capitolo 1

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La vita è come un treno di sola andata, nulla tornerà mai indietro, il tempo non si ferma, né retrocede, va solo avanti. Eppure, quante volte abbiamo desiderato che il tempo si fermasse, quante volte abbiamo desiderato di tornare indietro col tempo e rifare tutto daccapo. La vita è bella, ma anche brutta. La vita è buona, ma anche crudele. La vita si vive una volta sola. Ma cosa succede quando facciamo degli sbagli? Cosa succede quando pensiamo di non avere più la forza di andare avanti? Non si può di certo tornare indietro, allora cerchiamo dentro noi stessi la forza, quella forza che ci permette di continuare il nostro viaggio su questo treno senza fermate, o meglio, con una sola fermata... quella dove scendiamo e tutti ci dicono addio. Addio, quella parola tanto temuta, tanto dolorosa. E' difficile dire addio. Quante volte abbiamo desiderato che quel qualcuno che ora non c'è più, ci sia. Tutte speranze, desideri, che non potranno mai avverarsi, purtroppo.

Nella vita ognuno ha le sue esperienze, belle o brutte che siano sono tutte diverse. Sono quelle che ci caratterizzano, che fanno parlare di noi.

"Hai sentito di quella ragazza che è caduta dall'autobus? Ridicola!" , "Hey, sai che quella è incinta? A soli 16 anni!" , "Quello è il tizio che è stato arrestato per aver imbrattato di vernice il vagone di un treno!". Noi possiamo chiamarci come volete, ma quando facciamo qualcosa in pubblico, o quando qualcuno mette delle voci in giro su di noi, saremo condannati a chiamarci "quello!". Beh, questo capita un po' a tutti nel corso della vita e comunque dopo un po' ci fai l'abitudine, ma io vorrei raccontarvi la storia di una ragazza, anche a lei è capitato di essere "quella!", lei era " Hey, quella è la ragazza a cui hanno ucciso il padre!".

Stephany era una ragazza come tante: semplice, simpatica, dolce. Viveva nel Wisconsin, in America, con sua madre e suo padre. La sua vita era come doveva essere la vita di una bambina di otto anni, andava a scuola, giocava con gli amici al parco. Un giorno però successe una cosa che l'avrebbe fatta essere un po' diversa dagli altri bambini.

Suo padre faceva in poliziotto e ogni tanto veniva mandato a fare dei controlli in posti isolati. Portava sempre il giubbotto antiproiettile, ma quel giorno non sarebbe stato necessario, visto che si trattava solo di una semplice missione di pattuglia in un cantiere abbandonato. Le cose, però, non andarono come previsto. Oltre ai due agenti di polizia, in quel vecchio cantiere si trovavano anche due uomini. Uno di loro era armato e aveva la pistola puntata verso l'altro. Ad un certo punto sferrò un colpo e il proiettile che doveva colpire l'altro uomo, colpì invece il padre di Stephany. L'uomo morì sul colpo. Quando Stephany e sua madre Jennifer seppero dell'accaduto, furono disperate. Stephany era piccola e non se ne rendeva ancora molto conto, ma per sua madre fu molto difficile riprendersi, ma l'amore per sua figlia la fece andare avanti, così divenne forte per lei. Stephany crebbe senza papà e questo le pesò molto in certi periodi della sua crescita. Dopo l'accaduto, Jennifer volle trasferirsi per cominciare tutto daccapo, così si trasferirono a Melbourne in Australia. Stephany continuò la scuola lì e crebbe con sua madre che non le fece mancare nulla e faceva di tutto per farle passare un'infanzia felice. Ma più lei cresceva, più la figura paterna le mancava. Aveva dei ricordi vaghi di suo padre, per esempio, si ricordava i bei momenti, come quelli in cui lui le leggeva la favola della buonanotte per farla addormentare, o le gite in montagna che facevano insieme andando a raccogliere more e fragoline di bosco. Ogni tanto le veniva in mente e le capitava di sentire la sua voce che la chiamava, come se lui fosse ancora lì. Purtroppo, però, era solo un'illusione.

Stephany, a causa di questo accaduto, dovette crescere molto in fretta. All'inizio per lei e sua madre fu stato un periodo difficile: Jennifer dovette cercare un lavoro e Stephany qualche volta doveva stare sola. Imparò a farsi da mangiare, aiutò la madre nelle faccende domestiche e la consolò nei momenti di crisi. Dal momento che si trasferirono a Melborn, Stephany divenne una persona completamente diversa. Mentre prima era ingenua e dolce, da quel momento divenne più attenta e diffidente. La forza che le aveva dato la mancanza di suo padre le fece venire un carattere difficile. Non aveva molti amici e a scuola aveva alti e bassi, spesso sua madre veniva chiamata dalla preside o dagli insegnanti che la avvertivano del suo carattere turbolento, e talvolta aggressivo, che aveva nei loro confronti. Spesso veniva mandata in punizione.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 05, 2015 ⏰

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