-Chi è il ragazzo di ieri? Mi sembrava di averlo già visto.- Inventai.
Non dovevo far creare domande strane nella testa di mio padre, perciò dissi la prima cosa che mi venne in mente.
Capii di aver /probabilmente/ sbagliato scusa quando si voltò per guardarmi con una strana espressione in viso che tramutò in una smorfia di rabbia.-Dove lo hai visto Noirel? Adesso frequenti anche i criminali?-
Sbuffai mentalmente ma ammetto che mi scappò un piccolo sospiro, silenzioso e quasi insignificante.
-No papà, l'ho visto in giro quando ero fuori con Luna, vicino alla scuola.-
-Non parlare con quelle persone.-
Disse prima di togliere lo sguardo gelido e tagliente dal mio viso, quel ragazzo era così male?
Sì, lo era.
Assolutamente.
Non capisco perché ho quasi tentato di pensare il contrario.-A proposito, Luna sta arrivando!-
Dissi ad alta voce dal corridoio, salendo le scale e filando nella mia camera da letto.
Lanciai uno sguardo sul balcone e notai che aveva appena iniziato a nevicare; amavo la neve da morire, mi era mancata durante la stagione estiva.
Abbassai lo guardo sulle mie pantofole pelose e calde e mi lanciai letteralmente sul letto, mettendomi a giocare con il mio cellulare.
-Stai sempre a letto!-
Luna!
Rimasi colpita da quella voce, tenevo la porta alle spalle e non l'avevo per niente sentita.
Forse mi stavo concentrando troppo con il gioco sul mio cellulare.-È vero, ma anche tu stai sempre a letto.-
Risi e le lasciai lo spazio per farla sedere accanto a me, mi era mancata.
[...]
-Basta con questo film sulle sedicenni in crisi, abbiamo superato di ben due anni quel periodo!
Voglio una cioccolata calda.-Luna se ne uscì con la cosa che mi piaceva di più al mondo e non riuscii a non esultare, in effetti ci voleva qualcosa di caldo.
E di dolce, cremoso, dolce, dolce, dolce.Dolce come ogni guarnizione che potevamo mettere al suo interno: piccoli marshmallow, tanta panna montata.
Tutte cose che assolutamente non avevo in casa, non con una madre che odiava ogni cosa contenente dello zucchero bianco o persino di canna.
Luna mi lesse quasi nel pensiero, si mise a ridere e si alzò, afferrando la mia giacca dall'attaccapanni e lanciandomela.
-Compreremo adesso la panna, prima che chiude.- Disse, infilando la sua giacca rossa.
Annuii e corsi ad infilarmi le scarpe, successivamente la giacca.
[...]
Martin's POV
Finalmente libero dopo una notte in centrale; forse dovevo diminuire le risse o almeno farmi più furbo di quel che già ero.
Vidi un supermercato in lontananza e decisi di entrarci.
Mi ero appena trasferito, non avevo niente da mangiare in casa o almeno non sarei andato avanti a pizze surgelate con degli strani funghi sopra e fette di prosciutto orribili.Anche se non sapevo bene che cosa stessi cercando continuai a girare in tondo, fin quando non trovai il freezer.
Faceva freddo e avevo voglia di gelato?
Ne presi una vaschetta al pistacchio e proprio quando iniziai a camminare verso la cassa pensai a cosa metterci sopra: panna.
Perciò ritornai a percorrere il mio giro per gli scaffali, fin quando non trovai il latte.
Latte, besciamella, lievito per dolci.. panna.
Portai il mio braccio in alto per afferrarne una confezione proprio nel momento in cui un'altra persona cercò di prendere la mia stessa.
-Oh, scusami! Mi dis/- Cercò di parlare, ma la sua voce si interruppe alla visione del mio viso.
Che cazzo?
Spostai lo sguardo nel suo e mi bloccai.
-Gli sbirri mi fanno controllare dalle loro bambine adesso?-
La mia voce uscì più fredda e meno ironica di quel che doveva sembrare, la ragazzina sembrava quasi spaventata dal modo in cui mi ero rivolta a lei.
-No, no..
no, scusa. Prendila tu.-Non capii le sue parole fin quando non mi voltai verso lo scaffale, un supermercato così grande aveva realmente finito la fottutissima panna montata?
Risi quasi nervosamente per non essermene accorto prima e afferrai la confezione di panna per porgerla alla ragazza, che la afferrò a sua volta con lo sguardo sorpreso.
-Grazie.- Mormorò con la voce bassa.
Perché cazzo la sua voce tremava?
La guardai inarcando un sopracciglio e mi voltai per andarmene, era così strana.
-Mio padre non mi manderebbe a controllarti, ha detto di starti lontano.-
Replicò lei.
Cosa. Diamine. Aveva. Detto.
Mi voltai di scatto con il viso incupito, senza un reale problema.
Perché un padre dovrebbe dire a sua figlia di starmi lontano? Nessuno poteva decidere di starmi lontano se non ero io a volerlo.
-Dimmi il tuo nome.-
-Noirel..- Sussurrò con voce insicura.
Mi misi a ridere, che diamine di nome era Noirel? A quel punto mi voltai e finalmente, riuscii ad uscire da quel posto il più in fretta possibile.
•°•°•°•°•°•°•°•
Helloooo it's me again!Primo punto, Noirel si pronuncia "Nuarèl" ed è un nome che ho inventato personalmente, quindi spero che sarò l'unica a continuare a usarlo.
Secondo punto, secondo voi che aspetto ha questo Martin? Non l'ho ancora descritto, sbizzarritevi con le idee!♡
Al prossimo capitolo,
-Bluehead♡

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Become my Devil.
FanfictionAndare a trovare mio padre al lavoro è sempre stato così noioso, fino ad ora.