𝐚 𝐬𝐤𝐲 𝐟𝐮𝐥𝐥 𝐨𝐟 𝐬𝐭𝐚𝐫𝐬

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penso di averti visto in un cielo pieno di stelle.

tu che brillavi di luce propria;
non la rubavi a nessuno, se non a te stesso.
splendevi come nessun altro, eri la stella che mi riportava a casa,
perché tu eri la mia casa.

penso di averti visto in un cielo pieno di stelle,

tu che odiavi apparire imperfetto,
tu che passavi le ore davanti allo specchio, dopo una notte di amore, per cercare di sistemarti e renderti presentabile.
tu che non sapevi quanto in realtà bello fossi ed io, puntualmente, te lo facevo notare.
tu che con cotanta bellezza, rendevi anche me tale.

penso di averti visto in un cielo pieno di stelle.

tu che amavi la cura personale del proprio corpo, perché dicevi che alzava l'autostima, a te che ne avevi così poca.
tu che amavi la musica classica e l'arte, specialmente quella italiana:
rimanevi ore incantato davanti ai dipinti di Michelangelo e Leonardo e successivamente me li commentavi, dicendo che erano dei geni incompresi e ti sentivi parte dei loro sogni ed idee, anche solo per il semplice tocco con il quale coloravano le loro opere.
tu che non rinunciavi mai al disco di Harry Styles, con il tema rosa che ti piaceva tanto perché era il tuo colore preferito.

un giorno di primavera scappammo da Seoul e ci separammo da tutto e da tutti, lasciandoci alle spalle per quarantotto ore tutti i problemi e le preoccupazioni che quella città ci dava.

passammo due giorni indimenticabili, solo io e te.

ci ritirammo in campagna, a casa dei tuoi nonni e ci stendemmo nel campo di margherite poco lontano da essa.
mi dedicasti una delle tue preferite di Harry, From The Dining Table, ed iniziasti a cantarla con la tua voce soave che mi cullava e scacciava via i demoni dentro di me.

è in quel momento che iniziai a pensare di averti visto in un cielo pieno di stelle,
ora che ormai fai parte di quelle.

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