I'm nothing

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La mia cella non ha una porta.

E' piccola ed io, claustrofobica, penso di essere all'inferno. Fa così caldo, non smetto di sudare e non respiro. Tutto si colora di rosso, la testa gira come una giostra e continua finchè non cado all'indietro chiudendo gli occhi.

Mi sveglio e sono sdraiata su un campo di grano, così grande ed io così minuscola. 

Guardo il cielo e vedo un tramonto dai splendidi colori; i raggi del sole che lentamente cala mi colpiscono appena mi metto seduta e una leggera brezza mi smuove i capelli.

Il cielo continua a riempire la mia visuale ma appena cala il buio, sopra la mia testa si accendono migliaia di luci, luci di città.

La brezza che prima accarezzava sia me che le spighe di grano si trasforma in un vento capace di sollevarmi da terra, ma la realtà di sempre si ribalta e io inizio a precipitare verso le luci.

Urlo, la gola brucia ma non smetto di urlare. Poi chiudo gli occhi, mi ammutolisco e mi chiudo a riccio, e continuo a precipitare. Sembra un eternità, ma in realtà la mia caduta dura un solo secondo. 

Cado in acqua.

L'impatto è devastante, il mio corpo è completamente paralizzato dal dolore, mi manca il respiro e proprio quando apro la bocca per prendere ossigeno qualcosa mi afferra il polpaccio; si avvinghia e mi tira giù. 

Cerco di non ingoiare acqua ma i polmoni sono sul punto di cedere, il petto fa male e di certo non resisterò per molto. E vado giù, verso il fondale.

Tutto si ferma e come se niente fosse, riprendo a respirare. Ma non sono in acqua?

Sono in piedi sul fondale e respiro! E mi sento così leggera. Sono circondata da un blu silenzioso, un colore che qui mette a tacere tutto, anche i miei pensieri, infondendo calma.

Appena spingo i piedi per ritornare in superficie però mi accorgo che c'è qualcosa che non va. I piedi sono immersi in un terreno fangoso che a poco a poco mi sta inghiottendo.

Sabbie mobili? Ma come è possibile?

Cerco di risalire, di togliermi da lì ma ad ogni strattone che tiro verso l'alto affondo sempre più in fretta. E pur sapendo che muovendomi avrei solo peggiorato le cose, non smetto di farlo. 

Chiudo di nuovo gli occhi, e vengo inghiottita completamente.

Li apro e sono su un molo. 

Sono in piedi che guardo un cielo notturno così bello, pieno di stelle. L'odore di mare mi tranquillizza e tutto il panico provato poco prima svanisce nell'acqua che riflette ogni piccolo punto di luce. Mi giro e le barche che costeggiano il molo ondeggiano piano. Un lampione qua e là e tutto da pace.

Poi il mio sguardo va oltre e ciò che vedo mi immobilizza. Un nero, un buio che prende tutto ciò che trova davanti a se, sembra la morte stessa, e la temperatura mite cala improvvisamente in un freddo agghiacciante. Avverto un inquietudine in grado di bloccare ogni movimento che fino a qualche secondo fa trasmetteva vita. 

Avanza così velocemente che l'unica scappatoia per salvarsi è gettarsi in acqua. 

Ma ad un tratto le mie gambe iniziano a correre verso il buio, verso la morte che procede inarrestabile. Però lo sono anch'io, e corro come non ho mai fatto in vita mia. L'adrenalina è alle stelle e mi spinge a correre più veloce.

Mi sento forte, potente, mentre accelero verso un'oscurità che potrebbe anche uccidermi.

Appena lo raggiungo semplicemente, sparisco. Mi percepisco, so di essere viva, ma sono sparita nel nulla.

Cos'è il nulla? E' quel nero? Però io l'ho paragonato alla morte, il nulla non è di certo la morte, non è un posto in cui si smette di esistere perchè io mi sento! Io ci sono! 

Il nulla mi avvolge completamente. Non riesco a vedere niente, sudo freddo e ho brividi per tutto il corpo.

Questo spazio di universo non ha né  inizio, né fine. Sembra infinito.

Eppure so che non lo è perchè il mio senso claustrofobico si accende, l'aria fredda inizia ad essere pesante, quasi irrespirabile. Tutto inizia a stringere, a opprimere. Il cuore batte all'impazzata, il panico mi assale per l'ennesima volta.

E mi basta sbattere le palpebre ancora una volta per ritrovarmi nella piccola cella senza porta.

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