Alle volte mi chiedo se sia davvero il caso di tornare a ragionare per grandi categorie generali del mondo ed abbandonare quelle specifiche e particolari. Mi chiedo se sia arrivato il momento di essere saturi di singoli individui e di socializzare il particolare, di raggruppare grandi folle di genti assai diverse fra loro per ritornare uniti ed accomunati sotto un'unica egida.
Sono i grandi ideali, le grandi generalizzazioni a permanere nella storia. I grandi aforismi e pensieri superficiali che smuovono gli spiriti collettivi. Non ho voglia di dimostrare quello che sto dicendo. Lascio la dimostrazione al lettore.
Agire comunemente e in funzione del comune, del collettivo: un valore culturale sostituito dalla definizione di "relativo", dalla fugacità dei rapporti individuali moderni. Un senso di famiglia sempre più fragile, una crescente malattia di sofferenza che dilaga nel profondo degli animi.
Non mi piace dire che il mondo ha bisogno di amore, piuttosto che ha bisogno di permanenza. Di punti saldi su cui reggersi per andare avanti e costruire qualcosa.Diversi gli individui che ho voluto conoscere, tante le potenziali folle con cui sono entrato in contatto. Quasi inesistenti coloro che sono rimasti.
Triste sospiro di sconforto mentre penso a quanto sono - e non dovrei, non potrei essere - infantile.