bambola, in grado di stare ferma in un'unica posizione per ore, senza battere ciglio, e da cui si puó scorgere solo il leggero dilatarsi dei polmoni.

Ma la verità è che proviamo molte più emozioni di tutti quanti messi insieme.

Le persone peró sono convinte di poter fare di noi qualsiasi cosa;

Questi siamo noi per davvero,
Questa è la nostra descrizione:
noi siamo i così detti "Asociali".

Le persone pensano che l' "Asocialità" sia una natura, ma per la verità è come una gabbia chiusa in una stanza, nella quale non si puó vedere oltre le sbarre ed il muro.

Io ero così: una ragazza che aveva l'impressione che il mondo fosse rivolto tutto contro di lei, che la odiasse.

Mi chiamo Monica Foys e la mia storia inizia all'età di 13 anni.
I miei genitori sono delle persone premurose e dal mio punto di vista mi hanno educata proprio come si deve.
Mia madre è Gioanna Sparkles e mio padre è Richard Foys.
Ho un fratellino, Andrea, che è sempre stato molto affezionato a me e un'amica di nome Weather Hoystrow.

Diciamo che è sempre stata la mia unica amica: a scuola potevo contare solo su di lei, dal momento che era sempre l'unica sempre pronta ad aiutarmi nel momento del bisogno.
Quando stavo con lei mi sentivo davvero me stessa, mi trasformavo in un'altra persona totalmente diversa dalla fredda e triste Monica Foys.

EVERYONE can CHANGEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora