Okay.
Basta.
Basta buttare parole al vento,
Nel mio petto c'è un cuore spento.
Nella mia testa c'è una tempesta, si fa sempre più gigante col pasar degli anni.
Difficile da gestire.
Certe volte mi viene da staccarla.
Aprila.
Prendere il mio cervello entrarci dentro.
Una follia.
Lo so.
Prendetemi per malato, ma giuro che una parte della mia mente è così perché da piccolo non ho ricevuto affetto, ma ben si torture.
Provate a immaginare un bambino di 3/4 anni, che incece di stare a giocare con i giocattoli stava ne campi a lavorare come non ci fosse un domani.
Giuro ci sono momenti in cui mi viene voglia di tornare nel passato per cambiare qualcosa, ma non posso farlo:
1 perché non è ancora possibile.
2 perché se cambiassi qualcosa non sarei la persona che sono.
Il passato per noi è una lezione, pensarci troppo fa diventare una persona malinconia, pensaci solo quando ne hai bisogno.
Domenica, dieci ottobre sono le undici e quarantacinque, mi trovo nel letto, le coperte mi coprono solo le gambe in sotto fondo della musica rilassante, faccio una fatica a scrivere.
Sento la tempesta.
Mi fermo.
Appoggio la testa sul cuscino.
Guardo la stanza e chiudo gli occhi.
Inizia a spargere i pensieri un po' qui, un po' la.
Sta iniziando a fare male...
