Parte 1 senza titolo

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Non so se quel momento me lo sarei per sempre ricordato, onestamente non so neanche se avrei potuto riguardarti con gli stessi occhi che ora ti stanno guardando, quei occhi che ti guardano e sorridono, perché non sono io che sorrido ma sono i miei occhi, la mia bocca non si muove, non mostra segni di un sorriso, ma i miei occhi sorridono. Sorridono ora che ti guardo mentre fai storia, una storia che odi studiare ma ameresti vivere. Ti conosco bene, anche se provi a negarlo, stai affondando, lo noto quando mi abbracci, lo noto quando per un attimo appoggi la tua testa al mio petto, e sorridi come se io possa aiutarti a non affondare, ma le nostre mani non si sfiorano, non si muovono, restano lontane anche se hanno una gran voglia di avvicinarsi.
Ma non è l'epoca giusta questa, come dici tu: « troverò un epoca da poter vivere, ma vivere veramente, non dover fingere.»
Vorrei darti ragione, ma non posso, perché dopo tutto questa epoca è fatta così, l'epoca passata potrebbe essere anche stata peggio e l'epoca futura potrebbe non essere come ci immaginiamo.
Sì sono pessimista delle volte non riesco a trovare il lato bello di queste epoche, delle volte vorrei non provare sensazioni, ma tu sorridi, un sorriso reale, stanco ma reale. E chiudi gli occhi, forse sperando di riaprirli e scoprire che era solo un sogno, ma non è così.
Mi metto a fare matematica e non noto che tu non stai più leggendo ma mi guardi, non lo noto, sono preso dalle espressioni che sembrano aliene e allo stesso tempo sembrano facili da risolvere.
Ne faccio 3, per poi coordinare i miei occhi azzurri con i tuoi occhi neri, e dalla mia bocca, senza il mio permesso, spunta un sorriso, non so quanto dura, ma musica sembra capire ciò che succede, ritorniamo allo stesso tempo a guardare il libri, sono le 11 e 51, tra un po dovremmo apparecchiare e mangiare, ma restiamo a fingere di essere interessati alla tua Roma che ameresti visitare, e alla mia matematica. Poi la stanza si riempe di silenzio, la cassa non emette nessun suono, o almeno noi non lo sentiamo.
Chiudi il libro, e lo appoggi nella mensola sopra alla TV, una TV che forse non è stata mai accesa. Una TV che riflette il mio sguardo.
Non mi muovo, non capisco perché ma continuo a guardare il mio riflesso dallo schermo di quel stupido televisione.
La porta della cucina si chiude, e rimango solo, vorrei distruggere tutta quella stanza, ma non è casa mia quindi non posso, la musica riempe le mie orecchie di una canzone che non sapevo neanche che avessi messo in quel stupido CD.
Chiudo matematica, metto da parte lo zaino e comincio a apparecchiare, tu non torni, come se non fossi mai stata seduta in quella stanza, il tuo libro ora che lo guardo sembra vecchio, e come se non fossi mai stata veramente vicino a me e come se mentre ti guardavo, non ti guardavo, ma fissavo una sedia vuota. Sentivo il tuo respiro che forse è sempre stato il mio, e forse ora capisco anche perché le nostre mani non si sfioravano, perché tu non ci sei, c'eri, ma ora te ne sei andata portando via anche i miei sorrisi, più che miei sorrisi hai portato via quelli dei miei occhi, e anche il mio respiro, per questo forse delle volte sembra che io non respiro.
Ho il tuo libro di storia, quello so che è reale, con quello so che ci sei stata, un tempo passato, peccato che non me ne sia reso conto prima.
Ho finito di apparecchiare, prendo il tuo libro, mi siedo sulla scrivania e aprendolo la tua risata mi ritorna nelle orecchie, e mi guardo intorno ma non ti vedo.
Sono lacrime quelle che sento sulle mie guance? Non credo, forse è solo la pioggia, quella dal quale dovevo proteggerti con l'ombrello e ora che non sono affianco a te, le stupide gocce di pioggia ti scendono delicatamente sulla testa e sulla faccia, e per questo forse che sembra che mi stia piangendo, perché chiunque mi vede non può sapere che quelle gocce d'acqua che scendono sulle mie guance sono tue, perché ti sei presa tutto di me, ma io mi sono preso te. Si ho preso i tuoi pensieri, dentro ai miei occhi ho preso la tua immagine, mi sono impadronito della visione del tuo sorriso, tu invece? Cosa hai di me?
Hai i miei silenzi? O la mia immaginazione che delle volte ti spaventava?
Forse per sbaglio ci siamo impadroniti delle nostre vite, tu ti sei presa il mio corpo e tutto ciò che mi apparteneva, e io mi sono preso quello che apparteneva a te.

Però senza rendercene conto, abbiamo fatto uno sbaglio, abbiamo lasciato una traccia.

Si perché di sicuro tu non trovi più il tuo libro di storia e io ho appena cercato dappertutto il mio libro di matematica e pensa un po, non c'è.

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⏰ Last updated: Oct 17, 2019 ⏰

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