Cap. I - La dragonite di zaffiro

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Alla locanda era piuttosto buio, quasi come se fosse notte. I clienti che ci stavano erano pochi, tra questi due ragazzi che parlavano al tavolo tra loro. 

Entrò un ragazzo dallo scialle viola scuro e la sciarpa che gli copriva la bocca. I capelli erano bianchi e scompigliati, con una ciocca che gli cadeva sull'occhio. Non sembrava tanto vecchio, anche perché da quel poco che si riusciva a vedere del viso sembrava avere una pelle molto tenera e liscia. Non era una persona molto alta, infatti un uomo comune superava la sua altezza, ma sembrava comunque essere attorno al metro e 70. 

Il ragazzo si avvicinò al balcone della locanda e disse: 

"Il solito" 

L'oste, che sembrava conoscerlo già da parecchio, si voltò per preparargli la bevanda che lui tanto attendeva. 

"Arriva" disse l'oste al giovine. Egli annuì e si mise seduto lì vicino. 

Delle voci dai due ragazzi seduti accanto a lui attirarono la sua attenzione, questi due sembravano essere dei ladri.

"Sentito? Quel ladro ha colpito ancora" disse uno. 

"Che ha combinato stavolta?" rispose l'altro. 

"Ha alleggerito un mercante appena uscito dall'orafo. Evidentemente il furto alla villa dell'altro giorno non gli è bastato. Ma ancora non capisco come abbia superato tutte quelle guardie... Denaro chiama denaro"

Il ragazzo dai capelli bianchi rimase in silenzio per un istante, poi pensò:"Erano più belle statuine che guardie..."

"Ma non ha senso idolatrare la maestria altrui" intervenne l'altro ladro, "un giorno eguaglieremo quel ladro con un colpo spettacolare. Allora saremo noi sulla bocca di tutti!"

"Sì, l'hai detto, socio!"

Il giovane si girò nella loro direzione, e sempre nella sua testa si disse: "Due 'soci in affari', eh..."

.

Accadde 10 anni fa... 

Le nostre strade si incrociarono in una lurida prigione...

Ricordo perfettamente quell'incontro... 

Dopotutto fu determinante per la mia 'carriera'.

Una guardia stava attraversando il corridoio delle segrete con alle sue spalle un ragazzo incatenato. Quel carcere era completamente sporco e senza colore. I prigionieri erano pochi, infatti la maggior parte delle celle non conteneva persone, bensì ragni. 

La guardia si avvicinò ad una cella che conteneva già una persona, aprì la porta e si posizionò lì da parte urlando:

"Entra!"

Il ragazzo, che era stato scaraventato bruscamente a terra, rispose con calma: 

"Potresti almeno chiedere 'per favore'..."

"Qui non resisterai a lungo con quell'atteggiamento, moccioso..." rispose la guardia seccata.  

Egli si alzò e si avvicinò al responsabile.

"Perché? Tu l'hai sfangata, sembra"

La guardia senza pensarci due volte tirò un cazzotto dritto nello stomaco del giovane. Egli cadde a terra esitando per il dolore, poi entrò senza troppi indugi. Il cancello si chiuse immediatamente ed il soldato disse:

"Marmocchio imprudente! Imparerai a rigare dritto con le cattive, come tutti gli altri" e se ne andò. 

"Vedo che anche a te hanno riservato un caldo benvenuto" si udì da una voce all'interno della cella. 

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 02, 2019 ⏰

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