Tutti in pizzeria a perdere la vita

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White s pove

Aprii gli occhi confuso, non sapevo dove ero e cosa ci facevo qui. I miei ricordi si fecero chiari e mi rassicurano del fatto che la mia amata stesse bene, ma ora dovevo trovare il modo di tornare da lei.

Asy s pove

Entrata in quello strano portale, una strana luce celeste iniziò a volteggiare attorno vorticosamente, sembrava di essere nel tubo dell onda. La luce iniziava a diventare più scura man mano che andavo, finché non divenne tutto nero. Riacquistai la vista poco dopo fortunatamente, e cercai di capire dove mi trovavo. Era una stanza piccola con diverse luci colorate e con un piccolo monitor sulla scrivania di fronte a me. Tutto era molto familiare, troppo familiare, notai un pupazzetto a forma di cupcake a destra del monitor e a sinistra un telefono. Avevo capito dove ero, era il FNAF world. Non sapevo cosa fare e guardai l ora, erano le 5 del mattino. Senza pensare a niente, uscii dalla stanza e trovai nel corridoietto subito fuori, una torcia elettrica a pile. La presi dato che la mia vista in quella dimensione non era come in quella originale. Ero abituata a vedere al buio di notte in luoghi di montagna, non in luoghi chiusi ! Accesi la torcia e corsi verso non so dove. Arrivai poco dopo in una grande stanza, piena di tavoli e sedie, con un palco scenico al centro, i riflettori erano spenti e l aria attorno sapeva di vecchio. Mi avvicinai al palco e al correttore del microfono. Io amavo cantare, ma la preoccupazione e tristezza si stavano appesantendo sulle mie spalle man mano. Mi misi di fronte al microfono e iniziai a cantare, la canzone era quasi soffocata tra le mie labbra, poi quando le lacrime si fecero calde lungo il mio viso, le parole si scandirono iniziando a cantare "fire on fire". Appena terminai il 1 ritornello, sentii un rumore e mi nascosi pensando ci fosse qualche pericolo imminente. Due figure scure si incamminavano a passi lenti per la stanza. "Hai sentito ?" Disse una voce maschile "Si, era toccante quella canzone, che siano stati i bambini ?" Disse una voce femminile. Meno male il tavolo era bello largo e non mi vedevano per veia della lunga tovaglia. Alzai un pochino il tessuto ed intravide meglio le figure. Uno era un tipo vestito di viola, con i capelli viola raccolti in un codino ed un cappello strano per me. L altra persona era una ragazza, lei aveva però solo una ciocca viola di capelli a distinguersi tra la chioma biondo grano. I suoi abiti erano abbastanza normali, na felpa verde con il cappuccio viola e due jeans con convers nere. Dei rumori meccanici si fecero sentire dall altro corridoio. Mi preoccupai e presi il macete in mano pronta ad attaccare.
PING
Questo fú il suono della punta della mia arma che mi fece sgamare. Il Tizio in viola alzò la tovaglia ed io sfrecciai fuori pronta ad attaccarlo, ma lui era armato di coltello affilato, un giochetto. Quando le nostre armi si scontrarono lo vidi in faccia

Non sapevo bene chi fosse, non avevamo molte informazioni su quella dimensione ed ora non sapevo se stavo affrontando un possibile alleato o nemico, ma chissenefrega!!!!!Lo feci cadere di lato e gli feci un lungo taglio sul braccio destro

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Non sapevo bene chi fosse, non avevamo molte informazioni su quella dimensione ed ora non sapevo se stavo affrontando un possibile alleato o nemico, ma chissenefrega!!!!!
Lo feci cadere di lato e gli feci un lungo taglio sul braccio destro. Iniziai a girarmi per scappare, ma mi sentii prendere per la coda di cavallo e notai appena in tempo chi fosse stato. La ragazza dai capelli biondi mi stava per scagliare un pugno in pieno viso, lo presi solo in parte e dato che ammiravo il tentativo, la feci cadere a terra senza ferirla. Corsi via verso il rumore metallico, mi presi un leggero infarto alla vista di loro

 Corsi via verso il rumore metallico, mi presi un leggero infarto alla vista di loro

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Non sapevo come reagire, quindi mi fermai e li fissai. La volpe tentò di saltarmi addosso ma fallì e cadde a terra e uno dopo l altro anche gli altri. Poi... poi da quei corpi robotici ne uscirono delle anime... anime di poveri bambini torturati e uccisi forse dal tizio in viola. Mi portai le mani alla bocca notando il loro pianto, quindi mi chiani e aprii le braccia per dire "non abbiate paura, non sono una nemica". I bambini si avvicinarono timidamente a me e piano piano (molto piano) smisero di piangere tutti. Uno di loro, quello che era uscito dall orso, mi prese la mano (o almeno ci provò) e mi guidò non so dove. Arrivammo all ultimo piano dello strano palazzo ed entrammo in una stanza. Era pieno di giochi vecchi e roba varia da compleanno, cavolo, se Ben fosse stato qui si sarebbe fiondato subito su quei videogiochi vecchi. "Chi sei tu, percepiamo che sei diversa, sei come noi?" Chiese un fantasmino, quello senza un occhio. Io mi sedetti e dissi "vengo da molto lontano, non so come sono finita qui, ma sto cercando una persona.". Ero abituata a badare ai bambini e loro parevano fidarsi di me, descrisse la figura di White ma loro mi risposero che non lo avevano visto. Ero un po giù di morale, ma una bambina, l unica di loro mi disse "Ci sono altri piani sotto questo e ci sono altri robot, potremmo chiedere a loro ! Ma non sappiamo come uscire da qui...". Le accarezzai i trasparenti capelli e le dissi "Lo troveremo, vi aiuterò! Anche voi siete pieni di sensi di malore, lo percepisco ! Sapete.. io non sono come la gente cattiva, io faccio del male alla gente cattiva ! Ma mi sapete dire chi erano quei tizi di sotto ?". Loro iniziarono a tremare e dissero "lui ci ha reso così, ma ora anche lui è quasi uno spirito, lo chiamiamo Purple guy, riesce a controllare uno dei robot entrando dentro, ma lui è uno spettro più evoluto di noi.". Non sapevo come aiutarli e dissi loro "A voi piace disegnare ?", i loro visioni si fecero interessati e iniziammo a parlare mentre i bambini scrivevano i loro nomi su dei fogli, non i loro veri nomi, non li ricordavano più! Per questo si chiamavano con il nome dei robot: Freddy, Bonnie, Chicha e Foxy. I loro disegni mi raccontavano la loro storia e chiesi loro "sentite, quando tornerò a casa mia dalla mia famiglia, vorrei restare in contatto con voi, in caso arrivassero dei cattivi ! Se mi aiuterete, io aiuterò voi." Loro accettarono e le loro facce mutarono, da innocenti bambini, a ombre malinconiche e cariche di rabbia e vendetta. "Che state facendo.. ?" Chiese una voce che non conoscevo, guardai avanti e vidi un altro bambino con più mutilazioni degli altri, gli altri bambini gli dissero tutti e venne fuori che lui controllava un orso dorato, lo chiamavano Golden freddy o semplicemente Gold. Erano davvero dei bravi assassini ! Ci addormentammo nascosti dal tizio in viola e l amica dietro un siparietto dove veniva tenuto il robot di Gold. Sognai di far conoscere quei bambini a White e di poterlo riabbracciare, ma lui non era li, e la cosa mi rese triste.

il ritrovo tra le dimensioniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora