Ricordi Di Una Vita

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1 novembre 1981

«Alice, tesoro, non credi sia ora di mettere il piccolo a dormire?»
La ragazza si voltò improvvisamente, riscossa dai suoi pensieri.
«Scusa?»
«Neville» disse indicando il bambino tra le braccia della giovane.
«Oh, certo» disse, passandosi velocemente una mano sul viso.
I ricordi le invadevano la mente, senza che lei potesse fare qualcosa per difendersi.
Rivedeva la sua faccia sorridente ogni volta che chiudeva le palpebre, ogni volta che cercava di nascondere le lacrime che provavano a sgorgare dai suoi occhi di un banale ma intenso marrone.
Poggiò il piede sul primo gradino della scala che portava alla cameretta di suo figlio, prontamente arredata da Frank e dai suoi amici.

«Alice, Alice» gridava la ragazza dietro di lei «Aspettami!»
«E rischiare di invecchiare, rovinando la mia bellissima pelle? Mai e poi mai, cara Lily» rispondeva lei ridendo, mentre accellerava il passo iniziando a correre sulle scale della torre di Grifondoro.
Sentiva dietro di lei l'amica che imprecava contro le scarpe troppo strette che le impedivano di raggiungere la ragazza, che ormai spariva dietro il ritratto della Signora Grassa.
«Alice Prewett! Questa me la pagherai molto cara!» gridava poi la Rossa, mentre vedeva dietro di lei la figura della persona più odiosa di Hogwarts avvicinarsi a lei.

Il secondo passo generò un rumore sordo sulle scale.

«Basta Lily, basta!» implorava Alice con le lacrime agli occhi, mentre l'altra ragazza la torturava con una seduta di solletico senza fine, una delle poche armi per prevalere sulla giovane Prewett.
«Ti avevo detto che te ne saresti pentita, no? Mi hai abbandonata tra le grinfie di Potter! Ho patito le pene dell'inferno per colpa tua!»
«Per Merlino Lily, basta» supplicava Alice, ormai piangente.
Solo dopo cinque minuti la Rossa interruppe quella tortura, lasciando la povera amica lacrimante, con i capelli tutti scompigliati e le mani sul torace che si alzava e abbassava velocemente.

Alice salì il terzo gradino mentre la vista iniziava ad offuscarsi.

«Lily...»
«Alice...»
«Ti devo confessare una cosa»
«Ti piace Frank?»
«Ho finito il tuo shampoo»

Ogni passo le provocava moltissimo dolore. Ed era arrivata al quarto gradino.

«Alice...»
«Lily...»
«Ti devo confessare una cosa»
«Hai finito il mio shampoo?»
«Mi piace Potter»

Se lo ricordava il giorno in cui glielo disse.
Era un giorno di gennaio, subito dopo le vacanze natalizie del settimo anno.
Entrambe avevano ormai capito che mancava poco alla fine della loro permanenza ad Hogwarts, nonostante i M.A.G.O sembrassero lontani.
Avevano capito che là fuori c'era una guerra, una guerra in cui loro avrebbero combattuto, una guerra in cui loro non sarebbero rimaste a guardare un mondo che cadeva a pezzi, ma che avrebbero comunque cercato di ricomporre, come fosse uno di quei tanti puzzle babbani che Lily adorava.
Avevano poi scoperto l'Ordine della Fenice, avevano combattuto con i loro amici guardandoli anche morire, avevano provato tanto dolore in pochi anni di vita.
E poi era morta.
La sua migliore amica, la sua compagna di squadra, la ragazza che c'era sempre stata per lei, sua sorella.

Barcollando raggiunse il gradino successivo, con Neville in braccio che iniziava ad addormentarsi e che cindolava la testa da un lato all'altro, con il peluche raffigurante un piccolo drago stretto tra le braccia.

«Evans...» iniziò James, titubante, mentre guardava Alice che da dietro le spalle della Rossa lo incitava a parlare.
Perché sì, ora era diventato James da un po'.
Il tanto odiato Potter si era rivelato per quello che era, colpendo il cuore di Lily nello stesso modo in cui una freccia si conficca nel bersaglio, provocando quel rumore sordo che rimbomba spesso.
Alice l'aveva sentito, quel rumore.
Era in Sala Comune e ripassava Trasfigurazione con Lily, quando il ritratto della Signora Grassa si aprì e si sentirono delle risate, lasciando indovinare a tutti i presenti chi stava per entrare.
Appena James apparve alla fine del corridoio Lily si bloccò e Alice, non riuscendo ad attirare la sua attenzione, si girò per vedere cosa avesse sconvolto tanto la sua amica.
E in quel momento lo sentì, quel tonfo.
...Pum...
E non era solo il libro di Trasfigurazione che cadeva dalle ginocchia della ragazza.

Ricordi di una vita || Alice Paciock Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora