"Il treno diretto a Torino delle ore 9 è in partenza al binario 5" la voce dello speaker mi riporta alla realtà, dovevo sbrigarmi e mettere da parte le mie tante paure, i miei dubbi, dovevo muovermi e prendere il treno che di li a poco mi avrebbe portata a Torino. Un nuovo inizio, una nuova avventura, sarei andata a vivere da mio papà, avrei iniziato l'università, e cosi si chiudeva un capitolo e se ne apriva uno nuovo.
"Bello" penserete voi, ed in effetti è quello che ho pensato quando ho preso questa decisione, ma come sarebbe stato ricominciare in una nuova città? Come sarebbe stato vivere con un padre che dirige una delle squadre più importanti del mondo? FIno a qualche mese fa ero rimasta in disparte, i tifosi più informati della Juventus sapevano dell'esistenza della sottoscritta ma ero andata allo stadio solo poche volte, ero rimasta alla mia solita vita milanese, avevo concluso la maturità, e trascorso le vacanze in Sardegna con un gruppo di amici come una qualsiasi diciottenne.Non sapevo cosa aspettarmi, sapevo solo che avrei sentito la mancanza di mia mamma, dei miei migliori amici Bea e Nico, perfino la nebbia in pieno inverno e l'afa estiva mi sarebbero mancati, ormai ero legata a quella città, non che Torino non fosse all'altezza anzi, mi era sempre piaciuta, solo avrei cambiato modo di vivere e abitudini.
"Sofi tra quanto arrivi? Vengo a prenderti in stazione" Ecco il messaggio di mio papà che mi riporta alla realtà
"Due ore e dovrei essere li, a dopo"
Scrivo veloce per poi indossare le cuffie una volta sul treno, e lasciarmi trasportare dai miei numerosi pensieri.Con mio papà avevo sempre avuto un buon rapporto, lui ormai viveva a Torino da più di un anno, e andavo a trovarlo ogni tanto. Certo era severo a volte, mi mandava sempre un messaggio per sapere se ero rientrata a casa nonostante vivessi con mia mamma, è sempre stato protettivo nei miei confronti e la cosa mi fa piacere perchè so quanto tiene a me anche se a volte diventa davvero pesante come tutti i genitori. Però su una cosa era intransigente, ovvero lo studio, quando gli dissi che avevo deciso di iscrivermi all'università alla facoltà di scienze della comunicazione ne era stato più che felice, mi disse subito che avrebbe desiderato studiassi li a Torino anche per recuperare un po' il tempo perso in questi anni a causa del suo lavoro, io all'inizio dissi subito di no, poi però riflettendoci bene decisi che sarebbe stata la scelta giusta per crescere, conoscere gente nuova, insomma fare una nuova esperienza, e cosi eccomi qui un po' malinconica, ma entusiasta della mia nuova vita.
"Hei mister eccomi!!" Lo prendo in giro andandogli incontro fuori dalla stazione. Si volta non appena sente la mia voce e mi sorride abbracciandomi forte una volta arrivata da lui
"Eccola la mia juventina preferita!" Mi dice ancora stretti nell'abbraccio prima di prendere la valigia e salire in macchina.Tra una chiacchera e l'altra arriviamo all'appartamento dove viveva in centro, salutiamo il portiere ed entriamo in casa, mi dirigo subito verso camera mia, quella dove stavo ogni volta in cui venivo a trovarlo qua a Torino, sistemo gli ultimi vestiti che erano stati spediti da Milano, e mi dirigo in cucina dove trovo mio papà intento a prepararsi per fare rientro al centro sportivo in cui facevano gli allenamenti.
"Sofi ti va di venire a pranzo li al centro?" Oddio non mi aspettavo subito questo inizio il primo giorno...
"Di già? Ma non è un problema se porti tua figlia a lavoro?" Chiesi perplessa mentre versavo un po' d'acqua fresca nel bicchiere perchè nonostante fossimo a settembre faceva ancora molto caldo
"Ma va figurati non c'è problema! Pranziamo li e poi se non vuoi restare a vedere gli allenamenti puoi andare nel mio ufficio o ti faccio riportare a casa" dice mentre sistemava le ultime cose
"Mmm ok va bene" accettai senza problemi perchè in effetti ero curiosa di vedere la struttura in cui lavorava ogni giorno, e da brava juventina ero parecchio curiosa, anche perchè fin da piccola ho sempre tifato Juve, anche nel periodo in cui mio papà lavorava al milan, sempre e comunque bianconera.
Conoscevo la maggior parte dei giocatori di vista, ma non avevo mai avuto occasione di parlare con nessuno di loro, inoltre mio papà mi aveva espressamente vietato di seguire loro su instagram perchè "sui social nulla passa inosservato e potrebbero scrivere articoli o chissà cos'altro" queste erano state le sue parole sull'argomento.
Inoltre negli ultimi mesi il mio profilo stava crescendo parecchio, ero arrivata a circa 25k followers e mio padre non era particolarmente contento della cosa dato che non voleva finissi sotto i riflettori o al centro del "mondo juve" bastava già lui al centro di interviste, critiche, articoli di giornale e chi più ne ha più ne metta."Corro in camera a cambiarmi e arrivo" decido di optare per un pantaloncino di Jeans nero, una canotta bianca con dei ricami in pizzo e delle nike, i miei immancabili occhiali da sole, un po' di profumo ed ero pronta.
Una volta arrivati al centro ci dirigiamo verso la sala pranzo, una grande sala con tavoli sparsi, un buffet al centro, un ambiente curato dai colori eleganti, in cui noto subito tutti i giocatori seduti con i loro piatti davanti mentre ridono e parlano del più e del meno. Devo dire che mi sento parecchio imbarazzata in situazioni del genere, e di solito sono una abbastanza tranquilla, ma ogni volta che mi trovo in situazioni nuove ho sempre paura di fare brutte figure, anche perchè come dovrei comportarmi in una stanza piena di campioni? Cosa si dice in questi casi? Ciao a tutti sono la figlia del mister? No non mi sembra il caso..
Noto mio papà fare un saluto generale, e sento su di me gli sguardi di alcuni di loro come se si stessero domandando chi fossi, in particolare incrocio lo sguardo con due occhi azzurri, di un azzurro che ricordare il mare in piena estate, so esattamente chi è, come potrei non conoscerlo, è Paulo, Paulo Dybala.
Un incrocio di sguardi veloci, distolgo subito l'attenzione da lui, mi dirigo al buffet intenta a prendere qualcosa da mangiare, non faccio in tempo a prendere quel che dovevo prendere, che sento una voce accanto a me "ehi la prossima volta puoi continuare a guardare che non ti mangio mica" l'accento argentino, il sorriso beffardo di chi sa di mettermi in imbarazzo
"Ma chi io? Mica stavo guardando te" dico con aria sicura ma non so quanto possa risultare credibile
"Ah no? E chi guardavi?" Dice mentre prende una mela dal cestino della frutta
"Stavo solo cercando di capire cosa c'era per pranzo" dico sorridendo sia per la cazzata appena detta sia perchè onestamente non so nemmeno io come ho fatto a ribattere in questo modo senza esitazione
"Vedremo vedremo" mi risponde mentre si gira per fare ritorno al suo posto.
Brava sofia hai appena parlato con Paulo Dybala e o avrà pensato che sei la classica ragazza che si dà un sacco di arie, o avrà capito che eri in imbarazzo e non sapevi cosa dire, era questo tutto ciò a cui riuscivo a pensare mentre facevo ritorno al mio posto.Spazio autrice:
Ciao a tutti! Questa è la prima storia che pubblico, sarà una storia a capitoli, in cui i fatti sono ambientati a quando sulla panchina della Juve c'era ancora Max Allegri.
Che dire spero che questo inizio vi piaccia e se vi va fatemi sapere cosa ne pensate! A presto :)
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Tutto questo sei tu - Paulo Dybala
FanfictionSofia Allegri e Paulo Dybala. Quando arriva l'amore devi iniziare a giocare quella partita che può cambiarti la vita, non devi restare a guardare ma rischiare, giocarti il cuore, ma rischiare d'essere felice. "Io non ho bisogno di molto, mi bastan...