Verano

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''Scriverò lettere d’amore da nascondere sotto il tuo cuscino per farti fare sogni più belli”

 

 

Ander dopo la confessione, non può credere che Omar lo abbia perdonato, che non lo abbia allontanato e guardato con lo stesso odio con cui lo ha guardato Guzman.

L’estate è iniziata. Una nuova estate, non è tutto risolto, tutt’altro, ma finalmente possono allontanarsi da Las Encinas, riprendere fiato, preparandosi a quello che verrà.

La luce entra dal lucernario sopra le loro teste, Omar a pancia in giù dorme rilassato, tanto che sembra avere un leggero sorriso sulle labbra.

Dopo tutto quello che è successo, hanno sempre e solo dormito abbracciati, senza andare mai oltre.

Gli avevano sempre detto che una volta che provi il sesso, non ne puoi più fare a meno, ma per lui Omar, non è solo sesso, come lo chiama lui, per Ander è amore; può essere solo amore quello che prova per il ragazzo con cui divide il letto ogni notte, con cui spera di condividere più vita possibile.

“Ti amo, Omar” gli bacia velocemente le labbra e lui stringe gli occhi in quel modo così tenero, che Ander adora, e lo lascia lì, controvoglia, lasciando che l’acqua della doccia, cancelli momentaneamente l’odore di Omar dalla pelle.

Nudo sotto il getto bollente, ricorda come ormai qualche mese prima, abbia perso quell’ultimo tratto della sua purezza. Di come, senza nemmeno parlare, Omar gli abbia messo davanti agli occhi quel condom, chiedendogli di condurlo in paradiso ancora una volta, e di come invece avesse lasciato dettare il ritmo a lui, il suo compagno, il suo ragazzo, il suo fidanzato. Il suo amore.

Il dolore, quella strana sensazione di sentirsi violato, ma allo stesso tempo, provare per la prima volta un senso di appartenenza totalitario.

Sa che non dimenticherà mai quel momento, Omar sopra di lui, a guardarlo con quegli occhi affusolati e di quel colore caldo e confortante. Non ha potuto confidare a nessuno quello che è successo, quello che hanno fatto, perché non è solo lui ad essere cambiato, lo è tutta la sua vita, anche se non sa ancora decidere quanta sia la percentuale di bene e male.

Vorrebbe urlarlo al mondo quanto ama Omar, quanto è felice, quanto si sente libero, ma sa di non poterlo fare, per non contare tutte le volte in cui, durante l’anno si è comportato da vero stronzo con lui, troppo abituato alla discrezione e troppo sopraffatto dai pensieri per capire che i cambiamenti che vedeva in Omar non erano veramente cambiamenti. Era il suo vero io che stava venendo a galla, finalmente, ma era qualcosa a cui non era abituato.

“Ander, ma dove stai andando? È il primo giorno di vacanza” non si è minimamente accorto di sua madre seduta al tavolo della cucina, intenta a fare colazione.

“Ciao mamma. Scusa” lei lo guarda stupita “Devo fare un regalo a Omar, almeno spero lo sarà”

E quando si parla del suo ragazzo, sua madre si trasforma, niente più madre o direttrice, sembra diventare una ragazzina felice.

Deve esserle grato per averlo accettato, per averlo supportato e accolto Omar nella loro casa.

“Torno per pranzo. Ti voglio bene, mamma” si sporge a baciarle la guancia e la lascia sola.

Tu eres mi norte y mi sur || OmanderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora