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Lunedì sera per Louis significa solo e soltanto relax.

Totale e assoluto relax guardando il suo programma preferito: niente e nessuno può scollarlo dalla sua postazione sul divano davanti al televisore e intromettersi tra lui e il calcio.

Harry questo lo sa bene, più di una volta infatti ha provato a trascinarlo fuori di casa magari per andare a mangiare una pizza, per vedere un film al cinema o semplicemente per una passeggiata lungo le vie della città. Il lunedì precedente si è seduto accanto a lui e si è permesso di cambiare canale qualche minuto prima dell'inizio, dire che ha rischiato il linciaggio è un eufemismo. Le ha provate tutte ormai, ma ogni suo tentativo è sempre stato invano. Quando si tratta di quel programma non ci sono né santi né madonne che tengano, il liscio entra nel suo mondo e finché non finisce non c'è per nessuno.

In questo momento Harry è appena uscito dal bagno dopo esser stato immerso per più di mezz'ora nella vasca a riflettere su cose più o meno filosofiche. Sta andando in camera per vestirsi quando, dal salotto al piano inferiore, sente Louis lasciarsi andare ad una fragorosa risata. E' una risata di pancia, una di quelle spontanee e contagiose, infatti subito spunta anche a lui un sorriso sincero sul volto e tutta questa allegria gli fa prendere le scale, ancora in accappatoio, facendo i gradini a due a due per velocizzarsi e raggiungerlo al più presto.

Ed eccolo lì, bellissimo come sempre: seduto sul divano con le gambe allungate e i piedi appoggiati al piccolo tavolino posto di fronte, una birra fresca in mano, il telecomando nell'altra, a torso nudo con addosso solo un paio di pantaloni della tuta.

"Cosa c'è di così divertente da farti ridere così tanto e così di gusto?"

Harry gli si siede accanto dopo avergli posto questa domanda, ma la risposta non arriva ne subito, ne dopo cinque, dieci o quindici minuti. Louis lo sta ignorando, ancora una volta, per un programma che parla solo ed esclusivamente di calcio e lui inizia a non sopportare più questa cosa perché insomma dai, è pur sempre il suo ragazzo ed essere ignorato così spudoratamente non gli piace proprio.

"Louis, potresti almeno degnarti di rispondermi? Non capisco che fatica tu faccia. Davvero."

"Harry dai, scusa, non ti arrabbiare però sai che voglio guardarlo senza inutili distrazioni."

Il maggiore non ha staccato gli occhi dal televisore neanche un secondo, lo ha liquidato con una risposta veloce e ora sta continuando a fare come se lui non fosse seduto li accanto. Quindi, pensa Harry, lui rientra nella categoria delle distrazioni. Inutili oltretutto. S'imbroncia, mette su un musetto arrabbiato ma tenerissimo e mettendosi a braccia incrociate finge di guardare la tv rimuginando sulle parole di Louis. Soprattutto su quel "senza inutili distrazioni" che l'ha colpito profondamente e che, anche se non vuole ammetterlo, gli ha fatto un po' male. Dopo qualche minuto passato così, decide però che lui non ha la minima intenzione di passare un altro lunedì sera guardando quel programma di cui, detta onestamente, non gliene può fregar di meno e quindi andrà a prendersi un gelato alla gelateria dietro l'angolo.

"Lou io vado a prendermi un gelato."

Il suo tono è fermo, deciso e si nota pure un pizzico di stizza.

Vuole far sentire almeno un po' in colpa Louis, ma a quanto pare non è sufficiente perché il più grande annuisce semplicemente con la testa senza degnarlo di uno sguardo e continua imperterrito a fissare quei quattro scemi, come li definisce sempre il riccio, che in questo momento stanno parlando di quale giocatore sia meglio comprare o meno per poter avere dei buoni risultati il prossimo campionato.

Così si alza scuotendo la testa e fa per avviarsi verso le scale, ma ad un tratto si blocca e torna sui suoi passi per poi risedersi dov'era fino a poco prima con un ghigno malizioso a decorargli il viso.

Un'inutile distrazione || Larry O.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora