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Erano ormai dieci anni che mancavo da Gran Burrone e decisi che era giunto il tempo di tornare. "Adar." Dissi entrando nella sala del trono di Bosco Atro, il regno di mio padre Thranduil. "Dimmi Legolas." "Torno a Imladris." "Bene, sta attento durante il viaggio. Che le stelle ti guidino." Ci salutammo con un gesto del capo e parti. Sei giorni di viaggio senza mai fermarmi ed eccomi qui nel regno di Re Erlond. "Alatulya (benvenuto) Legolas." "Anon ie Sire Erlond." Mi guardavo intorno speranzoso di rivederlo, ma niente lui non c'era. "Cerchi il ramingo?" Mi chiese mentre i nostri passi ci conducevano nei giardini. "Si." "Va lui è nella radura." Mi congedai e andai da Estel. "Legolas sei giunto di nuovo qui." Mi sorrise vedendomi. "Ti trovo bene Aragorn." Posai la mano sulla sua spalla. "Tu non sei cambiato minimamente, il tempo non scalfisce la tua pelle ma la mia si." Sorrisi. Camminammo un po' per poi fermarci di nuovo. "Aragorn cosa è che tormenta il tuo animo?" "Riesci sempre a cogliere il mio turbamento." "Ti conosco da tempo ormai. Vuoi parlane?" Chiesi. "Forse più tardi, per il momento è solo una sensazione." "Bene, ultimamente anche io ho una strana sensazione." "A che riguardo Las?" Las, non mi aveva mai chiamato così. "L'aria è irrequieta, sembra sopraggiungere qualcosa di malvagio." Dico guardando il tramonto. "Cosa vedi con i tuoi occhi da elfo?" Sorrisi. "Nulla per il momento." "Bene." Mi sfiorò il braccio e sussultai. Il mio cuore lo desiderava ma sapevo che non sarebbe mai stato mio. "Legolas che ti succede?" "Nulla, andiamo lì." Dissi indicando i salici sotto i quali ci sedevamo spesso a parlare. Ci sedemmo sotto uno dei grandi salici. "Come va con dama Arwen?" "Bene, anche se non voglio che rinuncio alla sua immortalità." "Lei deve decidere." Guardai in basso. "Legolas ma come posso lasciarla morire io la amo." Senti il mio cuore infrangersi in mille pezzi. "Estel, amala fino alla fine dei tempi." Una lacrima rigò il mio volto. Mi alzai ma lui mi afferrò per un polso. "Che ti succede?" "Niente, mi sarà andato qualcosa nell'occhio." "Non mentirmi." Mi spaventava. "Aragorn non posso dirtelo, non posso turbarti." "Turbarmi?" "Si Aragorn. Non ne voglio parlare." Mi lasciò andare e mi diressi nelle mie stanze. Una volta lì mi tolsi le armi di dosso e mi misi una veste più comoda. Presi un libro e mi sedetti sul cornicione della grande finestra. Iniziai a leggere ma dopo poco sentii di bussare. "Avanti." Dissi piano. Aragorn entrò. "Parlami." "Non posso." Risposi. "Legolas parlami." "Mi sono innamorato di te." Dissi e quelle parole furono pugnali per me. "Io non posso, amo lei." "Lo comprendo e per questo non volevo dirtelo." Lo vidi voltarsi e andare via. Un dolore mi pervase lo stomaco, un vuoto lancinante. Caddi in ginocchio mi sentii morire. Senti ridacchiare e mi affacciai. Non avrei dovuto. Li vidi insieme passeggiare, mano nella mano alla luce della luna. "Che la luna vi protegga amico mio." Mi stesi nel letto chiudendo gli occhi ma senza dormire. Le ore passavano ed il buio si stagliava nella mia stanza. La porta si aprì ed io scattai seduto con il pugnale in mano. "Legolas calmo sono io, Aragorn." "Pazzo avrei potuto ucciderti." Dissi rilassando i nervi. Si sedette sul letto. "Dobbiamo parlare." "No, non di nuovo." Dissi afferrandomi lo stomaco. "Ascoltami te ne prego." Mi sistemai meglio e lo lasciai parlare. "Ho parlato con Arwen poco fa. Le ho detto che per lei qui ci sarebbe solo morte e sofferenza, cosa che vorrei dire anche a te ma non ne ho il cuore. Ti ho recato dolore e l'ho recato a me." Mossi la mano per farlo smettere di parlare. "Aragorn sei sicuro della tua scelta?" "Si, sei tu la mia scelta." Si stese ed io feci lo stesso. "Riposa Estel." Mi strinse a se e si addormentò. Lo guardavo mentre respirava tranquillo e capì che lo avrei reso solo infelice. Mi alzai piano senza svegliarlo e mi cambiai. Uscì dalle mie stanze e mi diressi alle scuderie. "Dove vai?" La sua voce era quella di un angelo. "Mia signora, vado via." "Legolas non chiamarmi così, ci conosciamo da tempo. Gli arrecherai dolore." Sul suo collo pendeva di nuovo la stella del vespro a causa mia. "Vi ho separati." "È stata una nostra decisione. Non lasciarlo ora. Un'ombra incombe su questo mondo." "Anche voi la avvertite allora." "Legolas." Mi ammonì. "Si sta facendo giorno, torna da lui." Mi sfiorò il braccio. Tornai da lui e lo trovai seduto. "Volevi andartene." "Scusami è solo che.." Mi bloccai. "Hai paura di farmi soffrire." "Si." Mi fece cenno di andare di fianco a lui e lo feci. "Anche Arwen ha avvertito un'ombra. Aragorn temo una guerra." "Sta tranquillo." Restammo seduti un po' e poi ci alzammo per andare nelle grandi sale da pranzo. Mi bloccai al grande portone. Erlond e Arwen intenti nella colazione. "Las vieni su." Mi invitò Aragorn ma io indietreggiai e me ne andai nella terrazza della torre. "Smetti di vagare nell'ombra." "Las mangia." Aragorn mi porse un piatto con della frutta. "Non ne voglio." Risposi. "Estel io parto. Vieni con me." Mi sorrise. "Verrò con te solo se tu mangerai." Mi sedetti ed iniziai a mangiare un grappolo di uva. Poco dopo ci ritrovammo a cavalcare per Bosco Atro. "I tuoi passi non sono i soli che si presentano nel regno, chi porti con te?" Mio padre si presentò dinanzi a me. "Adar lui è Granpasso, Aragorn figlio di Arathorn." "Estel così ti chiamano nel reame di Erlond. Cosa ti porta qui nel reame boscoso." "Sono venuto con vostro figlio mio signore." "Non voglio uomini nel mio regno. Va qui non c'è posto per te." Mi stava separando da lui. "Se va via lui andrò via anche io." Guardai negli occhi mio padre. "E sia, che resti. Ti ho veduto troppe volte allontanarti da me il mio cuore non ne reggerà un'altra." Sorrisi e portai Aragorn a vedere il mio reame. "Questa sera ti mostrerò altro, ora vieni." Lo condussi nelle mie stanze. "È bellissima." Disse Aragorn entrando. La mia stanza era di un legno dal colore dell'avorio. Il mio letto era enorme e la testata era un intreccio di legno. Mi avvicinai a lui e gli toccai la schiena dato che era intento a guardare un mobile. "Ti piace?" Chiesi. "Sì molto." Si voltò e le sue labbra erano sulle mie. Risposi a quel bacio che da tanto desideravo. Mi sfiorava le guance io lo strinsi a me. "Sono tuo Estel fa ciò che vuoi." Mi prese e mi tiro su adagiandomi sul grande letto. "Qualunque cosa che non ti piace fermami." Annui. Mi baciò di nuovo ed intrecciai le dita ad i suoi capelli. Iniziò a spogliarmi togliendomi la casacca. "Fa lo stesso se vuoi." Mi disse. "Anon ie (grazie) Estel." Iniziai a spogliarlo a mia volta e ci ritrovammo nudi l'uno difronte l'altro. "Sei così bello, quasi non oso toccarti." Sorrisi. "Non mi rompo sai." Presi la sua mano e la posai sul mio petto. "So che non è come il suo ma spero ti piaccia ciò che vedi." Dissi con un filo di vergogna. "Amo ciò che vedo e tocco." I miei fianchi colpirono i suoi. "Impaziente?" "Si." Mi fece aprire le gambe ed iniziò a toccare la mia intimità. "Aaah.mmhmm" emisi un gemito che nemmeno io sapevo di essere in grado di produrre. "Allora continuo così." Mi sorrise. L'altra sua mano fini tra i miei capelli sciogliendoli. "Legolas sei la creatura più bella che io abbia mai visto." "Mhmmm smettila." Prese se le mie gambe piegandole e piano si spinse dentro di me. "Fa piano." Dissi soffiando. Si insinuò in me è quella sensazione era stupenda. "Aragorn aspetta." "Se non vuoi non fa niente." "Non è questo, io mi sto donando a te." Mi accarezzò la guancia e mi strinse a se. "Melin le (ti amo) Aragorn." "Melin le." Si spinse di nuovo ed il dolore diminuì piano. "Aah Estel!" Il piacere si innalzava. Iniziò a massaggiare il mio sesso e in quel momento vidi il paradiso . Mi strinsi a lui e mi riversai nella sua mano e lui in me. "Perdonami." Dissi piano. "Io ti ringrazio invece. Stai bene?" Mi chiese uscendo da me piano. "Si benissimo." Stavo per replicare quando le porte si aprirono. "Santo cielo! Copritevi!" Urlo mio padre mentre si copriva il volto. "Venite di sotto." Scoppiamo a ridere e ci rivestimmo. "Non ho mai visto mio padre in imbarazzo." Dissi mentre percorrevamo le vaste stanze vino a giungere a quella per la cena. "Spero non mi mandi via ora." Entrammo e rimasi stupito nel vedere Haldir. "Legolas, Aragorn ti ricordi di me?" "Si mi ricordo." Disse chinando il capo in segno di saluto. "Sedetevi non indugiate." Ci disse mio padre. Mi sedetti accanto a lui ed al mio fianco Aragorn. Poi la vidi, i capelli rossi era lei. "Tauriel!" Si voltò ma nulla disse. "Da quando è successo non è più la stessa. L'amore ha abbandonato il suo cuore lasciala andare ora che sai cosa vuol dire amare." La mano di Aragorn mi strinse la coscia. "Vuoi andare da lei?" Mi disse piano. "No tu sei la mia scelta. Mangiamo così ti farò vedere la luna." Una volta mangiato lo portai tra gli alberi del giardino le fronde facevano da cornice perfetta alla luna piena che tutto illuminava. Mi prese la mano. "Per sempre." Mi disse. "Per sempre." Risposi.



Spero vi sia piaciuta. Questa è completamente dedicata ad una persona davvero importante per me, senza di lui non sarebbe mai nata. Grazie amore mio Francesco272

Il Principe ed il RamingoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora