Equidistanti

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Aspettami.

Anzi, sai che ti dico?

Se non vuoi aspettare me, almeno aspetta che smetta di piovere.

E quando succederà, io sarò lì.

Ti prometto che sarò lì.

Con un ombrello grande abbastanza da riparare entrambi nel caso in cui dovesse ricominciare e un sorriso per scaldarti dal freddo.

Con l'odore di pioggia ancora fresco, le nuvole che lentamente si diradano, la calma piatta prima che si disegni l'arcobaleno.

Se non sarai tu ad aspettarmi, allora sarò io ad aspettare te.

Mi troverai lì.

Alla fine del temporale.

***

Il rumore del mare.

L'hai cantato nel tuo primo disco.

Tiro dalla sigaretta, ascolto le onde, cerco uno scorcio di alba tra le nuvole che la nascondono, la proteggono, come fosse la cosa più preziosa al mondo.

Il mare è piatto, calmo.

Mi stringo nella felpa e tiro su il cappuccio mentre muovo i piedi circolarmente tra i sassolini della riva.

L'odore di salsedine mi entra nei polmoni, sporcato dal fumo della sigaretta.

Mi lecco le labbra dopo aver aspirato.

Sto bene.

Sto davvero bene.

Ma non ti nego che spesso mi guardo indietro, mi faccio domande, cerco di individuare lʼesatto momento in cui ti ho perso. E lo trovo, lo rivivo milioni di volte e cerco di capire cosa avremmo potuto fare per far andare le cose diversamente.

So che non serve a nulla, ma lo faccio comunque.

Chissà tu, invece.

Chissà se mi pensi ogni tanto, chissà se ci pensi.

Chissà se ricordi quelle piccole cose.

I litigi, le sigarette, la pioggia, la vasca da bagno, lʼabitudine mai persa di tracciare il contorno dei tatuaggi, i bagagli smarriti, i cioccolatini, le chiavi della camera dʼalbergo della Puglia, le macchie di mascara sulla camicia, i traghetti in ritardo.

Dettagli stupidi, forse insignificanti, che però nella mia mente sono e rimarranno impressi.

Non potrei cancellare nulla neanche se volessi, dʼaltra parte.

Non dirò che mi manchi, perché non sento la tua mancanza.

Non posso sentirla, non ne ho il diritto.

Tu non mi manchi.

In fondo qualcosa o qualcuno manca quando non è nel posto che gli appartiene, quello in cui dovrebbe stare.

Ed è evidente che il tuo posto non sia accanto a me, così come il mio non è accanto a te.

Però posso dire che sento la tua assenza.

La sento forte e chiara.

Sento la tua assenza sulle labbra, sul corpo, sul palco.

La sento io, la sente la mia voce.

Sei presente solo quando scrivo.

È così che ti tengo vicino.

Ti stringo senza toccarti.

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