p r o l o g o

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15 febbraio 1959, Nurmengard

L' Auror si avvicinava velocemente alla cella, il suo mantello svolazzava dietro di lui, simile ad ali di pipistrello.

Arrivato alla cella in cima alla torre, alla cella liscia(*) , la più isolata, la più temuta, si fermò.

Aprì lo spioncino della porta blindata, e, lanciando un occhiata attraverso di esso, si accertò che il detenuto fosse ancora al suo interno.

Era un uomo molto magro,e da ciò che si poteva osservare del suo corpo si intuiva che un tempo aveva avuto un fisico tonico.

I capelli,ricoperti da un sottile strato di sporcizia, erano talmente chiari che parevano bianchi.

E gli occhi, che stavano scrutando l'impiegato del Ministero con uno sguardo diffidente e indagatore, erano uno diverso dall'altro: quello destro, infatti, era bianco, mentre quello sinistro era scuro, quasi nero.

L' Auror , dall'esterno, sollevò una catenella alla quale era appeso un ciondolo, uno di quelli al cui interno si potevano inserire delle foto.

Era una collana d'oro, dall'aspetto antico e prezioso, che brillava quasi teatralmente sotto la luce dell'unica lampada che illuminava il corridoio.

La alzò in aria, davanti allo spioncino, in modo che il detenuto dall'interno riuscisse a vederla.

Alla vista della catenina il prigioniero spalancò gli occhi, solo per un secondo, e poi successe tutto in un attimo.

Dal prigioniero scaturì una luce azzurra, che lo avvolse fino a non renderlo più visibile, poi si strinse attorno a lui, e scomparve.

Il detenuto ricomparve improvvisamente alle spalle dell'Auror, che si voltò di scatto, spaventato, nonostante sapesse quello che sarebbe accaduto.

L'ormai ex-prigioniero gli afferrò saldamente la mano e a poco a poco i due cominciarono a trasformarsi, ognuno assumendo la forma dell'individuo che aveva di fronte.

Terminata la metaforfosi, quello che esternamente sembrava un Auror si voltò con un ghigno e, prima di scappare, fece scattare l'allarme.

16 febbraio 1959, MACUSA

Percival Graves era comodamente seduto alla dietro la scrivania del suo ufficio quando il Ministro Seraphina Picquery spalancò la porta, entrando nell'ufficio dell' Auror.

Era affannata, probabilmente aveva corso dal suo ufficio a lì.

La Picquery sbattè sul tavolo di fronte a Graves diversi giornali, tutti di quel giorno.

In tutti spiccava, in prima pagina, la foto di un uomo pallido, dai capelli bianchi, con una divisa da detenuto.

Graves ne afferrò uno a caso e lesse il titolo a gran voce:"GELLERT GRINDELWALD HA DELLE SPIE AL MINISTERO? "

Poi guardò Seraphina, quasi deluso:"Andiamo Seraphina, tu credi ancora a tutto quello che dicono i giornali? Sono mesi che Grindelwald è dentro, se avesse avuto delle spie sarebbe già fuggito da un pezzo".

Il Ministro fece un grosso sospiro:"Lo so Percival, solo che era da molto tempo che non si parlava di lui sui giornali. Ci deve essere stato qualcosa che abbia spinto i giornalisti a parlare nuovamente di lui".

Graves fece un ghigno:"Oppure avevano esaurito le notizie vere".

25 febbraio 1959, su ogni giornale

GELLERT GRINDELWALD È MORTO

Proprio così, il mago Oscuro più potente di tutti i tempi è morto.

Pare che un improvviso attacco di rabbia gli abbia fatto rilasciare un getto di magia molto potente, il quale ha distrutto una parete della cella.

Il mago si è successivamente buttato giù, trascinando però con sé il capo del dipartimento Applicazione Leggi, Percival Graves, intervenuto non appena scattato l'allarme.





*La chiamano "liscia" perché è una cella completamente vuota, senza mobili, senza branda, senza tubi, maniglie o qualsiasi altro oggetto che possa essere utilizzato come appiglio. Fisico e mentale. E' stretta, buia, e più che a una camera di sicurezza assomiglia a una segreta medievale.


spazio autrice:
allora ragazzi, questa è la mia prima storia, spero vi piaccia😊.
Al prossimo aggiornamento,
odoredinchiostro

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 30, 2020 ⏰

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