È un pomeriggio di inizio settimana e la luce del sole penetra attraverso le tendine delle finestre della mia casa affacciata sul mare mentre mia nipote è distesa sul divano del salotto con il suo smartphone in mano
-Nonna - dice lei
Concentro la mia attenzione su di lei
-Dimmi pure Sara-
Nel frattempo guardo il giorno andare via lentamente e dentro la mia testa aleggia l'idea che nella vita non sia riuscita a fare molto. Che cosa è che rende una persona lieta di ciò che fa? Perché ogni cosa che ho fatto è andata nelle più profonde desolazioni della mia anima e mentre guardo mia nipote ricordi di un lontano passato cominciano a galleggiare come papere nella mia mente
-Nonna è successo qualcosa? Perché sei così zitta e con l'aria triste? -
Il mio intero corpo trema se solo ripenso.. Alle occasioni che mi sono fatta passare, mi sento un po' come le nuvole che pian piano scompaiono alla vista, non hanno forma, ammassi di gas e basta. Prendo una sigaretta dal pacchetto e me la accendo
-Ti ho mai raccontato della famiglia Underville figliola?-
Mia nipote da una faccia contrariata
-Non mi vorrai mica dire quella famiglia che abita vicino a noi.. No nonna, non me ne hai mai raccontato-
Con la sigaretta in bocca faccio volare in cielo piccole nuvolette di fumo che si disperdono e non hanno continuo, non hanno un continuo.. Un po' come è stata la mia vita. Ed adesso mia nipote mi guarda in cerca di risposte ma il fatto sta che in questa storia, nella storia degli Underville non vi fu niente di straordinario, avrebbe potuto esservi ma la verità è che fu una famiglia che non rispetto nulla.
- Vedo un po' se riesco a ricordare nipote- dico con tono sommesso
A un tratto ricordi lontani cominciano a sbiadirsi nella mia mente. A un tratto scivolo in quell' anno cui non riuscivo a rimembrare
Era l'autunno del 1980 ed allora la famiglia Underville era la più rinomata di Roma. Avevano una casa grande, con un bel giardino ed all'epoca avvicinarsi ad un Underville voleva dire avere un opportunità di lavoro. Capitai li per puro caso ed uno di loro mi prese come domestica ma non avrei mai creduto dell'enorme segreto che avessero.
Il più giovane di loro Messer Louis aveva svariate amanti e passava il tempo libero andando al bar a bere. Il capofamiglia era un signore molto rinomato per le sue grandiose capacità in campo di orologeria. Costruì enormi orologi d'oro massiccio che potessero in un qualche modo far da novità per l'epoca. Orologi straordinari che al solo schiocco di mani cambiavano l'orario ma la sua novità non piacque e gliela bocciarono. Il pover'uomo perse la vista andando avanti con l'età ed i suoi orologi non poté più produrli, così il figlio prese il suo posto ma era un incompetente e non riusciva a fare nulla di produttivo, neanche lontanamente delle idee straordinarie che aveva avuto il padre.Passarono le stagioni, gli anni ed il Signor Underville progetta ancora un nuovo modello di orologio. Cieco com'era riusciva ancora ad inventare. Diede l'orologio al figlio, il quale menti al congresso e disse che era stata opera sua quell'orologio. Di conseguenza i meriti ed i soldi andarono a lui e non al padre che si era prodigato a costruire quell'orologio. Il Congresso nutriva quindi possibilità per questo uomo che aveva progettato un opera così eccezionale, un orologio che resisteva alle intemperie ma egli non era adatto e si vergognava di dirlo al padre. Si vergognava ad ammettere che non era capace di costruire orologi e fu così che si suicido.
L'orologio non smise più di ticchettare l'ora fino a quando il padre si mise in cerca del figlio, allontanandosi per mare non tornando mai più. Probabilmente morì e l'orologio per anni continuo a ticchettare in attesa del suo creatore.
-E poi che successe nonna? -
Continuo a fumare la mia sigaretta seguendo il tutto con un bel colpo di tosse
-Successe che nessuno seppe più nulla, persi il lavoro, la famiglia Underville si dissolse, andò in banca rotta e si disperse.. Nessuno seppe più che fine aveva fatto il Signor Underville ne dove andò a vivere, sempre se era riuscito a sopravvivere ma io persi il lavoro ed entrai in depressione per questo figliola.. -
Guardo ancora le nuvolette di fumo espandersi e scomparire, sigaretta finita. Ancora dentro di me sento l'orologio ticchettare e probabilmente la nostra vita è così, un continuo ticchettio di orologio. Di tempo ne abbiamo poco, la vita è divenuta più breve e ci possiamo perdere come il Signor Underville ma certe storie non vengono ricordate poiché sono storie sparse d'un epoca senza età.