C'è silenzio.
Al contempo,dentro,sta gridando come un ossesso,sbraitando e sputandogli in faccia tutto ciò che non ha mai trovato la sfacciataggine di rivelargli.
La sua voce trema,il suo corpo ridotto ad una fredda lastra di pietra scalfita.
La sua mente gli urla di continuare,di fargli del male e di bruciarlo vivo per mezzo del fuoco che le sue parole celano.
Il suo essere è devoto a quel richiamo,il suo corpo,no.
Ed è per questo motivo che quando i suoi occhi sbraitano avvelenandolo,le labbra si serrano impassibili in una linea che di perfetto non ha nulla.
Sente le viscere bruciare vive sotto il suo stesso sguardo,mentre nel riflesso di quella superficie sudicia,di sé, non riconosce più nulla.
Niente occhi scuri e dal taglio felino,solo due organi iniettati di sangue che lo giudicano,lo uccidono per un modo in cui non è e non potrà mai essere.
Le mani di Namjoon sono svanite insieme alla polvere che prima lo seguiva per casa,spargendo saliva salutandolo con un coltello affilato alla finestra.Da quel giorno, nulla è cambiato.
Adesso sono dentro di lui,attorno al suo cuore,tra i polmoni bucati e il fegato.
Si strattonano,calpestandosi a vicenda per avere la meglio su qualche osso da spezzare,divorandosi per assaporare il suo midollo.
Kim Taehyung in passato asfaltava le strade a grandi passi,scavalcando cancelli impigliandosi nel cielo,tanto il suo ego era smisurato.
Adesso,Kim Taehyung è morto.Si è ucciso con le sue stesse mani mentre rideva come un pazzo,sguazzando frenetico nel suo stesso sangue.
Si è distrutto suicidandosi,seguendo il contorno dei muscoli col filo della lama fino a spellarsi vivo e torturarsi riducendosi allo stremo.
Lo spettro delle sue dita aleggia ancora nitido sopra i suoi zigomi,sporgenti e bagnati di sale.Lo sente sulle clavicole e tra le scapole che gli disassembla le vertebre, torcendole senza alcun rimorso in uno scatto consapevole.
Taehyung è soffocato ingoiando la polvere del suo salotto.
Si era accumulata e non aveva idea di che farsene,fino al giorno in cui Namjoon se n'è andato e lui si è ucciso,tagliandosi le vene e soffiandoci dentro gli acari con un ghigno sulle labbra,impaziente di sentire le sue stesse urla riempire le pieghe di quella baracca vuota.
La notte trascorre tranquilla,silenziosa e immacolata come mai prima di allora.