Flusso #1: pomeriggi e angosce

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Mi ha sempre affascinato il flusso di coscienza, anche se qui ci saranno i punti e le virgole perché mi va così, ma i pensieri rimarranno comunque sconnessi. Anche perché a me le virgole e i punti si susseguono insieme alle parole, perché pensando già immagino di scrivere. E' sempre stato così.

Il mio cervello ha un modo di fare tutto suo, tra le 14 e le 14 30 fa scattare l'angoscia. Che non so se sia angoscia o altro, ma non  riesco a spiegarlo. Se non ho niente da fare è come se la paura delle ore che stanno per arrivare mi inghiottisse e mi blocco in uno stato d'ansia che sembra una crisi di panico, ma non lo è. O forse sì. Non mi interessa dargli una definizione. Il senso d'angoscia sale in ogni momento in cui non ho nulla da fare o anche nel momento in cui mi accorgo che nei giorni successivi non avrò nulla da fare in una fascia oraria fascia oraria che in genere copre tutto il pomeriggio. Quindi provo a organizzare ogni singola giornata in modo quasi compulsivo perché i pomeriggi totalmente liberi mi fanno male. E anche le sere o meglio entro in uno stato di ansia simile quando sto per addormentarmi quindi cerco in  tutti i modi di rimandare la cosa facendo altro per tenere la testa occupata più tempo possibile. Ho paura di pensare a me e in questo cerco cose da fare occuparmi degli altri scrivere lavorare studiare una volta mi salvava giocare a calcio ma quest'anno non è più possibile. Non basta neanche lei che quando c'è è bellissimo e quando non c'è il pomeriggio sale l'ansia. Io non lo so quando è iniziato tutto o forse sì ma non voglio ammetterlo perché ho paura di eventuali conseguenze anche se penso siano costruzione tutte mie come sempre quasi accade. Quanto è bello guidare abbattendo anche i limiti perché a 50 su certe vie non si può proprio andare e allora schiaccio il piede ma non per rischiare o sentirmi vivo solo così perché mi piace sentire la macchina. Mi sento solo in questa angoscia perché ho paura di condividerla con qualcuno perché di me rivelo sempre poco o almeno poco di importante perché ho maturato negli anni la convinzione di pesare con i miei problemi perché sono più a mio agio ad ascoltare che a dire quindi dei miei problemi ho sempre messo al corrente poche persone e di questo in particolare solo lei su cui non voglio pesare però sarebbe giusto perché la coppia è questo e poi gliel'ho promesso e le promesse tendo a mantenerle. Non vorrei però che lei pensasse che le parlo solo perché gliel'ho promesso o che non le dica le cose perché non mi fido ma devo migliorare questo aspetto per evitare di implodere. Ce l'ho sempre avuto di mettermi in secondo piano perché ho la presunzione di risolvere i miei problemi sempre da solo che è sbagliato ma non sempre sapere di sbagliare può portare a fare la cosa giusta.

Flussi di coscienzaWhere stories live. Discover now