Capitolo 1?

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"Perchè  le ''poltroncine'' (se così si possono chiamare...) del tram devono essere così scomode?"  penso, dato che non ho nient'altro da fare. "E poi, perchè io devo andare in tram, e farmi poi 20 minuti di camminata, mentre mia sorella può starsene agiatamente seduta nell'auto di mia madre? ... In più lo zaino sta sempre tra i piedi... che due palle." Stancata di farmi i miei soliti monologhi con la mia mente sottosviluppata, inizio a osservare fuori dalla finestra la natura morta che mi circonda e che sfuma, per poi cambiare di nuovo e sfumare, così continuando un circolo continuo di immagini, finchè questo dannato tram si fermerà invece di sballottarmi da una parte all'altra. "Merda, una rotonda!" Mi tengo stretta alla poltroncina quasi conficcando le unghie smaltate di viola, nella parte plastificata di essa. Ma non mi aiuta molto. Rimango in bilico tra la poltrona e il cadere a terra. Fortunatamente non succede la seconda, dato che mi sono aggrappata alla poltrona come se fossi aggrappata alla vita stessa. Purtroppo il mio zaino non ha avuto la mia stessa fortuna. Cade sul lurido pavimento del tram, rotolando come la pallina del flipper. Scendo dal mio posto per recuperarlo, quando voltatami per risedermi trovo Robert (detto Rocket, per motivi a me sconosciuti) sul mio posto. Rocket è un mio compagno di classe (ex. amico) : Occhi verdi, capelli neri, alto... blablabla, e naturalmente un grande stronzo. Non ribatto, sbuffo soltanto, lasciando Rocket e il suo ghigno da demente sul mio posto. Non sono una ragazza che si ribella. In più abbiamo firmato un accordo (io gliel'ho fatto firmare con l'inganno) che non ci saremmo più parlati, e se qualcuno infrangesse la regola l'altro guadagnerebbe 10 euro. Il perchè ve lo spiegherò n'altra volta. Quando finalmente esco da quella trappola infernale che spacciano per servizio di trasporto, mi incammino per casa mia. Mi infilo le cuffie e faccio partire la musica, e in un secondo i miei passi fanno parte della canzone. Vanno a ritmo creando una musica tutta loro combinandosi con quella che mi rimbomba in testa. Pure gli scricchiolii dei miei piedi sull'asfalto, sui sassolini, ciottoli e strade malformate, diventano musica. Il vento mi soffia in faccia scompigliandomi i capelli castani e forzandomi a ridurre i miei occhi, che sono un misto tra castano, verde e grigio, in due piccole fessure. Il vento con mia sorpresa, non è gelido e secco. Al contrario, è tiepido, quasi caldo, umido, dandomi la sensazione di una carezza sul viso. Questo significa che tra un poco, inizierà a piovere, ciò che già minacciano le nuvole mogie e grige, da sta mattina. Annuso l'aria fresca, che odora di natura, campi e di sterco. Già sterco, dato che sto attraversando la cosiddetta "Zona fattoria". è un quartiere in cui pullulano le fattorie e che dista 10 minuti da casa mia. Dove cani, galline, cavalli, pecore e polli si uniscono al mio concerto immaginario. I cani mi abbaiano contro e saltano addosso le ringhiere cercano disperatamente di uccidermi. Mi allontano istintivamente da loro, ho paura di quei cosi rabbiosi. Già ho paura dei cani e allora? Soprattutto di quei bastardi dei chihuahua... sono dei ratti con zanne alieni che precedono l'era dei dinosauri, sbarcati sulla terra per conquistarla e schiavizzare la razza umana. Ma quando hanno notato che, per la razza umana erano "carini" e riuscivano a manipolarli senza sforzo hanno sospeso il loro piano malefico. Questa è una delle mie tante teorie sul perchè dei esseri che assomigliano sia ai ratti sia ai cani, esistano sulla terra. Ho altre dieci teorie che ho steso su un block notes apposito a casa. Si,si, sono messa male, lo ammetto. Ma chi non lo è? La musica si blocca per fare spazio ad una chiamata in arrivo. Ecco che si parla del diavolo e gli spuntano le corna. La regina dei malati di mente! Mia madre.

-Mamma che c'è?- chiedo andando dritto sul punto.

-Dove sei? Sei in ritardo. Il pranzo si raffredda.- dice lei secca.

-Il tram ha fatto tardi ho appena superato la zona fattoria, sarò lì tra 10 minuti, tienimi qualcosa del pranzo da parte. Ciao.- E senza farle dire nient'altro chiudo la chiamata. Io e mia madre non abbiamo rapporti pacifici, da quando ha scelto di preferire la figlia con i voti più alti a scuola. Lei punisce e loda in base ai voti che prendi a scuola. Beh e mia sorella è molto meglio a scuola e non perchè io non riesca a capire o studiare, certo alcune cose non riesco a capirle, ma dopo un pò imparo. è l'ansia il mio problema. Quando un prof mi chiama alla cattedra, mi inizia a prendere il panico e tutto ciò che ho studiato fa POUF! Mentre nelle verifiche va decisamente meglio, ma comunque a mia madre non basta. A lei non basta mai niente di ciò che faccio. Passata la zona fattoria l'aria si purifica e vieni a mancare qualsiasi odore, sento l'aria pura e basta. Non ho riacceso la musica, mi godo il puro silenzio che sta attorno e mi avvolge, calmandomi. Sento solo i miei passi e i miei respiri. Quando arrivo a casa, trovo la tavola già sparecchiata con solo un piatto con cotoletta e patatine, ormai fredde.

-Sei in ritardo.- mi ribadisce mia madre.

-è arrivo tardi il tram- ribadisco io.

-Sempre la solita scusa, Joey, inventatene una nuova.- Dice ma sorella Cassie, spuntando fuori dalla porta di camera sua. Ed è strano, nonostante gli anni passati, vederla così... Uguale. Guardarla è come guardarsi davanti ad uno specchio. Sapere che lei è identica a te fisicamente e sapere che però dentro la sua testolina, passano altri pensieri, altri problemi, e comunque sapere che non sarai mai veramente uguale a lei, che ogni singola persone della terra ti confonderà con lei, che ogni volta che ti vedranno non vedranno te, per quello che sei ma lei, la popolare Cassie Barks, ed è sempre stato e sarà sempre devastante e degradante per me. 

-Io non ho Joyce che mi porta a casa, e scuola, avanti e dietro, ogni giorno.- ribatto scandendo le parole e gesticolando.

-Sempre la stessa storia... sei così monotona.- Ribadisce Cassie, mangiandomi una patatina fredda dal piatto. Borbotto qualcosa in disapprovazione, e salgo le scale intenta di andarmene in camera mia e fare compiti e studio fino a fine giornata, come sempre del solito. 

-Joey!- mi grida mia madre dalla cucina. -Non mangi niente?-

-Non ho fame, Joyce!- le grido di rimando, arrivata al pianerottolo, in cui ospita la mia umile dimora.

-Tu invece vieni qui e mangi subito!- mi urla irritata.

-Non ho fame, cazzo!- le rispondo nello stesso tono.

-Modera le parole Jo.- si intromette mia sorella in tono soft.

-E tu fatti i cazzi tuoi, Sie.-  sussurrò in modo che nessuno mi sentisse. Dopo tutto, non è colpa sua se è diventata ciò che è diventata, e tutta colpa di Joyce. Sie è il nickname di Cassie dato che Ca non mi sembrava adatto. Insomma, che soprannome si può dare ad una persona che si chiama Cassie? Sie, ovvero anche lei in tedesco. Entro in camera mia dove tutte le urla e grida di mia madre si offuscano, e chiudo a chiave la stanza. Sapete, per evitare spiacevoli sorprese. Butto lo zaino a terra e mi stendo sul letto. Mentre ammiro il soffitto bianco sopra di me. Canticchio, mentre mi faccio prendere dai miei pensieri profondi, sui chihuahua, per scrivere poi sul mio block notes un'altra teoria su di loro. "I Chihuahua sono una mutazione genetica avvenuta nelle fogne insieme alle tartarughe ninja, era un semplice ratto quando le scorie radioattive andate in contatto con il pelo di un cane, bagnano il ratto trasformandosi in un orrendo, rabbioso, bavoso, scheletrico, minuscolo, amico delle tartarughe ninja... CHIHUAHUA!!" si sembra convincente. Vado verso la mia scrivania e apro il cassetto dei miei block notes. 

-Appunti di matematica dello scorso anno... No... Il perchè delle puntate infinite di Beatiful... No... Perchè mia sorella è dirversa ma uguale allo stesso tempo... No... Teorie sull'amore... Teorie sul significato della vita... Teorie sulla morte... Teorie sulla felicità... Teorie sugli Alieni... Teorie su Babbo Natale... Teorie sulla pizza.... Ma dove cazzo è il Block notes sui Chihuahua?!- impreco disperata. Svuoto praticamente l'intero cassetto alla ricerca di maledetto blocco degli appunti. Quando finalmente mi ritrovo tra le mani un block notes grigio con sopra un Chihuahua e la scritta rossa in grossetto " A morte!! " tiro un bel sospiro di sollievo. 

-Eccoti! - dico baciandolo e ridendo come una pazza. -Ti. Amo. Capito?- poi guardo la faccia interdetta del Chihuahua appiccicata lì. -Pfff, non tu, io ti odio. Io dico quello che c'è qui dentro.- dico indicando il blocco. Ma lui ha sempre quella faccia interdetta. -Stupido Chihuahua.- concludo io. 

Spazio Autrice.

Hey, questa è il primo.. capitolo (?) della mia prima storia, spero che vi piaccia :)

P.S. Anche io condivido con Joey, l'orrendità dei Chihuahua in terra ù.ù

-Melyilkoala.

Twins? Maybe.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora