Seta

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La sveglia suona dal comodino in legno bianco posizionato accanto al letto di Anna, ma lei non è lì. Il venerdì sera è sempre un tabù, non sa mai quando tornerà a casa e se tornerà. Sono le nove di sabato mattina e la notifica di un messaggio trilla insistente nel telefono di Anna.

"Colazione insieme prima del patibolo?"

Anna apre faticosamente gli occhi ancora truccati e impiega qualche secondo per capire dove si trovi; accanto a lei una chioma bruna e riccioluta appoggiata ad un braccio ben delineato, che fa da sfondo ad un tatuaggio tribale. Ora ricorda. Come ogni venerdì sera, si era incontrata con Tess e Michela nel loro pub preferito, il Romi pub, dove avevano bevuto felicemente più di qualche birra. Mentre Anna era al bancone ad ordinare degli shortini per concludere la serata, una chioma bruna le era piombata addosso insieme ad una bionda media e, ritrovandosi davanti uno sguardo fulmineo, il gentiluomo aveva offerto gli shortini aggiungendone uno "per sostituire la birra", così aveva giustificato. Sedutosi al loro tavolo, il ragazzo iniziò a flirtare, sia per farsi perdonare che per interesse, con Anna che, amante della libertà e del divertimento, aveva accettato le sue scuse solamente dopo aver provato la potenza di quel braccio tatuato. Dopo aver cercato a tastoni il telefono, finalmente riesce ad aprire il messaggio; a cercarla è Tess, con la quale avrebbe dovuto presentarsi all'ultimo esame della sessione. Guarda rapidamente l'orario e pensa che potrebbe riuscire a raggiungere l'università in tempo, così si infila furtivamente il reggiseno, seguito dal vestito di lana grigio e dalla cintura, incalza i piedi negli stivaletti a punta e corre all'ingresso, dove raccoglie la sua borsa e il cappotto per poi uscire in tutta fretta, lasciando come unica traccia il suo tanga in seta.

Scende dall'auto, una Volkswagen bianca, il colore lo aveva scelto sua madre, fosse stato per lei infatti, sarebbe stata nera come la maggior parte delle sue cose e del suo armadio; il suo vestito odora ancora di birra, guarda l'orologio: mancano cinque minuti alle dieci, giusto il tempo di correre fino all'aula. Le tre rampe di scale quella mattina non le fanno paura, anzi, le scavalca con un'energia proveniente dalla gioia di poter concludere finalmente la sessione e dal brio della serata passata che ancora le circola nelle vene. Quando arriva al terzo piano si fionda all'ingresso della seconda aula e, assumendo un atteggiamento del tutto noncurante per non attirare l'attenzione, si dirige verso il posto più vicino a Tess, che la guarda con aria interrogativa ma divertita. Anna si siede e le ammicca un sorrisetto malizioso prima di focalizzare la sua mente sull'esame, l'ultimo di quella sessione, programmato di sabato perché "così vi togliete il pensiero e potete passare un fine settimana tranquillo" aveva sentenziato il professor Costina, accostamento piuttosto bizzarro secondo Anna che, il fine settimana, di tranquillo non vuole proprio niente. Quell'aggettivo, infatti, per lei era sinonimo di noioso più o meno da quando si era trasferita a Roma per studiare e aveva conosciuto Tess e Michela, altre due selvagge come lei.

"Un altro trenta, ma come fai?" le si avvicina Tess tutta sorridente, anche lei ha ottenuto il massimo.

"Segreto di stampa" incrocia quegli occhi color castagna e scoppia a ridere, "comunque scusami per stamattina, ma proprio non sarei riuscita ad arrivare in tempo per la colazione."

"Immaginavo dal momento in cui ti ho vista andare via con Carlo ieri sera" le fa l'occhiolino e le dà una spinta di complicità.

"Ah, ecco come si chiamava!" portando la mano sulla fronte "si, beh, devo dire che ha saputo farsi perdonare bene, ma la sua birra è ancora sul mio vestito e si fa sentire..." ridono spensierate andando all'uscita dell'università. Fuori le aspetta Michela che, per festeggiare, ha organizzato un pranzetto fra amiche in un ristorante in cui spesso porta i suoi clienti migliori. Un'ottima carbonara è il modo migliore per dare inizio al periodo delle abbuffate in famiglia e dei chili in eccesso: Natale.

Anna infila le chiavi nella serratura oro, le fa fare due scatti e apre il portone, ad accoglierla soltanto il rumore della lavastoviglie in funzione; appende la borsa e il cappotto su un appendiabiti rosso attaccato alla parete dietro al portone e si butta sulla poltrona in savoy nero posizionata davanti alla tv in salotto. Sta per far partire l'episodio della serie tv quando arriva una notifica di un messaggio sul suo telefono: Carlo. Non ricorda esattamente in quale momento della serata si siano scambiati il numero, dev'essere stata parecchio ubriaca per farlo, pensa. Apre il messaggio e le compare la foto del suo tanga "se vuoi, stasera ti faccio vedere come si mette", le esce un sorriso davanti ai ricordi della serata, un sorriso di piacere, di godimento, il sorriso di chi ne vorrebbe ancora, poi blocca il telefono senza rispondere.

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