High school yandere

Rigida disciplina

Il suo sguardo era paragonabile a quello di un giaguaro pronto ad attaccare la propria preda. Ci scrutava a fondo, cercando di osservare tutti i nostri movimenti. Ci analizzava. Ayano Aishy era probabilmente la persona più psicopatica e severe dell'intero universo.
«badate troiette, che se sgarrerete morirete, se proverete a fuggire morirete, se cercherete di uccidermi o di tenermi testa morirete. Ogni mese ci sarà un esame: dovrete uccidere delle persone con delle tecniche particolari che imparerete qui, ma se non lo supererete finirete dietro le sbarre» disse lei guardandoci seria. Era ovvio che non si scherzava.

Io non avevo paura, ero pronta a tutto pur di diventare una yandere professionista. I miei genitori erano dei rammolliti vili, e io non volevo assomigliare a loro. Volevo essere LA yandere. Pretendevo addirittura di superare Aishy. Quando lei parlava nessuno si muoveva, nessuno respirava, nessuno pensava ad altro se non al fatto che lei avesse una pistola in tasca e che ci avrebbe potuto uccidere in qualsiasi momento. Era questo che ammiravo in lei, il fatto di essere imprevedibile.

Le selezioni per entrare in quella scuola erano andate piuttosto bene. Sono arrivata nel cortile della HSY insieme a quello stronzo di mio cugino, perché doveva fare anche lui le selezioni. Arrivò il mio turno: mi chiamarono nell'aula dove si tenevano le selezioni ed io mi avviai. Quando entrai nella scuola non credetti ai miei occhi; i ragazzi di prima camminavano allineati in fila indiana, tutti ammanettati l'uno con l'altro. Entrai in classe e non trovai nessuno, finché non mi spuntò da dietro Ayano pronta ad uccidermi, ma io avevo fatto Taekwondo e sapevo difendermi. Così riuscì a non morire e venni presa, mentre mio cugino morì miseramente accoltellato tredici volte allo stomaco.