I. Genio

248 23 65
                                    

Questa fanfiction è stata scritta senza scopo di lucro.
I personaggi e l'opera originale non mi appartengono.

Personaggi: Pannacotta Fugo

Genere: oh wow tako ha fatto un'altra storia falsamente introspettiva.

Stavolta però il titolo è preso da "Marina and the Diamonds" (ora solo Marina?), quindi ha classe!

***

Il giorno in cui aveva compiuto dodici anni, i suoi genitori gli avevano regalato un coltello.

A serramanico, di quelli con la lama non troppo affilata e la punta acuminata.
Si apriva di scatto: bastava premere il pulsante sull'impugnatura.

Era un oggetto bello da vedere, obiettivamente parlando.
Bello da vedere quasi quanto inutile.

Pannacotta l'aveva infatti soppesato per diversi minuti, non riuscendo a darsi una spiegazione.

Non è esattamente qualcosa che avrebbe dato in mano a suo figlio, pensava, soprattutto se avesse voluto che suddetto non coltivasse interessi non legati al successo, l'obbedienza e l'ambizione.

Solo dopo qualche ora passata a rimuginare sul significato di quel gesto, però, era convinto di aver capito.

Era un segno.

Una sollecitazione a crescere e imbracciare la vita da adulto a cui era da sempre stato preparato.

Ora che era riconosciuto come una persona tanto "matura" da potergli essere persino affidata una potenziale arma, avrebbe dovuto essere fiero di sé stesso.

Entro un anno sarebbe entrato all'università,
entro cinque si sarebbe laureato.
Di sicuro, nello stesso momento in cui avrebbe poggiato piede fuori da scuola gli sarebbe stato procurato un posto in un qualche studio legale.

A ventisette anni si sarebbe sposato,
a trenta avrebbe avuto un figlio,
a ottant'anni sarebbe morto.

E allora tutta la sua famiglia e i suoi vecchi colleghi di lavoro si sarebbero ritrovati attorno alla sua tomba a piangere e pensare:
"Com'era bravo Pannacotta Fugo! Com'era intelligente Pannacotta Fugo!"

E poi basta, perchè non ci sarebbe stato più altro da aggiungere.
Lui aveva sempre avuto fiducia nella verità e soltanto nella verità.

Quindi, sì: il coltello era il primo passo verso la sua nuova, soddisfacente vita.

L'avrebbe messo in bella mostra sul caminetto della sua splendida villa di periferia, e lo avrebbe mostrato agli ospiti, onorando la memoria della madre e del padre che gli avevano sempre spianato la strada fino alla sua gloriosa ascesa.

Questo era il suo futuro.
Una vita perfetta, una coppa di fragole con panna da assaporare una cucchiaiata alla volta, approfittando di tutto ciò che si ha a disposizione.

Che schifo.

Sotto i riflettori nella sua teca da esposizione, sopra il suo piedistallo dorato, Pannacotta avrebbe soltanto voluto arrugginire e cadere a pezzi.

Non gl'importava veramente dello stupendo miraggio che lo circondava.
Era arrivato al punto di esasperazione universale, in cui tutto sembrava essere nulla più che un altro esame da passare a pieni voti.

Non si sentiva amato, e non era nemmeno sicuro di essere in grado di potersi affezionare a qualcuno.
Non gli era capitato quasi mai di provare sentimenti positivi nei confronti delle persone che gli stavano attorno.

Oh, Oh No! || Vento AureoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora