Passato, presente.. Attimi.

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Le lacrime rigano il mio viso. Il trucco è sbavato, scende dai miei occhi e crea, mischiandosi con le lacrime, delle macchie di dolore sul mio volto.
Ho il viso nero, sporco e so che con questa maschera non si vede il dolore ed il terrore dentro.

"Voglio andare via!"

Questo è quello che ripeto da più di dieci minuti, ma continui a stringermi e piangi, come un bambino che rompe qualcosa e poi viene rimproverato dalla madre, piangi.. ma per cosa?
Come posso credere che le tue lacrime non siano un'altra scusa per farti perdonare, per farmi rimanere?!

Non è che io incateni le persone a me, piuttosto sono loro ad incatenarmi.
Non hai mai permesso che andassi via da te.

Le cose erano iniziate bene..
Quando conosci una persona e sei eccitatissimo e la tua mente viaggia ed immagina: hai già visto il tuo futuro;
le parole dolci che ci fanno squagliare come neve al sole, due innamorati persi l'uno dell'altro.. Almeno quello che sembra.
Comunque tutte è iniziato..
ah! Tre anni fa..
Una sera calda d'agosto, mentre mangiavo al solito ristorante, "Mille sapori", con le mie amiche; ovviamente faccio qualcosa che porti a farmi notare involontariamente. Quella volta mi scivolò una bottiglia di vetro dalle mani ed in un attimo
" FRABOOM "
..il vetro arrivò ovunque, in mille frantumi.
Io con le mani davanti il viso per nascondermi dalla vergogna, tu mi guardasti e mi sorridesti. Ti avvicinasti
" Non preoccuparti, sistemo tutto io " .
La seconda volta che ci siamo incontrati fu mentre ritornavo verso casa; quella sera una tempesta assurda, diluviava a dirotto ed io, tutta fradicia, correvo nella Hight Street.
Ti fermasti, calasti il finestrino
" Un passaggio?! "
ed io, impacciata come sempre, risposi
" Oh.. beh, si.. se vuoi ".
Mi sorridesti e apristi lo sportello, entrai timidamente.
Non riuscivo a stare ferma.
Ti osservavo dallo specchietto retrovisore e percorrevo, col mio sguardo, ogni tuo lineamento del viso, ogni tua espressione. Osservavo i tuoi capelli ricci, morbidi dove avrei voluto affondare le mie mani per accarezzarli.
Poi sobbalzai per lo spavento.
" Comunque piacere, Roberto "
" Chlòe " risposi con voce rauca.
" Dove devo lasciarti? "
" Va bene anche qui " risposi così per paura di disturbare, anche se in realtà la casa era lontana da dove ci trovavamo.

Nei giorni seguenti non ci incontrammo.
Un mesetto dopo, se non sbaglio, tornando da lavoro, trovai davanti la porta di casa un mazzo di fiori: rose arancioni ( il mio primo pensiero!? " Oddio!! " ) , con un biglietto:

" Sono Roberto, come stai? Vorrei invitarti a cena. Questo è il mio indirizzo: Carlo II n 53. Fammi sapere, buona giornata. Un bacio. "

Ero sconvolta.. non sapevo che fare, in quel momento una vampa di calore s'impadronì del mio corpo e credo di esser diventata anche rossa in viso.
Comunque il giorno dopo, avendo trascorso la notte in bianco, perché indecisa sul da fare, decisi di lasciare un biglietto sotto la tua porta:

"Accetto volentieri, questa sera alle 20.30 al The Ivy. "

Corsi via subito per paura d'incontrarti.

Quella sera io arrivai dopo, tu eri già lì ad aspettarmi, sembravi impaziente. Passeggiavi avanti ed indietro senza fermarti. Eri in vestito e a me piacciono gli uomini eleganti.
Quando mi vedesti, mi sorridesti ed allargasti le braccia come se avessi voluto stringermi, allora lo feci io, ti abbracciai e tu mi stringesti forte e mi desti un bacio che accettai, perché desiderato.

La serata trascorse tranquillamente e poi continuammo a vederci e sentirci nei giorni seguenti.

Passarono i mesi ed anche gli anni e la nostra storia precedeva serena o almeno a me così sembrava, ma mi sbagliavo.. cosa mi faceva pensare che andasse tutto bene?! Proprio non ricordo.

Eravamo a casa tua, avevamo finito appena di fare l'amore..

Si, l'amore che facciamo noi, non sesso, il nostro è amore perché ci vorremmo legare talmente tanto da farci male e resistere a questo dolore.

Ci doniamo, corpi ed anime, l'uno all'altro per unirci, per essere un'unica cosa.
Ci facciamo i lividi mentre facciamo l'amore e ci si stringe sempre più forte, ci si bacia dalla testa ai piedi per scoprire i nostri sapori ed odori, ma la cosa più bella è quella di provare dolore per amore

È quella di amarsi da morire.. di dolore.

Non appena finivamo di far l'amore, ci guardavamo negli occhi, col fiato spezzato, come se avessimo voluto prometterci amore eterno.
Ci dicevamo, sottovoce, d'amarci l'uno all'altro e completavamo il nostro atto d'amore stando a letto, abbracciati, ascoltando il nostro respiro e la nostra tachicardia ch'erano la nostra musica di sottofondo.

Si ricomincia..Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora