1st: Sala d'attesa.

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Non era la prima volta che venivo interrotta dalla suoneria del cellulare quella sera, era quasi ora di cena e stavo finendo in tutta tranquillità il mio libro "Mille splendidi soli".

Lasciai suonare il mio cellulare a vanvera, continuava a riprodurre la sigla della mia serie TV preferita, Strange Things.

Sigla che avrei iniziato ad odiare se non avrebbe smesso.
Così decisi di alzarmi per rispondere, sbuffando.

"Daddy" compariva sullo schermo del mio cellulare, in quel momento mi maledii a voce alta, imprecando per non aver risposto prima.

-Pronto?-

-Che diamine, perché non rispondi mai al cellulare?- urlò.

Mai? Rispondevo sempre al cellulare, soprattutto quando si trattava di rispondere a lui. Sapevo bene che non sopportava sentire quei "bip" di attesa quando chiamava qualcuno, ma forse era troppo duro con me.

-Noirel!-

-Scusami papà, dimmi.-

-Portami la cena, non tornerò presto a casa.-

Non riuscii nemmeno a rispondere che mi si presentò la schermata home del cellulare, con la notifca delle sue 2 chiamate prese.

La centrale era non molto distante da casa mia, ma in tutta onestà non ne avevo per niente voglia.
Ero tornata dalla palestra, avevo studiato per ore e fuori faceva freddo. L'unica cosa positiva era che la via era piena di luci natalizie, ogni casa aveva un Babbo Natale da qualche parte e alcuni avevano persino messo delle renne sul prato del proprio giardino.

Fortunatamente non mi ero cambiata, avevo addosso ancora i miei jeans e il mio maglione nero, nero, nero e caldissimo.

Avevo due magliette sotto, perciò non pensai minimamente di poter mettere una giacca, o sarei morta dal caldo.
Infilai le mie calde calze invernali e misi ai piedi le mie Puma Cali, bianche e nere.

Misi una sciarpa bianca intorno al collo e misi le mie cuffiette bluetooth alle orecchie, facendo partire Bad Karma.
Il mio cellulare nella tasca posteriore dei miei jeans e di corta di sotto, da mia madre.

-Mamma? Dev/-

Venni interrotta dalla sua voce che mi richiamava, la sua dolce voce.

-Papà ha chiamato anche me, c'è una busta in cucina accanto ai fornelli.-

Mi avvicinai a lei e la ringraziai, dandole un bacio sulla guancia.
Lei ricambiò, mettendo due cioccolatini nella tasca della mia giacca.

-Fai come me, metti una suoneria diversa per le chiamate di Babbo Natale.-

Risi per il suo consiglio e annuii, andando in cucina per prendere la busta e dirigendomi poi verso la porta principale, che aprii.

La chiusi dietro alle mie spalle e rabbrividii, iniziava davvero a fare freddo e tra non molti giorni sarebbe probabilmente caduta anche della neve.

Arrivai in centrale una quindicina di minuti più tardi, tolsi i miei auricolari e ricambiai il saluto di alcuni agenti, ormai mi conoscevano meglio loro di chiunque altro.

-Chiamo tuo padre?- Mi chiese James.

Mi limitai a scuotere la testa, lo ringraziai comunque e andai a sedermi in sala d'attesa, mio padre odiava essere interrotto e ancora di più essere interrotto da me.

Misi la busta con la cena di mio padre sulla sedia accanto alla mia e iniziai a giocare con il mio cellulare, quando una voce mi interruppe.

-Di nuovo qui Martin, non ti è bastata la notte al fresco?-

Alzai lo sguardo e solo allora notai un ragazzo seduto dall'altra parte della stanza, davanti a me.

Jeans strappati, una maglietta bianca di Gucci, capelli neri e occhi verdi.
No, occhi.. azzurri?
Mi persi a guardarli, quando ne guardavo uno vedevo chiaramente del verde ma l'altro sembrava..

-Dammi il tuo cellulare, così posso scattarmi la foto da più vicino.-

Distolsi immediatamente lo sguardo e deglutii, da quanto tempo lo stavo guardando?
Per la prima volta in tutta la mia vita dovetti ringraziare mio padre per aver interrotto qualcosa.
Lo sentii chiamarmi dal suo ufficio e non persi tempo, entrai velocemente e chiusi la porta alle mie spalle.

Martin.. non avevo mai visto quel ragazzo in tutta la mia vita, ne sentito mai quel nome.

Misi la busta sulla scrivania di mio padre e ci lasciai accanto uno dei due cioccolatini, ricevendo un accenno di un sorriso da parte sua.
Questo mi fece sorridere e a quel punto lo salutai e me ne andai.

Non appena uscii mi venne naturale guardare quel ragazzo, che mi stava fissando a sua volta.

-Ciao anche a te.-

Ignorai il suo saluto e gli passai davanti per dirigermi alla porta d'uscita.

-Bel culo.-

Lo sentii ridere e diventai talmente rossa da far invidia al naso di Rudolf, come diavolo si permetteva!

°°°°°♡
Helloooooo, it's me.
Spero che la prima parte vi sia piaciuta, fatemi sapere se avete qualche idea/commento per la storia.
-Bluehead.♡

Become my Devil.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora