-addio-

153 16 4
                                    


pof! atterrò sul suolo erboso nel grande giardino del castello con un piccolo tonfo, lo stordimento post-smaterializzazione lo lasciò momentaneamente accigliato permettendogli tuttavia di dimenticare il motivo per il quale era lì. il motivo per il quale quella notte si era allontanato dalla sua casa e dal suo letto, il motivo per il quale aveva lasciato Tonks da sola in quei tempi bui, aveva bisogno di dirlo, doveva lottare, per lui, per Harry, per l'Ordine, era proprio davanti al maledetto albero, quell'albero... il Platano Picchiatore si stagliava imperioso tra l'erba verde, i rami incastrati con arte tanto casuale quanto perfetta gli conferivano quell'aspetto vorticoso e vivace che a Remus non faceva altro che rimandar alla mente vecchi ricordi dell'antica giovinezza celata tra le cicatrici del volto, e rughe iniziavano a formarsi intorno agli occhi incorniciavano gli occhi nocciola stanchi quanto luminescenti. I ricordi riaffiorarono dolorosi alla mente, lui, James, Peter, e poi... Sirius...Remus non riusciva a pensare a lui senza dolore, ricordava le loro risate, i loro scherzi, la serenità che li avvolgeva anche quando erano sommersi di compiti, i loro volti senza rughe ne occhiaie li accompagnavano in tutte le loro lunghe camminate per il castello, Sirius con il suo sorriso sghembo e affasciante a cui nessuno riusciva a resistere, professori compresi, la sua camminata leggiadra a volte sembrava che lui non camminasse affatto ma che più semplicemente sfiorasse il pavimento nella sua coltre di grazia malcelata dai modi bruschi e inafferrabili, non faceva rumore, i suoi passi erano leggeri, sembrava sempre che appoggiasse solo la punta dei piedi mentre invece la sua camminata era sicura elastica e veloce alle volte austera, un riflesso delle sue origini che mai sarebbe riuscito a rimuovere, come anche il tenere costantemente il mento verso l'alto, facendo sì che tutti si sentissero inferiori o folgorati dallo sguardo fiero e impettito. ricordava tutto maledettamente bene, Sirius e James con le loro buffonate, Remus che dava ripetizioni a Peter quando ancora frequentava i malandrini senza essersi alleato con Mangiamorte, le loro risa, gli interi pomeriggi passati abbracciati sotto un albero sulle sponde del lago nero, le notti insonni nella Stamberga resi più dolci dai lenti risvegli e delle attenzioni che gli preservava il ragazzo ogni volta. Ricordava tutto di lui, dai capelli corvini che gli arrivavano giusto sopra le spalle alla bellezza travolgente, la stessa che lo aveva incantato per anni e che l'aveva stregato, amava anche i difetti, il modo brusco di chiudere una conversazione spiacevole, il suo chiudersi in se stesso ogni volta che qualcosa non andava, amava anche come il suo altruismo prevaleva su molti altri aspetti lui che sorrideva alla vita e le faceva amorevolmente il dito medio, era sempre felice per gli altri. la guerra li aveva separati e nessuno di loro era riuscito a tornare come prima, uno aveva tradito, uno era morto, uno era stato rinchiuso in una prigione per dodici anni, e l'ultimo si era strutto dal dolore, per anni, Remus si ripeteva le parole di uno scienziato babbano come un mantra: io appartengo all'unica razza che conosco, quella umana, la guerra aveva portato diffidenza, la guerra aveva creato barriere più di quante ce ne fossero prima, e anche chi prima lo vedeva per quello che era uomo, ora gli preservava occhiate diffidenti, era diventato anche peggio di come se lo ricordasse, ripeteva quella frase ogni giorno, dalla mattina alla sera, per darsi conforto, per tirarsi su di morale, nonostante tutto gli ricordasse troppo lui, aveva sempre saputo che probabilmente il suo amico era innocente e mai aveva creduto completamente nella sua colpevolezza. Remus piangeva in silenzio dopo che le ginocchia avevano ceduto e le sue mani erano affondate nel fango, in quella notte buia e tempestosa, a Hogwarts pioveva a dirotto, e gocce di pioggia gli attraversavano imperturbabili il pesante mantello di velluto, mentre l'uomo continuava a piangere senza ritegno, tutto in quel mondo gli ricordava lui dalla menta che oramai aveva piantato in tutto il suo appartamento, e anche in quel momento sembrava che, il cielo iniziando a piovere avesse voluto fargli un dispetto, ricordandogli quei fottutissimi occhi color tempesta che lo tormentavano costantemente. Le sue labbra sulle proprie, ricordava così bene la sensazione che ciò gli procurava ogni volta, tepore, lui sapeva terribilmente di casa. Remus non aveva mai creduto a quelli che gli dicevano che Sirius, il suo Felpato, avesse potuto tradire James e Lily, e che avesse ucciso dodici babbani e uno dei Malandrini, Peter, il bastardo... era tutta colpa di quel topaccio se Sirius era finito ad Azkaban per dodici anni, se non si erano potuti amare per dodici anni, se Harry era rimasto senza una famiglia, se tutto era crollato, solo perché lui voleva essere ricordato, invece si era ridotto a fare da schiavo a un mago oscuro colpito da manie di protagonismo. Le lacrime scorrevano lente e imperturbabili sulle guance di Remus che oramai si era girato verso il castello, guardando con malinconia la torre di grifondoro, poteva ancora sentire quella risata tanto simile ad un latrato che un tempo era appartenuta al suo ragazzo, l'unico che metteva il licantropo prima di tutti gli altri, l'unico che dopo aver detto di essere un lupo mannaro ai suoi amici si era avvicinato e gli aveva sussurrato sommessamente-andrà tutto bene io ci sarò sempre per te, per sempre- per sempre... per sempre, quelle due parole che volevano dire così tanto, loro si sarebbero meritati un per sempre, Moony e Padfood, la luna e la sua stella. E invece il destino era stato così balordo da separarli da far cadere Felpato nel dannato telo, quel sudicio straccio che separato i due mondi l'aveva portato via, staccandolo per sempre della sua anima gemella. Remus, si girò lentamente verso il Platano Picchiatore e dopo aver mormorato uno strascicato, ma pieno di significato-addio- si era smaterializzato. E anche quella sera come ogni notte Sirio splendeva più brillante che mai nel cielo a vegliare costantemente sulla luna...


grazie per aver letto questa storia! allora sorvoliamo sul fatto della smaterializzazione che è meglio e facciamo cadere un velo pietoso su questo coso che la mia mente malata mi ha propinato come una buona idea... comunque io mi sono immaginata così un possibile addio di Remus alla morte di Sirius... spero non sia così orribile come mi sembra, e niente se ti è piaciuto metti una stellina e commenta!

capellirosacicca

-addio-/wolfstar one-shotWhere stories live. Discover now