Il vento mi colpisce in pieno volto. La mia lunga chioma scura si muove in modo irregolare per poi in seguito appoggiarsi sulle mie spalle. La mia schiena spinta verso lo schienale della vecchia panchina dove sono seduta. Le mie gambe intrecciate tra di loro mentre sono avvolte da un paio di jeans. Il mio busto avvolto da una camicetta bianca. Le mie braccia non smettono di stringere quel inutile libro scritto da qualche scrittore famoso. Un accumulo di parole che molti amano studiare fino a comprendere la loro più piccola sfumatura. Io non faccio parte di quelle persone ma nonostante questo passò la maggior parte del mio tempo in una stupida università. Qui butto il mio tempo a capire autori che per la maggior parte dei casi sono defunti. Questo è il mio destino. Diventando la proprietaria della una casa editrice che ha reso famosa la nostra famiglia e prendendo così il posto di mio padre. Tutti sanno cosa voglio quando io non so neanche qual è il mio passato.
Smetto di trattenere il fiato mentre dalle mie labbra sparisce un finto sorriso. I denti smettono di torturare la mia lingua mentre le lacrime cominciano ad inondare quel prato che ho negli occhi. Ogni più piccola sfaccettature di verde che possiedo viene sommersa dal sapore salato delle lacrime. Il viso comincia a rigarsi e il rumore dei singhiozzi mi circonda. Sono stanca. Stanca di questa vita. Stanca di quello che sto facendo. Stanca delle persone che mi stanno intorno. Tutti pensano che essere ricchi è meraviglioso ma non sanno quanto si sbagliano. Vorrei cedere questa mia vita a chiunque. Io non riesco più a stare dietro a queste sbarre fatte di bugie. Voglio vivere. Voglio smettere di mentire.
Sto impazzendo ad interpretare questo ruolo che non mi appartiene. Soprattutto se non so niente del mio passato. Ho perso tutti i ricordi per colpa di un incidente stradale subiti ormai quasi un anno fa. Trascinata dall'altra parte della nazione senza nessuno ricordo. Non mi ricordo dove abitavo prima, cosa facevo prima e chi conoscevo prima. La prima cosa che ricordo è il cielo di San Francisco, città che odio profondamente. sono costretta a stare qui. Questo luogo è una cambia d'oro dove non posso scappare. Rimango qui aspettando che qualcuno mi salvi.Quel qualcuno che prima era la mia felicità. Ogni giorno quest'ultima è mangiata da un mostro. Colui che mi tiene prigioniera. Costretta a stare qui con lui che non capisce niente. Io non lo voglio nella mia vita. Non lo ho mai voluto.
Lui non potrà darmi indietro la mia felicità. Mi ha spezzato il cuore a pezzi. Mi hanno separato dalla mia metà. Sono una marionetta nelle loro mani. Mi usano per i loro obiettivi futili. Non capiscono che io sono un'umana: soffro, piango e raggiungo il limite. L'economia sovrasta l'amore. Le persone smettono di essere umane. Il dolore mi avvolge e mi uccide dall'interno. Il dolore che mi mangia. Sto svanendo in silenzio davanti agli occhi di tutti. Nessuno ormai si ricorderà di me. Inutile. Ecco cosa sono. Un'inutile ragazza senza un passato, un presente e un futuro. Destinata a un finale tragico che non si può cambiare. Rimarrò bloccata qui. Soffrirò qui. Morirò qui. Non vedrò più il mio passato e quelle persone che ho amato. Loro non mi hanno visto come una pedina da sfruttare. A differenza di chi mi a messo in vita, che mi hanno usata, ignorata e angosciata, per loro ero un umana. Una persona con una sua mente che ragiona e che decide per lei. Non mi hanno mai obbligata a essere qualcuno che non ero. Mi hanno amata per quello che sono e io mi sono affezionata di quei ciuffi rossi e blu e di quella voce angelica. Poi mi sono innamorata di quei occhi azzurri. Di quell'oceano che mi considerava umana. Per loro sono ancora umana che ora sotto questo cielo di San Francisco sono diventati il mio unico ricordo passato. Quell'azzurro è unica cosa che ricordo e ora sono davanti a me in tutto il loro splendore.
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// Uncover //
RomanceIl rapporto che ognuno di noi ha con la musica è unico nel suo genere. Nessuno sa cosa ascoltiamo almeno che non glielo diciamo. Nessuno vede quando l'ascoltiamo almeno che non glielo diciamo. Nessuno conosce il nostro rapporto con le note finche n...